La battaglia

“Rendiamo figli nostri i ragazzi migranti”, la battaglia della Comunità di Sant’Egidio

Dai corridoi umanitari ai salvataggi in mare, dai minori non accompagnati alle regolarizzazioni, il presidente Impagliazzo: “Se ben gestita, l’immigrazione regolare è una grande risorsa”

Cronaca - di Umberto De Giovannangeli

6 Settembre 2023 alle 14:30

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“Rendiamo figli nostri i ragazzi migranti”, la battaglia della Comunità di Sant’Egidio

Denuncia e proposta. Idealità e concretezza. Legalità e inclusione. I migranti come ricchezza umana e non minaccia esistenziale. Corridoi umanitari e non impraticabili, oltre che vergognosi, blocchi navali. E’ la battaglia di civiltà “targata” Sant’Egidio. Una solidarietà praticata e non predicata. L’umanitarismo come bussola valoriale che orienta politiche degne dei principi fondanti dell’Europa. Una Europa inclusiva, solidale, e non una Europa-fortezza.

“Basta morti in mare, la priorità è salvare vite umane. L’Europa si disinteressa e scarica tutto sull’Italia. Sui salvataggi in mare l’Europa deve essere messa di fronte alle proprie responsabilità, aiutando finanziariamente l’Italia. I fondi ci sono”: è la prima delle proposte per una immigrazione regolare illustrate ieri da Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, in una conferenza stampa a Roma. Impagliazzo ha anche chiesto di “tornare a portare le persone nei porti sicuri più vicini, perché così si aggiunge sofferenza a sofferenza”. “Bisogna smettere di pensare all’immigrazione come ad una emergenza e mettere in campo invece politiche a medio e lungo termine, perché il fenomeno è strutturale”, ha affermato. Anche se i numeri sono alti – 131.000 persone sbarcate da inizio anno – “sono sempre più bassi delle 181.000 persone arrivate nel 2016 con la crisi siriana”.

E poi la sfida ai securitari emergenzialisti: “L’immigrazione regolare se ben gestita, se coniuga accoglienza e integrazione, è una grande risorsa per l’Italia”. Impagliazzo, ha ricordato l’esperienza dei corridoi umanitari portata avanti da anni dalla stessa Comunità di Sant’Egidio che consente l’ingresso in Italia, regolare e in sicurezza, di cittadini che fuggono dalla loro terra per le guerre o altri gravi motivi. “Non c’è alcuna emergenza immigrazione in Italia”, rimarca Impagliazzo. “Le immagini degli sbarchi, dei sovraffollamenti nell’isola di Lampedusa non ci parlano di un’emergenza ma sono colpa dello smantellamento del sistema di accoglienza e di scelte non razionali fatte nella gestione dell’immigrazione, questa sì trattata come un’emergenza e non come un fenomeno strutturale di lungo termine”.

Accogliere non è solo giusto, umano. E’ possibile. “La grande opera di accoglienza degli ucraini e delle ucraine” immediatamente dopo l’invasione russa, ha ricordato il presidente di Sant’Egidio, dimostra che l’Europa “è stata in grado di accogliere cinque milioni di persone in un anno senza che questo fosse un problema. Qui si tratta di 113.000 persone dall’inizio dell’anno. Anche queste proporzioni ci dicono che è possibile lavorare per una immigrazione regolare”. E’ la via della legalità nella sicurezza è quella dei corridoi umanitari, una esperienza vitale in cui la Comunità di Sant’Egidio è da tempo impegnata. Questi corridoi consentono l’ingresso regolare e sicuro in Italia di cittadini che fuggono dalle guerre o da altre situazioni, garantendo loro una via legale per cercare rifugio.

Un capitolo particolare riguarda i minori non accompagnati, circa 20.000 attualmente nei centri (su 30.000 arrivi): “Un Paese che soffre per la denatalità e lo spopolamento delle aree interne, con mancanza di forza lavoro in alcuni settori, potrebbe investire su questi giovani, favorendo l’inserimento scolastico e l’avviamento al lavoro. Non sprechiamo questa occasione! Altrimenti fuggiranno tutti all’estero o rischieranno di delinquere perché hanno bisogno di mandare soldi alla famiglia”.

Impagliazzo ha inoltre invitato a “rendere più rapide” le procedure burocratiche per l’affido di questi minori (attualmente 4.800 sono accolti in famiglie italiane), “tutte buone pratiche da allargare”. “Facciamo le politiche sulla natalità? Allora approfittiamo della presenza di migliaia di ragazzi per farne i nostri figli. Perché perderli, perché non formarli, perché non avviarli al lavoro?”, insiste Impagliazzo e sollecita per questo ad “ampliare il riconoscimento di titoli di studio acquisiti all’estero, evitando gli ostacoli esistenti, per terminare il ciclo di studi in Italia e avviarsi alla professione.  Un caso emblematico è quello degli infermieri dei quali l’Italia ha un grande bisogno”.

Pur apprezzando l’ampliamento del decreto flussi, che prevede 450.000 ingressi dal 2023 al 2025, risulta troppo irrisoria, quindi da aumentare, la quota riservata alle badanti (9.500 ingressi), “sproporzionata alle necessità delle famiglie italiane, visto che la nostra popolazione è sempre più anziana”. Tra l’altro, ha ricordato Impagliazzo, “migliaia di persone che hanno chiesto la regolarizzazione nel 2020 non l’hanno ancora ottenuta per serie problematiche burocratiche, che potrebbero essere superate semplicemente con un decreto”.

6 Settembre 2023

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