La polemica del giorno

“Dovrete passare sul mio cadavere per togliere una sola croce di vetta”: ma nessuno le voleva rimuovere

Le dichiarazioni di un membro del CAI travisate e strumentalizzate. Quella sui crocifissi ad alta quota è soltanto l'ultima e quotidiana polemica cavalcata dal governo

Cultura - di Redazione Web

26 Giugno 2023 alle 16:48

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“Dovrete passare sul mio cadavere per togliere una sola croce di vetta”: ma nessuno le voleva rimuovere

Una polemica al giorno, puntuale. Sempre qualcosa di politicamente peloso, ideologico, meglio ancora se in grado di togliere spazio ad altri temi più scomodi e spinosi per la maggioranza di governo. Il simbolo dei simboli: la croce di Gesù Cristo è al centro dell’ultimo scandalo, un’indignazione senza fine per il centrodestra. E solo perché il direttore editoriale del Cai Marco Albino Ferrari ha proposto: “Non saranno installate nuove croci sulle montagne”. Che non voleva dire: togliamo tutte le croci di vetta dalle vette appunto. E neanche un giudizio di merito sul gesto e l’omaggio. Niente da fare. Il caso è diventato: vogliono togliere tutte le croci dalle vette. Apriti cielo.

A scagliarsi tra i primi nell’ultimissima agone Daniela Santanché, ministra del Turismo. “Inaccettabile la decisione del Cai. Un territorio si tutela fin dalle sue identità e l’identità delle nostre comunità è fatta anche di simboli”, ha twittato la ministra. Il vice primo ministro e ministro della Infrastrutture e segretario della Lega Matteo Salvini aveva postato la foto di un articolo e ha scritto: “Penso che la proposta di ‘vietare’ il Crocifisso in montagna perché ‘divisivo e anacronistico’ sia una sciocchezza, senza cuore e senza senso, che nega la nostra Storia, la nostra cultura, il nostro passato e il nostro futuro”. Il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo: “Il dibattito sulle croci in cima alle vette, ritenute ‘anacronistiche e divisive’, mi lascia attonito”.

Lo scrittore e direttore editoriale e responsabile delle attività culturali del Club Alpino Italiano (CAI) Marco Albino Ferrari era intervenuto alla presentazione di un libro e aveva immaginato l’opportunità di non installare nuove croci in cima alle montagne. Non ha mai parlato di staccare le croci presenti. Le sue considerazioni erano state raccolte in un articolo sul portale del CAI, Lo Scarpone. Il pezzo era stato ripreso con pezzi un po’ equivoci se non maliziosi. Il CAI alla fine è intervenuto per dissociarsi dalle opinioni di Ferrari che comunque non si esprimevano sulle croci esistenti. Millesimi ha aggiunto che è il CAI stesso a occuparsi della manutenzione delle stesse croci. All’incontro era presente il sacerdote Melchor Sánchez de Toca y Alameda, sottosegretario del dicastero per la Cultura e l’Educazione del Vaticano, che si era dichiarato d’accordo con l’idea di non aggiungere altre croci.

Le croci di vetta sono di legno, metallo o di pietra. Spiccano su cime e cucuzzoli di Alpi e Appennini. L’usanza di erigerle era cominciata alla fine del Settecento per celebrare e fissare l’impresa alpinistica e per dare una forma concreta alle preghiere. Della questione se ne parlava già agli esordi del Club Alpino Italiano alla fine dell’Ottocento. Il dibattito si è innescato da anni, da quando l’universalità dei simboli viene messa in discussione e da quando l’ambientalismo è ritornato a una nuova fase militante e molto attiva. La storica dell’arte Ines Millesimi ha dedicato al tema il libro Croci con vetta in Appennino (Ciampi Editore, 2022) che stava presentando proprio con Ferrari. La linea degli interventi era stata confermata in un articolo riassuntivo dell’incontro pubblicato su Lo Scarpone.

Il Presidente del CAI Antonio Montani è intervenuto per calmare gli animi. “Non abbiamo mai trattato l’argomento delle croci in vetta in alcuna sede, tantomeno prendendo una posizione ufficiale”, ha assicurato scusandosi personalmente con Santanchè “per l’equivoco”, nato da “dichiarazioni personali”. Niente da fare. Le reazioni già erano partite. Il deputato Mauro Malaguti ha sollecitato perfino le dimissioni, il governatore della Lombarda Attilio Fontana aveva attribuito l’uscita “ai primi caldi”. Salvini aveva riconosciuto la “scelta di buonsenso del CAI che, dopo il nostro appello, fa dietrofront sullo stop alle croci in cima alle montagne. Bene così!” anche se non c’era stata né una scelta né un dietrofront. Domenica a un congresso del Carroccio in Piemonte era arrivato a dire: “Dovrete passare sul mio corpo per togliere un solo crocifisso da una vetta alpina, senza se e senza ma”.

26 Giugno 2023

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