Dopo nuovo ok a manifestazione

Rogo del Corano in Svezia, la protesta a Baghdad: assaltata ambasciata svedese

Esteri - di Redazione Web

20 Luglio 2023 alle 10:43 - Ultimo agg. 20 Luglio 2023 alle 11:06

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Rogo del Corano in Svezia, la protesta a Baghdad: assaltata ambasciata svedese

Dopo il rogo del Corano di tre settimane fa in Svezia, il rischio che fatti del genere potessero riverificarsi a breve, hanno fatto scattare la protesta a Baghdad. All’alba centinaia di manifestanti hanno assaltato l’ambasciata svedese: i manifestanti hanno appiccato il fuoco davanti alla struttura. Nessun membro del personale è stato ferito ma la polizia ha usato idranti per disperdere i manifestanti. La protesta è scattata dopo che si è diffusa la notizia che le autorità svedesi hanno concesso l’autorizzazione per una nuova manifestazione dello stesso tenore di quella svoltasi tre settimane fa davanti alla moschea.

La nuova manifestazione autorizzata per il 20 luglio prevede il rogo del Corano e quello di una bandiera irachena, questa volta all’esterno dell’ambasciata irachena a Stoccolma. Così all’alba è scattato l’assedio all’ambasciata a Baghdad. Le immagini hanno subito fatto il giro del mondo. Il Ministro degli esteri svedese ha confermato che tutto il personale è in sicurezza e il ministero è in contatto regolare con loro. Il governo Iracheno ha condannato l’episodio e il ministro degli Esteri ha invitato la polizia a identificare i responsabili dell’assedio. “Abbiamo dato istruzioni ai servizi di sicurezza competenti – si legge nel comunicato – di condurre un’indagine urgente e di prendere tutte le misure necessarie per scoprire le circostanze dell’incidente e identificare i responsabili”.

Lo scorso 28 giugno, primo giorno della festa musulmana dell’Eid al-Adha, si era svolta la protesta davanti alla moschea più grande di Stoccolma, e Salwan Momika, 37enne rifugiato iracheno, aveva bruciato il Corano: un gesto che aveva scatenato un’ondata di condanne in tutto il mondo. Quel giorno la tensione fu altissima. La richiesta era stata inoltrata a febbraio da Salwan Momika, 37 anni, un uomo di origine irachena residente in Svezia con lo status di richiedente asilo. La richiesta era stata inizialmente respinta per i rischi legati alla sicurezza che avrebbe potuto provocare. Com’era successo lo scorso gennaio quando un attivista di estrema destra, Rasmus Paludan, xenofobo accusato di essere finanziato da un fiancheggiatore del canale di propaganda Russia Today. Paludan aveva bruciato una copia del testo sacro nei pressi dell’ambasciata turca di Stoccolma.

Quel gesto aveva suscitato reazioni da parte di tutto il mondo musulmano. Il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan aveva minacciato lo stop all’ingresso della Svezia nella NATO e l’unità anti-terrorismo della polizia di sicurezza aveva riportato che vari appelli internazionali a commettere reati in Svezia erano stati lanciati dopo quel gesto. Due settimane fa un tribunale svedese aveva annullato la decisione della polizia dopo il ricorso di Momika ritenendo che i rischi della sicurezza non fossero tali da impedire il diritto di bruciare il libro sacro in uno spazio pubblico.

“I rischi per la sicurezza e le conseguenze che l’autorità può vedere connesse a un rogo del Corano non sono di natura tale da poter essere, secondo la normativa vigente, la base per una decisione di rigetto una domanda per un incontro pubblico”. Per l’uomo il Corano rappresenterebbe “un pericolo per le leggi democratiche e per i valori svedesi e umani”. È arrivato a chiedere di mettere al bando il testo in Svezia. Poi la polizia ha deciso per il via libera e la tensione è salita alle stelle. La presenza degli agenti in ogni strada è stata rinforzata. E in particolare davanti alla moschea dove è stato inscenato il rogo simbolico.  In quella giornata di tensioni, alla fine, la polizia di Stoccolma ha diffuso un comunicato in cui si legge che Salwan Momika è stato denunciato per istigazione all’odio nei confronti dei musulmani e per l’incendio delle pagine del Corano. L’iniziativa, nonostante fosse stata autorizzava, violava infatti una norma del municipio di Stoccolma che proibisce di accendere fuochi in pubblico.

20 Luglio 2023

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