Ok attenuanti per lieve entità
Per Cospito pena ridotta a 23 anni per l’attentato anarchico ai carabinieri di Fossano: il pg aveva chiesto l’ergastolo
Niente ergastolo con isolamento diurno per 12 mesi, come richiesto dal procuratore generale di Torino Piero Saluzzo.
La Corte d’assise d’appello ha rimodulato a 23 anni di reclusione la condanna per Alfredo Cospito, l’anarchico alla sbarra per l’attentato alla scuola allievi carabinieri di Fossano del 2006.
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La vicenda di Cospito, che era stato recluso al 41 bis e che per questo aveva iniziato un lungo sciopero fame dal 20 ottobre al 19 aprile, per 182 giorni, aveva portato al centro delle attenzioni il dibattito sul regime carcerario e sulle condizioni dei detenuti al 41 bis.
La Corte ha comminato una pena di 17 anni e 9 mesi per Anna Beniamino, compagna di Cospito, a fronte di una richiesta di 27 anni e un mese. I due erano accusati di aver piazzato due ordigni a basso potenziale nei pressi della caserma dei carabinieri di Fossano nella notte tra il 2 e il 3 giugno 2006, esplosioni avvenute a distanza di mezz’ora l’una dall’altra che non causarono vittime o feriti.
A Cospito veniva contestata la “strage politica”, reato riqualificato dalla Corte di Cassazione: per i fatti di Fossano Cospito e Beniamino erano già stati condannati a 20 e 16 anni.
Ma la “strage politica” nel codice penale è appunto punita con la pena dell’ergastolo. La Corte d’assise ha invece riconosciuto ad entrambi due attenuanti: le generiche e quella della lieve entità, come richiesto dalla difesa, che sottolineava come le due esplosioni non avessero ferito nessuno.
Non è un caso dunque se la difesa dell’anarchico si definisce “assolutamente soddisfatta”. “Ventitre anni è una pena elevata ma avevamo timore che potesse andare molto, molto peggio”, ha commentato l’avvocato Fulvio Rossi Albertini. ”I giudici hanno marcato l’alveo su cui già si era inserita la Corte d’assise d’appello il 5 dicembre scorso, allorché inviò la questione di legittimità costituzionale alla Corte costituzionale”, aggiunge il legale.
Dello stesso avviso l’avvocato di Beniamino, Gianluca Vitale, che rimarca come sia stata “ricondotta un minimo di ragionevolezza su questo procedimento”. “Non riconoscere la circostanza dell’articolo 311 (le attenuanti per lieve entità, ndr) sarebbe stato abnorme, soprattutto dopo la pronuncia della Corte Costituzionale – ha aggiunto Vitale -. La pena resta significativa ma siamo soddisfatti”.
Nel corso dell’udienza finale COspito aveva rilasciato dichiarazioni spontanee in cui aveva ricordato come “in 20 anni di attentati di sigle anarchiche non c’è mai stato un morto. Chiaramente erano tutti attentati dimostrativi. Questo è solo un processo alle idee”. “In questo processo sono evidenti accanimento e stranezze, quando è successo l’attentato nessuno gli ha dato importanza. Poi la Cassazione ha trasformato una strage semplice in strage politica”, ha aggiunto ancora Cospito nelle sue dichiarazioni in videoconferenza. E ancora: “Non c’è nessuna certezza che chi ha fatto quell’attentato voleva uccidere, non ci si può affidare a perizie fatte dopo. Non c’è nessuna prova che io e Anna abbiamo piazzato gli ordigni a Fossano“.