Il partito lo espelle
Barbisan, il leghista veneto che la spara enorme in tv: “Ragazzotti neri piacciono alle donne perché hanno altra dote sotto”
Politica - di Redazione
“Quei ragazzotti, non si può dire neri, bisogna dire di colore adesso, forse alle donne piacciono perché hanno magari un’altra dote sotto, dai”. Si è espresso così, durante un programma di approfondimento della tv locale ReteVeneta andato in onda il 17 ottobre e dall’eloquente titolo “Quelli che sbarcano e poi uccidono”, il consigliere regionale del Veneto Fabiano Barbisan, eletto nella lista Zaia e poi passato al gruppo Misto.
Il Carroccio dopo l’esplodere della polemica, col video del suo “intervento” rilanciato sui social, ha espulso dal partito Barbisan con una decisione arrivata direttamente dal segretario regionale della Liga Veneta Alberto Stefani.
A denunciare l’uscita imbarazzante di Barbisan erano stati i consiglieri veneti del Partito Democratico, che avevano parlato di uno “show televisivo” che “va oltre il ‘Bar Sport’, con parole che sono a dir poco indegne, a maggior ragione perché pronunciate da un rappresentante delle istituzioni”.
“In un colpo solo – prosegue la nota – Barbisan ha liquidato la questione dei migranti che scappano dalle guerre e dalla fame, definendoli come belli pasciuti, per l’esattezza ‘più sgionfi de mi’ (‘più gonfi di me’, ndr). E contemporaneamente, tanto per completare il suo ragionamento sottile, ha assestato il colpo finale affermando che ‘i ragazzotti neri, bisogna dire di colore adesso, forse alle donne piacciono perché hanno un’altra dote sotto’. Insomma, un uno-due memorabile, che ci riporta al tempo dei cavernicoli”.
Il primo a prendere le distanze da Barbisan era stato il conduttore del programma in onda sulla rete locale regionale, che si era dissociato da quelli che ha definito “riferimenti pesanti” con “conseguenze penali”.
Quei “ragazzotti, non si può dire neri, bisogna dire di colore adesso, forse alle donne piacciono perchè hanno magari un’altra dote sotto, dai“. Così si è espresso il consigliere regionale del Veneto, Fabiano Barbisan, eletto nella lista Zaia. pic.twitter.com/9ozt0g4X4Z
— Alekos Prete (@AlekosPrete) October 19, 2023
Quindi oggi la reazione del partito di Barbisan. L’esponente della Lega, il commento del segretario veneto Alberto Stefani, si è reso responsabile di “affermazioni indegne e vergognose, da punire con massima severità. Le scuse non bastano, nemmeno al partito“.
Da parte sua il consigliere regionale, tra l’altro già protagonista di episodi che hanno fatto discutere, come quando nel 2010 da imprenditore agricolo prese il bonus di 600 euro per le partite iva dando poi la colpa al commercialista (e devolvendo tutto in beneficenza), ha posto le sue scuse ma inutilmente.
“Sono profondamente rammaricato e mi scuso per quanto accaduto l’altra sera in televisione. Quelle mie parole non rappresentano né i miei valori, né, soprattutto, il pensiero del movimento e del gruppo al quale appartengo“, ha scritto in una nota Barbisan. Il consigliere regionale ha parlato di “onda emotiva della diretta televisiva”, facendosi così “colpevolmente trascinare dagli argomenti e dalla discussione. Chi scappa da una guerra ha tutti i diritti ad essere assistito, a prescindere dalla propria corporatura. Mi scuso pertanto per queste mie parole, così come mi scuso se ho ferito la sensibilità delle donne e chiunque si sia sentito offeso dagli improvvidi termini che ho utilizzato“.