Morti sul lavoro, il governo Meloni taglia le ore di formazione sulla sicurezza nei cantieri a rischio

Politica - di Carmine Di Niro - 18 Settembre 2023

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Morti sul lavoro, il governo Meloni taglia le ore di formazione sulla sicurezza nei cantieri a rischio

Di fronte a quella che non può più essere considerata una emergenza, perché il numero esorbitante di morti sul lavoro è ormai una triste costante italiana, il governo Meloni ha intenzione di tagliare le ore di formazione sulla sicurezza per chi lavora nei cantieri a rischio.

È scritto nero su bianco nella bozza finale del nuovo accordo Stato-Regioni per la sicurezza sul lavoro, che taglia da 16 a 10 le ore di formazione obbligatorie per i lavoratori dei settori ad alto rischio.

Un testo preparato dal ministero del Lavoro, guidato da Marina Elvira Calderone, che introduce delle significative novità rispetto al provvedimento che doveva essere adottato per volere del governo Draghi entro giugno 2022, salvo poi finire nelle competenze dell’esecutivo Meloni per i tempi che si erano allungati sul finire della scorsa legislatura.

Così nella bozza finale, scrive oggi Repubblica, viene introdotta una novità che appare come un evidente controsenso rispetto ai numeri e alla portata del dramma delle “morti bianche” in Italia: fino ad oggi le regole sulle ore di formazione per i lavoratori dei cantieri a rischio prevedevano tre fasce, con 4 ore di formazione specifica sul campo per i settori a rischio basso, 8 ore per il rischio medio e 12 per i settori a rischio alto come edilizia e siderurgia.

Nella bozza preparata dal dicastero del ministro Calderone la tripartizione salta: la formazione specifica diventano di sei ore per tutti col paradossale effetto di aumentarla per i settori a rischio basso e di dimezzarla per quelli più alto. A queste ore di formazione vanno poi sommate le quattro di formazione base, che non vengano ritoccate al ribasso dalla nuova bozza.

Non solo. Le nuove regole stabilite dal governo Meloni prevedono anche la possibilità di seguire il corso a distanza, in modalità e-learning, anche per la formazione specifica da fare sul campo. Altro punto controverso del documento stilato dal dicastero del Lavoro è quello dei subappalti: formazione resta in capo all’azienda affidataria e non a quella che sta in cantiere a seguire gli operai. Infine gli accreditamenti: col nuovo accordo si allarga il perimetro di chi può fare formazione anche a chi non ha alcuna esperienza pregressa.

Il nuovo testo sulla formazione ha attirato le immediate critiche delle opposizioni. Dal Partito Democratico Maria Cecilia Guerra, responsabile lavoro Dem, la bozza dell’accordo Stato-Regioni licenziata dal Ministero del Lavoro “è per molti aspetti in aperto contrasto con le affermazioni, ripetute anche in questi giorni da esponenti di maggioranza e governo, circa l’importanza della formazione per prevenirli. Abbassare da 16 a 10 il numero minimo di ore di formazione obbligatoria per quanto riguarda salute e sicurezza sul lavoro per i settori a più alto rischio, dai cantieri allo smaltimento dei rifiuti, dalla sanità alla produzione e lavorazione di metalli, e permettere che possa essere fatta a distanza, sono risposte peggiorative rispetto all’esistente. Così come lo sono i criteri più facili per l’accreditamento degli enti che possono erogare la formazione”.

Al prossimo morto sul lavoro i ministri del governo Meloni e gli esponenti della sua maggioranza evitino le solite parole di cordoglio e di vicinanza, perchè sarebbero parole intrise solo di ipocrisia e falsità“, è l’attacco che arriva invece dal segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra. “Se confermano la bozza ministeriale sulla formazione e prevenzione nei cantieri – prosegue il leader di SI – che prevede un taglio delle ore di formazione, che sono già poche ed insufficienti, siamo di fronte ad una scelta grave e irragionevole. Il governo dovrà spiegare in Parlamento – conclude Fratoianni – questo suo atto“.

I primi a protestare contro il nuovo accordo Stato-Regioni erano stati ovviamente i sindacati: “Le 16 ore sono un limite minimo già troppo basso – la denuncia di Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea Cgil -. Passare a 10 ore significa mettere a rischio la salute e la sicurezza dei lavoratori. L’ennesimo schiaffo di questo governo“.

18 Settembre 2023

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