Il simbolo del Parco
Uccisa a fucilate l’orsa Amarena, identificato l’uomo che ha sparato: “Non volevo ammazzarla”
"Ho sparato per paura". Non sono stati trovati i cuccioli dell'orsa. Soltanto qualche giorno fa era diventato virale il video dei plantigradi a passeggio nel centro abitato. "Non aveva mai creato problemi all'uomo"
Ambiente - di Antonio Lamorte
Soltanto qualche giorno fa era diventato virale il video dell’orsa Amarena in centro, a San Sebastiano dei Marsi, con i suoi cuccioli. E le persone vicino, poco lontane a guardare e a filmare. Amarena è stata uccisa, finita ieri sera a fucilate alla periferia di San Benedetto dei Marsi, in provincia dell’Aquila, fuori dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e dall’Area Contigua. A dare la notizia lo stesso PNALM sulla pagina Facebook, con una fotografia durissima del cadavere del plantigrado steso a terra senza vita. Sul posto sono intervenute le Guardie del Parco e il veterinario che ha accertato la morte. Non c’è stato niente da fare per l’animale, troppo grave la ferita. Identificato l’uomo che ha aperto il fuoco. Non si sa dove si trovano i due cuccioli del plantigrado, non sono stati trovati. La tragedia arriva a pochi mesi da quella dell’altro orso del Parco Juan Carrito e da quella di Andrea Papi, il runner 26enne ucciso da un’ora in un bosco a Caldes. Un caso, quest’ultimo, che aveva rappresentato il primo di uccisione di un essere umano da parte di un orso in Italia e che aveva sollevato un vivace dibattito sulla convivenza tra plantigradi ed esseri umani in Trentino.
“I rilievi per accertare la dinamica dei fatti sono in corso e andranno avanti tutta la notte, così come il personale del Parco è impegnato a individuare i due cuccioli dell’orsa per valutare il da farsi”, ha dichiarato in un comunicato il Pnalm. “L’episodio è un fatto gravissimo, che arreca un danno enorme alla popolazione che conta una sessantina di esemplari, colpendo una delle femmine più prolifiche della storia del Parco. Ovviamente non esistono motivazioni di nessuna ragione per giustificare l’episodio visto che Amarena, pur arrecando danni ad attività agricole e zootecniche, sempre e comunque indennizzati dal Parco anche fuori dai confini dell’Area Contigua, non aveva mai creato alcun tipo di problema all’uomo“. Migliaia i commenti di incredulità, impotenza, dolore e rabbia che si leggono sulla pagina del Parco.
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Amarena era conosciutissima, amata sia dalla gente del posto che dai turisti, nota per le sue incursioni nei centri abitati, proprio come Juan Carrito, l’orso morto lo scorso gennaio a Castel di Sangro, travolto e ucciso da un’automobile sulla strada statale 17. “Ho sparato per paura ma non volevo uccidere, l’ho trovata dentro la mia proprietà è stato un atto impulsivo, istintivo”, le parole che l’uomo identificato avrebbe detto ai carabinieri di San Benedetto dei Marsi secondo l’Ansa. L’uomo è un 50enne, è stato sottoposto ai rilievi dei militari. Gli accertamenti sono in corso per ricostruire la dinamica dei fatti.
“La notizia dell’uccisione a colpi di fucile dell’orsa Amarena rappresenta un atto gravissimo nei confronti dell’intera Regione che lascia dolore e rabbia per un gesto incomprensibile”. Nessuna giustificazione dal presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio. “In tutti questi anni le comunità fuori e dentro ai parchi hanno sempre dimostrato di saper convivere con gli orsi senza mai interferire con le loro abitudini. Mai un orso ha rappresentato in Abruzzo un qualunque pericolo per l’uomo, neanche quando si è trovato a frequentare i centri abitati“. Il direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise Luciano Sammarone ha lamentato all’Ansa la decantazione del “modello Abruzzo”, “non siamo modello di niente. Davanti agli omicidi che sentiamo al telegiornale, l’uccisione di un’orsa sempre niente a confronto, ma non è così”.