Condannato per abuso di potere
Fine dei giochi per Bolsonaro, condannato dal Tribunale supremo elettorale brasiliano: sarà ineleggibile per otto anni
Esteri - di Carmine Di Niro

La carriera politica di Jair Bolsonaro è praticamente arrivata al capolinea. La scure dei giudici si è abbattuta sull’ex presidente del Brasile: il leader xenofobo e razzista dell’estrema destra verdeoro non potrà ricoprire incarichi pubblici per i prossimi otto anni, dovendo così dire addio ai propositi di ricandidarsi alle presidenziali del 2026 ma rendendo ostica anche la possibilità di un tentativo nel 2030, quando avrà 75 anni.
La mazzata è arrivata con la decisione del Tribunale Supremo Elettorale, che ha deciso di condannare l’ex leader dell’estrema destra con una maggioranza qualificata.
Cinque giudici su sette si sono espressi a favore della condanna di Bolsonaro, riconosciuto colpevole di abuso di potere e uso distorsivo dei media a fini elettorali. L’udienza è durata oltre tre ore e il relatore del procedimento, Benedito Goncalves, ha utilizzato toni durissimi contro l’ex presidente, sconfitto nelle urne dallo storico leader della sinistra Lula.
Il magistrato, sottolinea l’Ansa, ha fatto leva sul documento golpista ritrovato in casa dell’ex ministro bolsonarista, Anderson Torres, per sottolineare come il leader sovranista abbia “flirtato pericolosamente col golpismo“, abbia spinto i suoi sostenitori verso “una paranoia collettiva“, diffondendo “fake news”, diventando il “regista” dell’attacco ai palazzi del potere della capitale Brasilia lo scorso 8 gennaio. Gli unici ad esprimersi a favore dell’ex capo di Stato – come previsto – sono stati i magistrati Raul Araujo e Nunes Marques.
In realtà il caso esaminato dal Tribunale era quello meno rilevante dal punto di vista penale tra quelli che pendano sul capo di Bolsonaro, ben sedici: riguardava la convocazione di tutti gli ambasciatori accreditati in Brasile per un incontro ufficiale al Palazzo de l’Alvorada. In quell’incontro il presidente, a tre mesi dalle elezioni, si scagliò contro il sistema elettorale elettronico (in vigore da quasi 30 anni nel Paese) denunciando le possibilità di attuare frodi, senza fornire alcuna prova.
Visibilmente turbato dalla decisione del Tribunale Superiore Elettorale, Bolsonaro ha reagito in una conferenza stampa dai toni durissimi. “Alcuni settori della società e il Tribunale superiore elettorale hanno fatto un massacro su di me – ha gridato il leader ultraconservatore ai microfoni dei media – Ho rispettato la costituzione, ho lavorato nel perimetro della legalità“, ha continuato in un intervento fiume, avvertendo che il Brasile “è sulla strada verso una dittatura“.
Bolsonaro ha aggiunto di esser stato “pugnalato allo stomaco” nel 2018 “e oggi sono stato pugnalato alle spalle con l’ineleggibilità“. “Luiz Inacio Lula da Silva non avrà più un avversario. Chi sarà l’opposizione alle presidenziali del 2026?“, ha sottolineato il leader sovranista, che potrebbe presentare un ricorso contro la sentenza.
Tra le formazioni politiche di destra però è già partita la corsa per trovare un nuovo candidato per le presidenziali del 2026: tra i favoriti c’è il governatore dello Stato di San Paolo Tarcisio de Freitas, mentre lo stesso Bolsonaro ha escluso la candidatura della moglie Michelle, che “non ha l’esperienza per sopportare una politica tanto violenta” come quella brasiliana.