Il giallo
“Mala Fede” di Giovanni Taranto, tornano le indagini del Capitano Mariani dopo la vittoria al Festival del Giallo
Il terzo capitolo della saga noir ambientata nel vesuviano. Si è parlato di un nuovo filone: il giallo vulcanico. Una storia che analizza il rapporto distorto delle mafie con la religione
Cultura - di Redazione Web
Questa volta una vendetta, un piano diabolico per rubare un oggetto-simbolo caro a milioni di fedeli, il giro delle sette sataniche nel napoletano. E lui, il capitano Giulio Mariani, romano de Roma, a scavare negli indizi, a scandagliare le piste e decifrare i dettagli in una cittadina in provincia di Napoli. Appena qualche mese dopo aver vinto il Premio MyssterY al Festival del Giallo di Napoli torna in libreria con una nuova storia del comandante della compagnia di San Gioacchino nel Vesuviano, il personaggio nato dalla penna di Giovanni Taranto che dopo anni di giornalismo, cronaca nera sul campo, ha dato vita a una saga noir e poliziesca. Il romanzo si chiama Mala Fede e sarà in libreria dal 29 settembre.
Quel Premio Taranto se l’era aggiudicato per Requiem sull’ottava nota, sempre edito da Avagliano Editore. Il romanzo era entrato nella cinquina dei finalisti grazie a un larghissimo voto popolare. Una giuria di esperti aveva poi decretato la vittoria. Il capitano partiva dai pizzini che riceveva, anonimi, incomprensibili all’inizio, che sembravano voler indicare i responsabili di episodi estorsivi, traffici di stupefacenti, boss e killer delle fazioni in guerra. Nel precedente romanzo, l’esordio La fiamma spezzata, il Capitano indagava sulla misteriosa scomparsa del giovane carabiniere Ciro Casillo. “Un vertiginoso viaggio negli abissi dei terribili anni Novanta nel Vesuviano, dove nulla è come sembra, tra passioni violente e affari della criminalità organizzata”, aveva scritto Maurizio De Giovanni.
Il capitano Mariani “non è il solito detective da romanzo giallo – per citare le parole di Carlo Lucarelli – , è un vero e proprio ‘uomo che cerca’: inquieto, appassionato e tenace. Ironico e acuto. Soprattutto umano. Il punto di vista giusto per far luce nella complessa metà oscura di una realtà contraddittoria, grottesca e feroce come la Napoli, il Vesuviano, l’Italia e il mondo, tanto degli anni Novanta, in cui è ambientato il romanzo, quanto di oggi. E il bello è che non è da solo”. Il protagonista si accompagna anche in questo quarto capitolo alla pm Clara Di Fiore, agli uomini del Nucleo Operativo, all’amico nerista Gianluigi Alfano.
E anche in questo caso le indagini incroceranno altre storie e facce, servizi segreti e agenti del Vaticano. Mala Fede punta il faro sul rapporto distorto delle mafie con la religione. Un romanzo che propone anche un’attenta narrazione di eventi reali che hanno segnato il profondo percorso di fede e nuova conversione di Bartolo Longo, una delle figure più carismatiche del cattolicesimo vesuviano – Taranto è di Torre Annunziata, Gioacchinopoli è stato uno dei nomi della città – , il cui passato oscuro è ignoto ai più. Qualcuno ha parlato di un nuovo filone letterario, il giallo vulcanico, o giallo vesuviano. Certo è che Taranto ha giù pronti i successivi episodi. L’autore può spaziare, seguire le indagini fino alle sovrapposizioni più torbide e inaspettate, grazie alla sua lunghissima esperienza di giornalista specializzato in cronaca nera, giudiziaria e investigativa che dall’esordio nel 2021 ha piegato alle complicazioni e ai brividi del giallo.