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L’Europa boccia la “garanzia finanziaria” da 5mila euro per i richiedenti asilo: Bruxelles smonta le bufale del governo

Politica - di Redazione

26 Settembre 2023 alle 08:45

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L’Europa boccia la “garanzia finanziaria” da 5mila euro per i richiedenti asilo: Bruxelles smonta le bufale del governo

Non c’era alcuna richiesta europea dietro la decisione dell’esecutivo di Giorgia Meloni di istituire una “garanzia finanziaria” da 4.938 euro ai richiedenti asilo per evitare la detenzione nei Centri di Permanenza e di Rimpatrio.

A chiarirlo è proprio Bruxelles, che boccia la misura del governo italiano. Lunedì il Viminale guidato da Matteo Piantedosi, che giovedì 28 settembre è atteso proprio a Bruxelles per la riunione del Consiglio Ue degli Affari Interni, aveva in un certo senso “giustificato” la critica mossa dell’esecutivo parlando di una richiesta europea e sottolineando inoltre che la garanzia riguardava solo i migranti che provengono da paesi “sicuri”.

Ma un portavoce della Commissione Europea ha fatto sapere che la garanzia non è in linea con le indicazioni dell’Europa perché non rispetta due principi fondamentali: da quello della proporzionalità e quello delle decisioni da prendere “caso per caso”, ovvero imponendo un importo standard uguale per tutti.

Secondo Piantedosi la norma era stata introdotta per recepire una direttiva europea, la 33 del 2013, più conosciuta come “direttiva accoglienza”. “Gli Stati provvedono affinché il diritto nazionale contempli le disposizioni alternative al trattenimento, come l’obbligo di presentarsi periodicamente alle autorità, la costituzione di un garanzia finanziaria o l’obbligo di dimorare in un luogo assegnato”, si legge all’articolo 8, paragrafo 4 della direttiva. E se non avesse recepito l’indicazione della direttiva in merito al possibile ricorso alla garanzia finanziaria, aveva fatto filtrare il governo al quotidiano La Verità, l’Italia si sarebbe esposta al rischio di ricorsi in ogni sede.

In realtà il testo della direttiva non prevede alcuna cauzione obbligatoria, la inserisce all’interno delle molteplici soluzione da adottare per garantire un’alternativa alla reclusione. La direttiva spiega che “gli Stati membri provvedono affinché il diritto nazionale contempli le disposizioni alternative al trattenimento, come l’obbligo di presentarsi periodicamente alle autorità, la costituzione di una garanzia finanziaria o l’obbligo di dimorare in un luogo assegnato”. Dunque la “costituzione di una garanzia finanziaria” è una delle possibilità suggerite, ma non imposte dall’Ue, per permettere ai migranti trattenuti di non rimanere in libertà. Ma soprattutto, come spiega  portavoce della Commissione per gli Affari Interni Anita Hipper, “tutte queste decisioni vanno prese sulla base di una valutazione individuale” che deve superare “la verifica di proporzionalità”.

Il governo Meloni si trova ora di fronte al rischio dell’ennesimo conflitto con Bruxelles. È possibile che la Commissione chieda all’esecutivo di rimodulare il provvedimento in fase di attuazione o di modificarlo per evitare il riferimento alla cifra della cauzione nei confronti dei migranti che hanno presentato richiesta di asilo: d’altra parte l’Ansa sottolinea come l’Europa non ha competenza diretta sulla fissazione della garanzia finanziaria, ma un eventuale conflitto con la direttiva europea potrebbe essere impugnato presso la Corte di Giustizia.

di: Redazione - 26 Settembre 2023

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