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Cos’è il Lilial: la sostanza cancerogena in bagnoschiuma, profumi, deodoranti, creme e shampoo vitata dall’UE

Un regolamento dell'Unione europea ha definito il Butylphenyl methylpropional capace di "danneggiare il sistema riproduttivo, nuocere alla salute del feto e causare sensibilizzazione cutanea"

Salute - di Redazione Web

29 Settembre 2023 alle 16:12 - Ultimo agg. 29 Settembre 2023 alle 16:18

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Cos’è il Lilial: la sostanza cancerogena in bagnoschiuma, profumi, deodoranti, creme e shampoo vitata dall’UE

Se migliaia di confezioni di bagno schiuma, shampoo, doccia schiuma, deodoranti, profumi e altri prodotti sono stati sequestrate nelle scorse settimane è perché al loro interno si trova una sostanza ritenuta “reprotossica” dall’Unione Europea, ovvero capace di “danneggiare il sistema riproduttivo, nuocere alla salute del feto e causare sensibilizzazione cutanea”. È il Lilial, un ingrediente molto più che consueto all’interno di questo tipo di prodotti. Un Regolamento dell’UE l’ha vietata da oltre un anno.

Il Lilial è il nome informale del Butylphenyl methylpropional, un composto chimico utilizzato comunemente come profumo in bagnoschiuma, profumi, deodoranti, creme e shampoo ma anche nelle polveri per bucato. Una sostanza vietata dal Regolamento UE 2021/1902 dal primo marzo 2022 perché ritenuta in grado di “danneggiare il sistema riproduttivo, nuocere alla salute del feto e causare sensibilizzazione cutanea”. A questo punto è il caso di controllare i prodotti al momento dell’acquisto ma anche quelli già presenti in casa.

A metà settembre sono state sequestrate dalla Guardia di Finanza a Pisa duemila confezioni di profumi, bagnoschiuma, shampoo, creme, lozioni, saponi. Tutti quanti contenevano il Butylphenyl Methylpropional, indicato come Lilial sulle etichette. Il Comitato per la Valutazione dei Rischi dell’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche ritiene che la sostanza chimica possa portare a tumori e a infertilità. La merce – ha fatto sapere la Guardia di Finanza in una nota – “è stata rinvenuta sugli scaffali dei punti vendita, pronta per essere acquistata dai consumatori finali” di sette negozi. Gli stessi baschi verdi avevano anche avvertito come “in alcuni casi, l’indicazione della presenza della sostanza nei prodotti era stata occultata mediante etichette appositamente apposte sulle confezioni”.

A Rainews.it il chimico Fabrizio Zago, consulente del marchio di qualità ecologica dell’UE Ecolabel, ha osservato come sia “presente dappertutto”. A preoccupare, nonostante la classificazione come sostanza cmr (cancerogena-mutageo-reprotossica), è che “possiamo ancora trovarlo oggi in molti prodotti in vendita destinati non solo agli adulti, ma anche ai bambini, categoria ancora più a rischio per la maggior recettività”. Per l’esperto a incidere sugli effetti avversi è anche il tempo di applicazione: c’è differenza quindi tra un sapone subito risciacquato e un prodotto applicato per un tempo più lungo come per esempio una crema viso. La sostanza ha anche “un impatto ambientale in quanto l’azione genotossica agisce sugli organismi acquatici. Negli esseri umani è in grado di nuocere alla salute del feto oltre che produrre un’azione allergizzante”.

29 Settembre 2023

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