Pd interroga Piantendosi

Salvini e il video del giudice Apostolico, giallo sulla “schedatura”: esposto in Procura sulla “centrale di dossieraggio al Viminale”

Politica - di Carmine Di Niro

6 Ottobre 2023 alle 17:00 - Ultimo agg. 7 Ottobre 2023 alle 09:20

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Salvini e il video del giudice Apostolico, giallo sulla “schedatura”: esposto in Procura sulla “centrale di dossieraggio al Viminale”

Una doppia interrogazione, una a firma Filippo Sensi e l’altra da Anna Rossomando e Walter Verini, al ministro degli Interni Matteo Piantedosi. Il Partito Democratico dà segni di vita sull’inquietante vicenda del video pubblicato giovedì su X (l’ex Twitter, ndr) da Matteo Salvini, che riprende la giudice Iolanda Apostolico durante la manifestazione a Catania del 25 agosto del 2018 in favore dello sbarco dei migranti stipati sulla nave Diciotti della Guardia Costiera, bloccati dall’allora titolare del Viminale Salvini.

Un video emerso a cinque anni da quei fatti e utilizzato dal vicepremier per attaccare il magistrato del tribunale di Catania, sotto accusa dalla maggioranza per aver firmato un’ordinanza con la quale ha giudicato illegittimo il decreto Cutro sull’immigrazione perché incompatibile con le norme dell’Unione Europea, non convalidando il trattenimento nel Cpr di Pozzallo di quattro richiedenti asilo tunisini.

Se da destra è un “tiro al piccione” contro il giudice Apostolico, tra chi chiede punizioni e chi anche la radiazione dalla magistratura, dall’altra parte c’è invece chi fa notare l’aspetto più inquietante della vicenda.

Chi ha conservato il video di quel 25 agosto 2018 per oltre cinque anni? Il giudice era stato sottoposto ad una schedatura, quale “manina” ha riaperto il  “cassetto” in cui era stato depositato il video per tirarlo fuori nell’occasione giusta? Altra ipotesi, non meno inquietante, è la possibilità che sia stato utilizzato un software di riconoscimento facciale, con diverse forze dell’ordine italiane che già lo utilizzano, per recuperare il video da un archivio, qualora non ci fosse stata una schedatura dei partecipanti.

Rossomando e Verini definiscono “incredibilmente grave” quella che chiamano “caccia” scatenata da Salvini contro la giudice Apostolico, ricordando anche i precedenti. “Il ministro non è nuovo a queste cose: una decina di anni fa dette vita ad un altro episodio squadrista, andando a protestare sotto casa della ministra Fornero, mettendo a rischio anche la sicurezza della famiglia”, scrivono i due in una nota. “Come è uscito e da dove quel filmato? Chi lo ha confezionato? Esistono forse archivi dedicati? – attaccano i due senatori Dem – Il fatto solleva interrogativi inquietanti. È inaccettabile poi che uomini e donne di Governo, in primis Meloni e Salvini, invece di leggere, studiare, rispettare sentenze della magistratura come questa e come altre analoghe di altri uffici giudiziari, verso le quali, eventualmente presentare ricorso in Cassazione, si accaniscano in un’azione di delegittimazione, di attacco alla separazione dei poteri ed all’indipendenza della stessa magistratura, anche con gli attacchi personali“.

Parole più “composte” ma dal significato simile erano arrivate già giovedì dal presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Stefano Santalucia, che adombrava il rischio di un dossieraggio parlando di “screening nei confronti della persona, cioè vedere chi è il giudice invece di quello che ha scritto”.

Ieri anche Santalucia aveva sollevato dubbi sul filmato: “Non so bene come spunti il video perché non ci ha detto nessuno da chi e dove provengono quelle immagini, se già circolavano online, se era stato trasmesso in televisione o se appartiene alle forze di polizia come sembrerebbe dal modo in cui sono state effettuate le riprese, alle spalle delle forze dell’ordine che contengono il corteo. Questo mi sembra più grave”.

Dai vertici degli uffici giudiziari di Catania, dove la giudice Apostolico presta servizio, si fa intanto sapere che non ci saranno modifiche nell’organizzazione interna del tribunale.

L’esposto in Procura

Ma la vicenda Salvini-Apostolico ha preso anche una piega giudiziaria. Il caso del video pubblicato da Salvini è finito in un esposto presentato alla Procura della Repubblica di Roma dai deputati di Alleanza Verdi-Sinistra Angelo Bonelli e Filiberto Zaratti.

Nell’esposto si chiede ai magistrati capitolini di “verificare se vi sia stata violazione dell’art.326 del codice penale, chiedendo di perseguire i soggetti che ne dovessero risultare responsabili, e per tutti quei reati che nei fatti esposti dovessero essere ravvisati”. L’articolo 326 del codice penale persegue la diffusione di notizie che devono rimanere segrete da parte di un pubblico ufficiale.

Se fosse confermato che il video pubblicato dal senatore Matteo Salvini sia materiale proveniente dagli uffici della Polizia di Stato – afferma Bonelli -, ci troveremmo di fronte ad un caso di rilevante gravità. Un video di oltre 5 anni fa viene riesumato non ai fini di evidenziare reati – perché se così fosse avrebbero dovuto essere perseguiti d’ufficio 5 anni fa – e nessun reato è stato commesso in quella manifestazione, ma per diventare strumento in mano al segretario nazionale della Lega Matteo Salvini, con lo scopo di alimentare uno scontro politico contro le decisioni assunte della magistratura e contro una parte delle forze politiche di opposizione.”

I video e i verbali della Digos della Polizia di Stato – prosegue il leader dei Verdi – non sono pubblici e sono sottoposti al segreto amministrativo e pertanto non sono accessibili a nessuno e tantomeno ad un ministro della Repubblica italiana. Qualcuno ci spiega come sia possibile che, a distanza di 5 anni, si riesca ad individuare in un video la presenza di una persona, che non ha precedenti penali, in una manifestazione?“. “Esiste presso il ministero degli Interni una banca dati che cataloga i cittadini, anche incensurati, che hanno partecipato a manifestazioni o eventi, e che uso viene fatto di questi dati? Chi ha autorizzato l’eventuale consegna del video al senatore Matteo Salvini?“, si domanda Bonelli nell’esposto.

6 Ottobre 2023

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