La premier nella bufera
I disastri della Meloni sono coperti dall’assenza dell’opposizione che è sempre più debole
Giorgia Meloni in partenza per l’America non era stata avvertita che il giorno del suo ritorno sarebbe arrivata la mazzata? Se le cose stanno così, c’è da chiedersi: ma in mano a chi è l’economia del paese?
Editoriali - di Piero Sansonetti
Le notizie che arrivano sulla situazione del nostro paese sono catastrofiche. La sanità è travolta da debiti. Sembra che tocchino i 15 miliardi, e poi ci sarebbe bisogno urgente di nuovi investimenti. Invece sono in arrivo nuovi tagli, perché il governo non è riuscito a governare il Pnrr, e allora rinuncia e lascia alla deriva decine di ospedali. Tagli pesanti anche ai pronto-soccorso.
Gli investimenti per arginare il dissesto idrogeologico e ambientale cancellati con un tratto di penna, perché considerati troppo complicati e quindi non gestibili con le modeste capacità dell’esecutivo. Il carovita galoppa, sebbene l’inflazione, trascinata da un trend europeo favorevole, cali: cala ma senza che calino i prezzi dei beni di prima necessità, e in questo modo si trasforma in inflazione “chirurgica” che colpisce solo i ceti meno ricchi. I ricchi se la cavano La benzina alle stelle, dopo che Meloni aveva promesso che avrebbe tagliato via le accise e dimezzato il prezzo al distributore. Invece è aumentato del 20 per cento.
E poi c’è la farsa del Pil. Tre settimane di gloria per il governo convinto che ormai l’Italia fosse una potenza economica superiore alla Germania e alla Francia, grida e propaganda gioiosa, perché – ancora sulla spinta della Draghinomics – il Pil nel primo trimestre del ‘23 era schizzato in alto; e poi la doccia fredda del crollo nel secondo trimestre, quando è arrivato come una mannaia l’effetto della Melonomics. Pil col segno negativo. E gli esperti dicono che tutti gli indici di cui si dispone lasciano prevedere un calo ulteriore nei prossimi mesi. Rischio recessione.
Su questo, la cosa forse più preoccupante è la sorpresa da parte del governo e del premier. Non lo sapevano? Non avevano capito? Giorgia Meloni in partenza per l’America non era stata avvertita che il giorno del suo ritorno sarebbe arrivata la mazzata? Se le cose stanno così, c’è da chiedersi: ma in mano a chi è l’economia del paese? Ma la classe dirigente di governo ha qualche conoscenza sull’economia reale e su quel che sta succedendo nel nostro sistema produttivo e sociale? Sembra di no. Del resto lo stesso discorso vale per il reddito di cittadinanza. Possibile che a palazzo Chigi non sapessero che lasciare senza una lira, da un giorno all’altro, circa mezzo milione di persone è un attentato alla convivenza civile?
Questo governo ha un grande vantaggio. Quello di avere una opposizione molto debole, incapace di reagire, appassionata solo ai problemi giudiziari dei ministri e cose del genere, legata ancora una idea giustizialista e liberista della sinistra, e quindi inadatta al conflitto, alla lotta sociale, alla rappresentanza dei ceti meno abbienti. Sarà sufficiente al governo godere della assenza di una opposizione robusta e strutturata per reggere ai disastri che sta combinando? Non credo.