L'annuncio di Rocca
De Angelis “salvo”, niente dimissioni per le parole sulla strage di Bologna: decisiva la giravolta di Meloni
Marcello De Angelis resta al suo posto di responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio. Nonostante il polverone politico-mediatico generato dalle parole sulla strage di Bologna dell’ex direttore del Secolo d’Italia, parlamentare e soprattuto membro del gruppo di estrema destra Terza Posizione, con una condanna definitiva a a 5 anni e 6 mesi per associazione sovversiva e banda armata, il governatore Francesco Rocca ha deciso di “non revocare la fiducia” al suo ex portavoce alla Croce Rossa Italiana.
“Ho incontrato Marcello De Angelis ieri, in tarda serata, e dopo lunghe riflessioni e un attento e sincero confronto, ho deciso di non revocargli la fiducia. Pertanto, manterrà la direzione della Comunicazione Istituzionale in Regione. So bene che, quanto affermato da Marcello De Angelis nei giorni scorsi in relazione alla strage di Bologna, ha offeso e turbato molti, ma il suo è stato un errore dettato da un forte coinvolgimento personale e affettivo a tragiche vicende che, tutt’oggi, animano la coscienza e il dibattito politico nazionale”, ha scritto il presidente della Regione in una nota, chiaramente condivisa dalla premier Giorgia Meloni, che diversi retroscena descrivevano “irritata” e “non felice”, come ammesso dallo stesso Rocca, per l’uscita di De Angelis sulla strage di Bologna.
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Strage costata la vita a 85 persone il 2 agosto di 43 anni fa e che secondo De Angelis non è stata responsabilità degli ex membri dei Nuclei Armati Rivoluzionari Fioravanti, Mambro e Ciavardini (di cui è cognato), condannati come autori materiali della strage. “Non è un’opinione: io lo so con assoluta certezza. E in realtà lo sanno tutti: giornalisti, magistrati e cariche istituzionali”, aveva scritto De Angelis, attaccando in particolare il presidente del Senato Ignazio La Russa, con cui ha condiviso la militanza politica nell’estrema destra, che in occasione delle commemorazioni aveva ricordato la “matrice neofascista” dell’attentato di Bologna.
De Angelis si era quindi detto pronto ad “andare al rogo” per difendere le sue idee come Giordano Bruno, salvo poi fare una parziale marcia indietro nella giornata di lunedì, chiedendo scusa per aver provato “disagi” a tante persone e porgendo le sue scuse “nei confronti di chi io possa aver anche solo turbato esprimendo le mie opinioni”. D’altra parte aveva anche ribadito che “l’unica mia certezza è il dubbio” in merito alla strage di Bologna e alle sentenze, citando a tal proposito “gli interventi di autorevoli di alte cariche dello Stato come Francesco Cossiga e magistrati come il giudice Priore e da decine di giornalisti, avvocati e personalità di tutto rispetto”.
La decisione di Rocca resta a tratti sorprendente. Nei giorni dello “scandalo” erano emersi chiaramente i malumori degli alleati, con Forza Italia in testa a chiedere la “testa” di De Angelis con Maurizio Gasparri. La stessa presidente del Consiglio era apparsa pronta a sacrificare il responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio, fino all’improvviso cambio di rotta.
La motivazione è quella, sostanzialmente, di non “darla vinta” alla sinistra che ha chiesto la cacciata del fedelissimo di Rocca, evocando una “crociata” delle opposizioni che starebbero strumentalizzando l’uscita personale di De Angelis per colpire l’esecutivo.