Il voto
Elezioni in Spagna, Popolari primo partito ma maggioranza incerta: flop di Vox superato da Sumar
Esteri - di Carmine Di Niro
La svolta a destra della Spagna è in bilico. L’attesa (almeno stando ai sondaggi) vittoria dei Popolari di Alberto Nuñez Feijóo è in bilico stando agli exit poll diffusi subito dopo la chiusura dei seggi, alle 20.
Il centrodestra è senza dubbio il primo partito con 145-150 seggi, ma è ben sotto i 176 che servono per ottenere la maggioranza assoluta nel Congresso, che ha 350 seggi.
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Secondo gli exit poll di Sigma Dos per Rtve il PSOE, i Socialisti del premier uscente Pedro Sánchez, che ha portato al voto il Paese dopo grave sconfitta elettorale subita alle amministrative di maggio, arretra fino ai 113-118 seggi.
Non sfonda invece Vox, il partito di estrema destra guidato da Santiago Abascal e alleato in Europa della premier italiana Giorgia Meloni: otterrebbe tra i 24 e i 27 seggi (la scorsa legislatura ne aveva 52) finendo per venire scavalcato da Sumar, coalizione di partiti della sinistra radicale creata alcuni mesi fa dalla ministra del Lavoro Yolanda Díaz. Al suo interno sono confluiti Podemos, Más País, En Comú Podem e Compromís.
Bene le forze indipendentiste e locali: Erc 9 seggi, Jxcat 9, Pnv 5, EHbildu 6, Cup 1, Bng 1-2, Cc 1 e Tex 0-1.
🇪🇸 Elezioni in #Spagna: confronto tra la stima seggi @sigmados per @rtve diffusa alle 20:00 e in parentesi il risultato delle elezioni del 10 novembre 2019
PP 145-150 (89)
PSOE 113-118 (120)
Sumar 28-31 (38*)
Vox 24-27 (52)
Altri 32-34 (51)* somma di Unidas Podemos e Más País
— YouTrend (@you_trend) July 23, 2023
Con questi risultati Alberto Nuñez Feijóo dovrebbe forzatamente contare sul sostegno di Vox per formare un governo, condizioni che però il leader dei Popolari per ora aveva sostanzialmente escluso.
Dunque quali potrebbero essere gli scenari del post-voto? Detto della possibilità di un governo di destra Pp-Vox, l’alternativa sarebbe una risicata maggioranza con PSOE, Sumar e i partiti indipendenti catalani e baschi: appare al momento improbabile l’idea di un governo di “larghe intese” tra socialisti e popolari, mentre non è escluso un ritorno a breve alle urne.
Gli schieramenti
In campo ci sono sostanzialmente due schieramenti: da una parte c’è il centrosinistra, col Partito Socialista del premier Sánchez, assieme a Sumar, una coalizione di partiti della sinistra radicale creata alcuni mesi fa dalla ministra del Lavoro Yolanda Díaz. Al suo interno sono confluiti Podemos, Más País, En Comú Podem e Compromís.
Formalmente PSOE e Sumar non sono in coalizione ma si presentano al voto separati ma tutti gli analisti concordano nel sottolineare che se ci fosse la possibilità di ottenere una maggioranza di centrosinistra, Sumar sosterrebbe Sánchez: lo fa già oggi nel governo guidato dal premier.
Sul fronte opposto c’è lo schieramento di destra, guidato dal Partito Popolare, storica forza del centrodestra spagnolo. Il suo leader e candidato premier è Alberto Nuñez Feijóo, dal 2009 al 2022 governatore della Galizia e considerato almeno fino a pochi anni un conservatore moderato, salvo poi spostarsi sensibilmente più a destra per non finire schiacciato da Vox nella battaglia nello stesso ‘polo’.
Proprio gli estremisti di Vox potrebbero risultare il problema più grande per Feijóo, che guarda al partito guidato da Santiago Abascal, alleato a livello europeo con Meloni che in più occasioni ha partecipato a sue iniziative elettorali, con grande disagio per le sue posizioni contro immigrazione, femminismo, Europa, politiche contro il cambiamento climatico.
Al contrario di PSOE e Sumar, un accordo post-elettorale tra Popolari e Vox non è dunque affatto scontato. Tra i due partiti in ogni caso vi sono precedenti: nel 2022 il PP ha formato un governo di coalizione con Vox nella regione di di Castilla-León, situazione che si è ripetuta a maggio nella regione di Valencia.
Per ottenere i fatidici 176 seggi potrebbero risultare decisivi i partiti regionali, piccoli movimenti politici che rappresentano le istanze locali: i più noti sono i partiti indipendentisti catalani ERC (di sinistra, con 13 deputati nel Congresso attuale) e PDeCAT (di destra, 4 deputati) assieme ai due partiti nazionalisti baschi Bildu (di sinistra, 5 deputati) e PNV (di destra, 6 deputati).