La tragedia a Roma
Incidente Casal Palocco, la famiglia dello Youtuber indagato lascia casa: “Per le minacce di morte”
Perquisizioni nelle abitazioni degli youtuber "Theborderline". L'avvocato della famiglia Di Pietro: "La Lamborghini aveva la precedenza". Il piccolo Manuel Proietti, 5 anni, ha perso la vita nello schianto
Cronaca - di Antonio Lamorte
Matteo Di Pietro e la sua famiglia hanno lasciato la loro casa. “Per le minacce subite”, ha fatto sapere come riporta il Gr1 Rai l’avvocato del 20enne youtuber, finito su tutti i giornali dopo la tragedia di Casal Palocco, a Roma, dello scorso mercoledì pomeriggio, quando in un incidente tra un Suv Lamborghini e una Smart For Four è morto Manuel Proietti, un bambino di 5 anni, mentre la madre e la sorella della vittima sono state ricoverate in gravi condizioni. Di Pietro è indagato per omicidio stradale.
Al centro delle indagini tutti i “Theborderline”, il nome del gruppo sotto il quale venivano registrate delle challenge – 600mila iscritti al canale, 152 milioni di visualizzazioni dal 2020 .- come quella di rimanere per cinquanta ore in una Lamborghini. Poco prima del terribile incidente, i ragazzi avevano girato dei video in cui ironizzavano sulla presenza sulla Smart e in cui raccontavano del loro secondo giorno a bordo del bolide. La Procura ha delegato i carabinieri a perquisire le case di quattro ragazzi per cercare telefonini e apparecchiature per la registrazione di filmati e materiale da caricare sui social. Di Pietro, a quanto emerso, era alla guida della Lamborghini al momento dello schianto in via di Macchia Saponara.
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“Matteo è figlio di una famiglia per bene, il papà è un dipendente del Quirinale”, ha fatto sapere l’avvocato Francesco Consalvi. Il padre del ragazzo, Paolo di Pietro, è dipendente della Presidenza della Repubblica, con mansioni amministrative presso la Tenuta di Castel Porziano. Il legale racconta delle minacce arrivate al ragazzo, di morte, di “fare una fine orribile”. L’avvocato insiste: “È giusto fare chiarezza su alcuni punti. Il primo tra tutti, immortalato nelle foto dell’incidente è che la guidatrice della Smart viaggiava nella corsia opposta a quella su cui marciava la Lamborghini e che a lei sarebbe spettato dare la precedenza. In secondo luogo c’è la questione relativa al test sulle sostanze stupefacenti e alcol. Non vi erano tracce nel mio cliente di eccitanti o simili, diversamente l’autorità giudiziaria sarebbe pesantemente intervenuta con qualche misura cautelare. Così non è stato”.
E infatti il Presidente di Avisl Onlus-Associazione Vittime Incidenti Stradali, sul Lavoro e Malasanità, l’avvocato Domenico Musicco, lamenta: “Non si capisce quale siano le ragioni per le quali non siano stati presi provvedimenti restrittivi. Stiamo parlando di una persona che, per girare dei video social, viaggiava a velocità estremamente sostenuta e pure positiva ai cannabinoidi, la quale ha provocato un incidente in cui è morto un bimbo di 5 anni. Un fatto di una gravità inaudita”. Era infatti emersa ieri dal drugtest la positività del conducente ai cannabinoidi – versione che con le sue parole l’avvocato smentisce. Minacce durissime sono arrivate anche alla fidanzata di Di Pietro, che su quel suv non è neanche mai salita.
A un consulente sarà affidato nelle prossime ore l’incarico di verificare se sugli smartphone dei ragazzi ci siano dei video girati al momento dell’impatto, o subito prima o subito dopo. La supercar era stata regolarmente noleggiata dal concessionario “Skylimit”, nel quartiere Giardinetti, che compariva anche negli spot pubblicitiari del gruppo “Theborderline”. Il noleggiatore ha scritto sui social che la patente era idonea per accedere al noleggio della Lamborghini.
Secondo diversi testimoni la Lamborghini viaggiava da giorni a velocità molto sostenuta, per alcuni i ragazzi si sarebbero fermati a girare video con gli smartphone dopo l’incidente. A La Vita in Diretta un testimone ha raccontato che uno dei ragazzi, dopo l’incidente, avrebbe addirittura detto: “Tranquillo, sistemeremo tutto … daremo tanti soldi alla famiglia”. Parole tutte da confermare. Agli altri ragazzi potrebbe essere contestato il concorso di colpa qualora venisse accertato che al momento dello schianto stavano girando un video. Dalla consulenza tecnica sarà accertato a quale velocità stava viaggiando il Suv al momento dell’incidente.
Sulla salma del bambino, le cui condizioni sono apparse subito disperate, sarà condotta oggi l’autopsia al Policlinico di Tor Vergata. “La mia assistita, mio tramite, diffida tutti gli organi di informazione dal pubblicare immagini del bambino e, comunque, di sé stessa, nonché dichiarazioni attribuite e/o riferibili ai propri parenti, riservandosi, in difetto, ogni azione, a tutela dei propri diritti, in ogni sede competente”, si legge in una comunicazione dell’avvocato Federico Vecchio, legale di Elena Uccello, madre del piccolo Manuel Proietti, morto nell’incidente.