Altissima tensione

Francia a ferro e fuoco, proteste in piazza dopo l’omicidio del 17enne da parte della polizia: 150 arresti

Ancora scontri, prevista nel primo pomeriggio una "marcia bianca" in ricordo di Nahel M.. Per Macron è “imperdonabile” l’uccisione del ragazzo e sono “ingiustificabili” le violenze in strada

Esteri - di Antonio Lamorte - 29 Giugno 2023

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Francia a ferro e fuoco, proteste in piazza dopo l’omicidio del 17enne da parte della polizia: 150 arresti

Seconda notte di scontri in Francia, almeno 150 arrestati. È altissima la tensione dopo l’uccisione di un 17enne, da parte di un agente di polizia, martedì mattina a Nanterre, quartiere popolare nell’ovest di Parigi. Le proteste sono esplose in serata dopo la diffusione della notizia e sono continuate anche nella giornata di ieri e in serata. Soprattutto nella capitale, a Lione, Tolosa, Lille, Digione, Roubaix e Amiens. Il dato degli arresti è stato comunicato dal ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin. Soltanto nella giurisdizione di Parigi sono state arrestate 77 persone. Prevista nel primo pomeriggio a Nanterre una “marcia bianca” in ricordo di Nahel.

Automobili e bidoni della spazzatura date alle fiamme, danneggiamenti e saccheggi, scontri con la polizia, lancio di gas lacrimogeni per disperdere la folla. A Fresnes attaccata una prigione con bombe carta sparate da mortai pirotecnici. A Clamart è stato incendiato un tram. I manifestanti hanno preso di mira anche gli uffici delle istituzioni come scuole, municipi e commissariati. A Mons-en-Barœul, vicino Lille, il municipio è stato parzialmente incendiato. “Una notte di violenze insopportabili contro gli edifici simbolo della Repubblica: municipi, scuole e commissariati incendiati o attaccati. 150 richieste. Sostegno ai poliziotti, agenti e vigili del fuoco che hanno affrontato tutto con coraggio. Vergogna per non ha invitato alla calma”, ha scritto su Twitter il ministro dell’Interno Gerald Darmanin.

 

Il governo ha schierato 40mila agenti di polizia e gendarmi, cinquemila soltanto a Parigi e nelle banlieue. Il Presidente Emmanuel Macron ha convocato un’unità di crisi interministeriale dopo la seconda notte di scontri. “Le ultime ore sono state segnate da scene di violenza ingiustificabili contro le istituzioni”, ha detto il Presidente che ha definito “imperdonabile” l’uccisione del ragazzo e “ingiustificabili” le violenze scatenate dall’accaduto. “Le prossime ore devono portare a meditare e al rispetto”. Rinviati fino a nuovo ordine tutti i viaggi non prioritari dei ministri.

La rabbia è scaturita soprattutto dopo che il video di 50 secondi dell’accaduto è diventato virale. Nahël M. aveva 17 anni. Era alla guida di un’auto sportiva, una Mercedes AMG gialla. A bordo c’erano altre due persone. La polizia aveva dichiarato subito dopo l’accaduto che il veicolo stava per investire due agenti in motocicletta. Le immagini che hanno preso a circolare sui social hanno raccontato però un’altra dinamica: gli agenti avevano fermato l’auto, stavano parlando con i ragazzi tramite il finestrino aperto, quando il 17enne aveva provato a ripartire è partito il colpo mortale dall’arma dell’agente.

Dopo una decina di metri l’automobile si era schiantata contro il palo. Il ragazzo è morto pochi minuti dopo. Il poliziotto che ha aperto il fuoco si trova ancora in custodia cautelare. Il procuratore di Nanterre ha detto in conferenza stampa che l’agente è accusato di omicidio volontario e ha sostenuto come non ci fossero le “condizioni legali per l’utilizzo dell’arma” da parte dell’agente. La polizia sta ancora cercando uno degli altri due passeggeri dell’automobile, scomparso dopo l’incidente. L’altro passeggero è stato brevemente arrestato e in seguito rilasciato.

 

Nahel era figlio unico, di origine algerina, era stato cresciuto dalla madre Mounia. Non avrebbe mai conosciuto suo padre. Aveva lavorato come fattorino porta pizze e aveva giocato a rugby nel club dei Pirati di Nanterre. Aveva preso parte a un programma di inclusione per adolescenti in difficoltà a scuola, gestito dall’associazione Ovale Citoyen. “Era qualcuno che aveva la volontà di inserirsi socialmente e professionalmente, non un ragazzino che spacciava droga o si divertiva con la criminalità minorile”, ha raccontato il presidente dell’associazione a Le Parisien. Dal 2021 era stato oggetto di ben cinque controlli di polizia, i cosiddetti refus d’obtempérer. La settimana scorsa era stato detenuto per tale rifiuto e doveva comparire davanti a un tribunale per i minorenni. Gli avvocati insistono sul fatto che la sua fedina penale era pulita. I suoi trascorsi con la polizia erano registrati nel fascicolo Taj, quello che riguarda il trattamento dei precedenti penali. La madre ha raccontato che il figlio l’aveva salutata con un grande bacio, “mamma ti amo”, e poi era uscito martedì mattina.

Sul posto della tragedia, in piazza Nelson Mandela, mazzi di fiori e bigliettini in ricordo di Nahel. Anche il campione e attaccante del Paris Saint Germain e capitano della Nazionale francese Kylian Mbappé ha condiviso un post di cordoglio sui social in ricordo del ragazzo ucciso. Come lui anche il compagno di Nazionale Aurélien Tchouaméni è intervenuto con una lettera aperta pubblicata su Twitter. “Vorrei capire perché il grilletto sembra più facile da premere quando si tratta di un certo tipo di individui. So che l’uso della forza da parte della polizia non è necessariamente illegale. So anche che la questione centrale sta nell’equilibrio tra legittimità e illegalità dell’uso della forza. E infine, so che è fondamentale ripristinare la fiducia dei cittadini nella loro polizia, e che qualsiasi mancanza di giustizia incoraggia i dubbi sull’operato delle forze dell’ordine”.

 

29 Giugno 2023

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