Il caso dell'ex direttore

Minenna arrestato per corruzione: il reato è di avere rapporti con la Lega…

Secondo la Procura di Forlì, l’ex direttore generale delle Dogane avrebbe brigato con il salviniano Pini per accreditarsi nel Carroccio

Giustizia - di Paolo Comi

23 Giugno 2023 alle 15:00 - Ultimo agg. 7 Luglio 2023 alle 13:16

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Minenna arrestato per corruzione: il reato è di avere rapporti con la Lega…

Marcello Minenna, ex direttore generale dell’Agenzia delle dogane e arrestato ieri dalla Procura di Forlì, pur essendo un grillino della prima ora, avrebbe cercato di accreditarsi con la Lega. A fare da tramite nella sua ‘conversione’ sarebbe stato Gianluca Pini, ex deputato del Carroccio fino al 2018 ed originario proprio di Forlì, anch’egli arrestato ieri.

È questo il singolare movente ipotizzato dalla Procura romagnola al termine di una indagine durata tre anni e che ha portato all’arresto, oltre che di Minenna e Pini, di 32 persone, fra funzionari della prefettura, dell’ausl e delle dogane, con l’accusa di corruzione e falso. Minenna, scrivono i magistrati, “accettava le promesse di accreditamento all’interno del partito ‘Lega Salvini Premier’ e di riconferma della nomina nel ruolo di direttore generale dell’Agenzia delle Dogane in cambio dell’asservimento della sua funzione pubblica agli interessi privati dell’imprenditore Pini’’.

L’allora capo delle Dogane, amico personale di Beppe Grillo, in occasione delle importazioni delle solite mascherine cinesi, fonte di guai per chiunque, in piena pandemia, avrebbe messo “a servizio di Pini l’esercizio della sua funzione pubblica sia intervenendo egli stesso con gli uffici territoriali, sia dando ordini ai suoi più stretti collaboratori, dirigenti nazionali dell’Agenzia delle dogane, di “mettersi a disposizione’’ dell’ex parlamentare “per risolvergli i problemi che l’imprenditore aveva in fase sdoganamento della merce ovvero in fase di accertamenti da parte dei funzionari territoriali delle dogane’’.

Sempre secondo la Procura, Pini si sarebbe allora giovato di “importanti conoscenze criminali legate alla malavita albanese e al narcotraffico per approvvigionarsi di denaro da reinvestire in attività formalmente lecite o per acquisto di immobili”. L’indagine sarebbe iniziata in maniera del tutto casuale, con arresto nell’estate del 2020 di due fratelli soci di un’impresa di autotrasporto che, provenienti dal Belgio, vennero trovati in possesso di ventotto chilogrammi di cocaina suddivisi in panetti da un chilo l’uno. Pini, sparito dai radar nel 2018, avrebbe invece continuato ad avere grande ascendente nei palazzi romani, riuscendo a far confermare Minenna, nominato durante nel governo Conte uno, anche quando la Lega era finita all’opposizione. Pesanti i giudizi espressi nei suoi confronti da parte dei magistrati. Pini garantiva “la presenza di persone a lui asservite all’interno di diverse istituzioni pubbliche locali e nazionali” i quali gli “garantivano la cura dei suoi interessi all’interno dell’amministrazione di appartenenza”.

Non confermato a gennaio scorso dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, Minenna, classe 1971 e originario di Bari, era stato nominato poco dopo assessore in Calabria. “A seguito della sospensione – automatica e prevista dalla legge – dell’assessore Minenna, ho fatto mie le sue deleghe, in modo che il lavoro della Regione possa andare avanti nelle prossime settimane senza particolari scossoni”, ha dichiarato ieri il presidente della regione Calabria Roberto Occhiuto. ”Voglio confermare la mia fiducia a Minenna, che in questi mesi in Calabria ha svolto molto bene il proprio lavoro, in modo particolare per quanto riguarda i fondi comunitari”, ha poi aggiunto Occhiuto.

Minenna era diventato famoso per essere stato per soli 70 giorni direttore dell’Assessorato al bilancio del Comune Roma sotto la sindaca Virginia Raggi. Le dimissioni vennero motivate dalla non conferma dell’incarico di capo di gabinetto a Carla Romana Rainieri, presidente di sezione della Corte d’Appello di Milano, per polemiche insorte sullo stipendio di quest’ultima. La repentina uscita dal Campidoglio non causò comunque contraccolpi con i vertici del Movimento. Ed infatti venne sponsorizzato per le Dogane da Luigi Di Maio. Prima di tentare la ‘conversione’ leghista.

23 Giugno 2023

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