Il terzo atto di Gratteri

Gratteri ci riprova, altra indagine contro l’ex governatore della Calabria Oliverio: i precedenti delle inchieste flop

Giustizia - di Carmine Di Niro

27 Giugno 2023 alle 11:40 - Ultimo agg. 27 Giugno 2023 alle 13:17

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Gratteri ci riprova, altra indagine contro l’ex governatore della Calabria Oliverio: i precedenti delle inchieste flop

Ci risiamo. L’ex presidente della Regione Calabria Mario Oliverio finisce nuovamente nel mirino della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, e dunque di quel Nicola Gratteri che con l’ex governatore ha trascorsi complicati, con l’inchiesta sul “Festival dei due mondi” di Spoleto finita con l’assoluzione.

Oliverio, dicevamo, risulta indagato nella maxi indagine che ha portato questa mattina all’esecuzione di 43 ordinanze di misure cautelari tra carcere e arresti domiciliari: gli indagati rispondono a vario titolo di associazione mafiosa, associazione a delinquere semplice, truffa, estorsione, trasferimento fraudolento di valori.

L’ipotesi di reato a carico di Oliverio, che è stato in carica dal 2014 al 2020, è quella di associazione per delinquere aggravata dalle modalità mafiose. Tra gli indagati ci sono inoltre gli ex assessori regionali Nicola Adamo, di 66 anni, ed Antonietta Rizzo, di 59, e l’ex consigliere regionale Seby Romeo, di 48, tutti del Partito Democratico.

Nell’elenco degli indagati figura anche un ex dirigente della Regione Calabria, Mimmo Pallaria, di 64 anni, ex sindaco di Curinga (Catanzaro) ed attuale consigliere comunale dello stesso centro, e Orsola Reillo, di 59, ex direttore generale del Dipartimento ambiente e territorio sempre della Regione Calabria. Ed ancora sono indagati l’attuale sindaco di Rocca di Neto, Alfonso Dattolo, di 59 anni, anche lui ex consigliere regionale, eletto con la lista dell’Udc, e Raffaele Vrenna, di 65, imprenditore del settore dei rifiuti ed ex presidente del Crotone Calcio, società attualmente presieduta dal fratello Gianni. Indagati anche l’ex consigliere regionale Vincenzo Sculco (sottoposto ai domiciliari) e alla figlia Flora Sculco, a sua volta ex consigliera regionale.

L’operazione di questa mattina è stata condotta con il supporto, nella fase esecutiva, dei carabinieri dei Comandi provinciali di Crotone, Cosenza, Catanzaro, Potenza, Parma, Brescia, Milano e Mantova e dello Squadrone Eliportato Calabria. Ventidue delle persone coinvolte sono indagate per associazione per delinquere di tipo mafioso, 9 per associazione per delinquere, 3 per associazione per delinquere finalizzata alle truffe ed altri per turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, trasferimento fraudolento di valori, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, turbata libertà degli incanti, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e falsità ideologica e materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.

Per Oliverio si tratta dell’ennesima indagine giudiziaria condotta contro di lui dalla Dda di Gratteri: i precedenti sono tutti a favore dell’ex governatore, al carissimo prezzo di una carriera politica distrutta dalle inchieste. Due i flop del magistrato tanto apprezzato da grillini e Travaglio: il fallimento dell’inchiesta “Lande desolate”, che aveva portato nel dicembre 2018 alle accuse nei confronti dell’allora governatore calabrese di corruzione e abuso d’ufficio in relazione ad alcuni appalti per la realizzazione di opere pubbliche a Scalea, Lorica e Cosenza ad una ditta vicina alla ‘Ndrina Muto di Cetraro (in  del rallentamento dei lavori in piazza Bilotti a Cosenza, un’opera che avrebbe dato lustro al sindaco di centrodestra Mario Occhiuto); quindi nel 2019, a pochi mesi dal voto, l’accusa di peculato per un finanziamento da 95mila euro destinato ad “attività di promozione turistica” nell’ambito del Festival dei due mondi di Spoleto che in realtà sarebbe servito per una “personale promozione politica” dello stesso Oliverio.

Per quest’ultima inchiesta il pm Graziella Viscomi aveva chiesto 4 anni e 6 mesi di reclusione per Oliverio, assolto invece con formula piena. L’operazione “Lande Desolate”, sempre della Procura della Repubblica di Catanzaro, lo aveva costretto nella sua residenza di San Giovanni in Fiore, per 3 mesi, limitandolo nei suoi doveri e funzioni istituzionali di Presidente della Regione, provvedimento cautelare annullato dalla Suprema Corte di Cassazione sulla base di motivazioni che demolirono l’impianto accusatorio. L’assoluzione nell’inchiesta “Lande Desolate” non venne poi appellata dalla Procura in Cassazione, certificando così il flop dell’indagine.

27 Giugno 2023

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