Il presidente brasiliano
Lula a Roma per allearsi col Papa contro la guerra in Ucraina
L’Europa è senza leadership politica, è allo sbando, nessun politico europeo è in grado di prendere un’iniziativa politica seria per porre fine alla guerra».
Editoriali - di Angela Nocioni
Lula è voluto venire a Roma perché vuol parlare a tu per tu con il papa della proposta brasiliana per cercare una soluzione politica alla guerra in Ucraina. È la sua idea fissa: «L’Europa è senza leadership politica, è allo sbando, nessun politico europeo è in grado di prendere un’iniziativa politica seria per porre fine alla guerra».
Per questo l’obiettivo che s’è dato da quando, a gennaio, è tornato a capo del governo è inventarsi una via politica da riuscire a imporre tanto a Putin quanto a Zelensky. La mediazione è avviata da tempo e ovviamente segreta. Sul piatto, per tenersi buono il Cremlino, i brasiliani ammettono soltanto di aver messo il loro rifiuto alla fornitura di munizioni all’Ucraina. Ma fanno notare che Lula tem jeito, ci sa fare e che Zelensky s’è mostrato con lui molto meno gelido di fronte all’idea di una mediazione – e soprattutto di fronte alla parola compromesso – di quanto abbia fatto con chiunque altro finora.
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Avere Lula come emissario informale serve anche a Washigton. Con Putin meglio parli Lula che chiunque altro, per la Casa Bianca. Meglio sia Brasilia l’epicentro della diplomazia internazionale piuttosto che Teheran, che Ankara, che Pechino. Per Biden è meglio, molto meglio, che una soluzione la cerchi Lula se l’intenzione è fargliela trovare.