La premier in Polonia

Ennesimo disastro della Meloni: viene scaricata da Morawiecki ma si dice ammirata dal premier polacco

A Varsavia Giorgia incassa un altro rifiuto alla sua soluzione europea anti-profughi ma esulta: “Io ammirata da chi difende gli interessi nazionali”

Esteri - di Giulio Seminara

6 Luglio 2023 alle 13:40 - Ultimo agg. 6 Luglio 2023 alle 17:06

Condividi l'articolo

Ennesimo disastro della Meloni: viene scaricata da Morawiecki ma si dice ammirata dal premier polacco

Radio Varsavia, l’ultimo appello è da dimenticare. Chiediamo scusa a Franco Battiato per l’appropriazione indebita ma il duetto tra Giorgia Meloni e il presidente del Consiglio polacco Mateusz Morawiecki a base di linea dura sull’immigrazione, sovranismo d’antan e reciproci complimenti suona, a un anno dalle elezioni europee, come una chiamata alle armi per la destra continentale e un campanello d’allarme per l’Europa progressista e solidale.

Ieri Meloni si è recata a Varsavia, per la seconda volta dopo la sua elezione, in doppia veste: presidente del Consiglio ma soprattutto leader europea dei Conservatori e riformisti (Ecr), il partito di cui fa parte Pis, la formazione politica ultraconservatrice che governa la Polonia in opposizione anche ai popolari. Infatti dopo il bilaterale istituzionale i due capi di governo hanno partecipato insieme a una kermesse internazionale di Ecr, sempre nella capitale, lanciando idealmente un guanto di sfida all’Europa delle larghe intese Ppe-Socialisti. Un equilibrio che la premier vuole fare saltare, spostando a destra il prossimo assetto dell’Unione, grazie proprio ad alleati come Pis e gli spagnoli di Vox, ieri citati con entusiasmo.

E pensare che alla vigilia di questa visita alcuni osservatori pensavano che la premier avrebbe svolto il ruolo della colomba, di mediatrice tra l’Unione e Morawiecki, il guastatore, insieme al presidente ungherese Viktor Urban, dell’ultimo Consiglio europeo con quel pesante no al Patto sull’immigrazione che vorrebbe imporre ai Paesi membri che si rifiutano di accogliere migranti un pagamento, piccolo risarcimento a favore degli Stati che invece praticano l’accoglienza. Una mancata solidarietà che danneggia anche l’Italia, paese di primo approdo, ma che ieri Morawiecki ha rivendicato con orgoglio: “Il Patto migratorio non è né nell’interesse italiano né della Polonia. Non diamo l’assenso ad alcun accordo che porterà all’obbligo di accoglienza dei migranti illegali o a sanzioni per chi non accetta la regola del ricollocamento”.

Teoricamente una premier “patriottica” avrebbe risposto a tono a un collega straniero che sabota l’Italia sull’immigrazione dicendo pure che lo fa nell’interesse del nostro paese. E invece Meloni si è detta “ammirata” : “Non mi potrei mai lamentare di chi difende gli interessi nazionali, sono ammirata da come Morawiecki dimostra forza nel difendere l’interesse della Polonia”. E il mancato sostegno all’Italia, con il niet polacco al contributo economico per ogni migrante respinto? Secondo la premier con il suo alleato “non c’è divisione perché lavoriamo su come fermare la migrazione illegale e non su come gestirla quando i migranti arrivano in Europa”.

Insomma, di fronte al dramma umanitario in atto nel Mediterraneo l’Italia rischia l’isolamento però il governo “ammira” chi la isola, in sintonia sulla linea dura. Morawiecki non si è limitato a demolire il Patto europeo e ha annunciato un referendum “perché i polacchi possano dire il loro parere sull’immigrazione irregolare, su chi è il padrone: l’Unione Europea o un paese sovrano”. Interessante anche un passaggio del premier polacco sulla Francia del rivale liberale Emmanuel Macron alle prese con gli scontri nelle città: “La priorità dell’Ue dovrebbe essere la sicurezza dei paesi, se non controlliamo la migrazione irregolare rischiamo di vedere nelle nostre strade quello che vediamo ora in altri stati membri”. Sovranismo elettorale à gogo accanto a una Meloni entusiasta, altro che colomba tra Commissione e destra euroscettica. A un certo punto la premier dice che l’Unionedeve ringraziare il governo polacco” per la sua posizione sulla guerra in Ucraina, per la “grande capacità di accoglienza dei profughi ucraini” e per “la stessa visione della Ue che vogliamo nel futuro”.

Quindi i profughi vanno bene solo se ucraini. Sulla guerra d’altronde “Italia e Polonia hanno posizioni sostanzialmente identiche”, afferma la premier. Tra i due leader una corrispondenza d’amorosi sensi che Meloni certifica così: “Nei consigli europei ci basta davvero uno sguardo”. E pazienza se all’ultimo Consiglio Varsavia remava contro l’Italia e se Bruxelles da tempo accusa il governo polacco sulla mancata indipendenza dei giudici e dei media. In questa giornata da internazionale sovranista la leader dei Conservatori non poteva esimersi dall’omaggiare gli “amici” di Vox,la loro campagna elettorale mi ricorda molto la nostra”. Anche i post-franchisti sono centrali per l’obiettivo di Meloni, ufficializzato ieri durante la kermesse di Ecr: “Rafforzare la nostra famiglia dei Conservatori, che dovrà essere determinante dopo il voto delle Europee”. Forse più di un guanto di sfida all’attuale maggioranza Ursula.

Un guanto in parte raccolto dalle opposizioni italiane. La segretaria del Pd Elly Schlein ha dichiarato che la premier è andata a Varsavia “a farsi ribadire il ‘no’ a condividere responsabilità sull’accoglienza, lasciando sola l’Italia” e che “anziché battersi, dice che hanno ragione”. La chiosa è netta: “Se scegli amici che vogliono muri, te li alzano contro”. Critico anche il M5s con una nota: «È sconfortante sentire la Meloni da Varsavia difendere senza vergogna le posizioni egoistiche e nazionaliste dei suoi amici sovranisti polacchi e ungheresi che si oppongono alla redistribuzione dei migranti in Europa». Radio Varsavia ieri l’hanno sentita proprio tutti. A Bruxelles e Roma.

6 Luglio 2023

Condividi l'articolo