La conferma
Saviano cacciato dalla Rai dopo lo scontro con Salvini, l’annuncio dell’AD Sergio: “Scelta aziendale, non politica”
Politica - di Carmine Di Niro
La sua “cacciata” era stata preannunciata da un coro unanime del centrodestra, a partire dalla vicepresidente della commissione parlamentare di Vigilanza Rai Augusta Montaruli che, dall’alto della sua condanna definitiva in Cassazione per le “spese pazze” fatte nel periodo in cui era Consigliera regionale del Piemonte, lo aveva giudicato “incompatibile con la Rai”.
Parliamo di Roberto Saviano, lo scrittore e giornalista che non avrà un suo programma a viale Mazzini. Dato per scontato da mesi, Saviano invece non farà parte dei palinsesti della tv pubblica. Lo ha confermato in una intervista a Il Messaggero l’amministratore delegato della Rai Roberto Sergio, di strettissima fede meloniana.
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Il suo programma “Insider, faccia a faccia con il crimine”, quattro puntate già registrate, non andrà in onda come previsto a novembre. “La scelta è aziendale, non politica”, ha puntualizzato Sergio, anche se pare evidente come il pressing della destra, ancora scottata dello stop forzato a Filippo Facci, estromesso dai palinsesti Rai dopo le parole scritte su Libero sul caso del figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa, accusato di aver abusato di una ragazza, attaccata invece dal giornalista stesso.
Saviano invece paga le reiterate polemiche col ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini e alla sua definizione di “ministro della Mala Vita” (una citazione di Gaetano Salvemini, nda) in relazione alla vicenda della comandante della nave Sea-Watch Carola Rackete.
Per il signor Saviano io sarei il “Ministro della Mala Vita”…..
Altro insulto e altro odio? Altra querela😊 pic.twitter.com/vMjJynMc3S— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) July 21, 2023
Quanto a Sergio, nell’intervista l’AD di viale Mazzini nega che vi sia un rischio di TeleMeloni in Rai. “Sono stato nominato dal consiglio dei ministri presieduto da Giorgia Meloni su indicazione del titolare del Mef, Giancarlo Giorgetti. Se questo significa che il mio essere stato ed essere tuttora legato ai valori democratico-cristiani sparisce, e il tutto viene soppiantato dall’etichetta TeleMeloni, evidentemente – dice Sergio – c’è qualcosa che non va in chi adotta questo approccio“.
Sergio nega quindi che gli addii di Fazio, Annunziata, Gramellini e Berlinguer possano essere letti come una decisione politica: “Non lo so. Ci sono tanti conduttori, artisti, giornalisti, che sono legati alle stesse idee delle persone che ha citato e continuano a lavorare in Rai molto bene. Fazio, mio amico da molti anni, è andato via prima che arrivassi. Berlinguer, Annunziata e Gramellini erano tutti e tre, fino alla fine, nei nuovi palinsesti. Hanno fatto scelte personali che li hanno portati altrove“.
La politica comunque “la incontro ma non mi faccio condizionare nelle scelte aziendali“, assicura l’amministratore delegato ma “non sono di parte, sono al servizio dell’azienda e del Paese“. “Nemmeno io so per chi voto, essendo un democratico-cristiano orfano dello Scudo crociato sulla scheda“, rivela poi nell’intervista al quotidiano romano, rivendicando che “le mie scelte sono sulla base della competenze e del merito“.
Saviano: “Scelta politica”
Non si fa attendere la risposta di Saviano. L’autore di ‘Gomorra’ sottolinea all’Ansa che la scelta della nuova governance Rai di togliere dal palinsesto il suo programma Insider, atteso a novembre su Rai3, “è chiaramente una decisione politica. Hanno elaborato un codice etico che risponde ai desiderata di chi – Salvini – nel 2015 scriveva: ‘Cedo due Mattarella per mezzo Putin’“.
Il giornalista quindi ricorda come su ‘Insider’, il programma di quattro puntate “già registrate” dedicate tra l’altro a don Peppe Diana e ad alcuni cronisti “perseguitati”, si lavorava “da oltre un anno“. “Impossibile”, aggiunge lo scrittore, portare il programma altrove: “Appartiene alla Rai, dove non c’è più spazio per fare antimafia e che, per volontà del governo, ha deciso di censurare la storia di Don Diana e di Enzo Palmesano“. Saviano ha parlato di ‘coincidenza’ con le critiche a don Ciotti espresse da membri della maggioranza: “Mettere alla gogna il percorso di Don Ciotti è un regalo alle mafie e che questo avvenga nelle stesse ore in cui si cancella in Rai una trasmissione antimafia dovrebbe far riflettere“. Si considera un epurato? “È una brutta parola: se io sono un epurato questo governo e questa Rai godono di pessima salute“.