Il reato spia
Elly Schlein alle prese con la quadratura del cerchio…
Schlein: “Siamo per una riforma che chiarisca ed eviti effetti distorsivi ma siamo anche contrari all’abolizione tout court”. Dice che la sua è “una posizione molto chiara”. Sarà...
Politica - di David Romoli
Per il Pd, versione Sandro Ruotolo catapultato ai vertici del partito dal repulisti Schlein, è la prova che “il governo vuole eliminare tutti i controlli di legalità”. Per il Pd, versione Matteo Ricci coordinatore dei sindaci del medesimo partito, è invece “una battaglia vinta”. Per Walter Verini, versione 15 giugno 2023, l’abolizione dell’abuso d’ufficio era un guaio: “Siamo molto preoccupati. Era un reato spia per altri e ben più gravi reati contro la Pa”.
Per Walter Verini, versione 16 giugno 2023, “I nostri sindaci hanno ragione, l’abuso d’ufficio è un problema importante e loro sono poco tutelati però non perché esiste il reato d’abuso d’ufficio”. Quadrare il cerchio si sa è un esercizio difficile, ma onore al merito di Verini che si cimenta nell’impossibile impresa dicendo tutto e il suo contrario. La parola definitiva è quella della segretaria che si allarga in spiegazioni: “Siamo per una riforma che chiarisca ed eviti effetti distorsivi ma siamo anche contrari all’abolizione tout court”. Per la segretaria quanto sopra è “una posizione molto chiara”. Però non è affatto vero. Il presidente dell’Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro, Pd ovviamente e convinto che il problema dell’abuso sia “serio per i sindaci molti dei quali hanno avuto la vita distrutta a livello pubblico e privato dall’avviso di garanzia”, sbandiera i dati del 2021, con il 99% dei casi archiviati o finiti in assoluzione.
E’ una percentuale da brivido ma quella che, cifre alla mano, illustra in tv il direttore del Secolo è peggio: i condannati in primo grado sarebbero il 3 per mille. Un fenomeno di questa portata sarebbe appena un po’ calmierato dall’intervento di cui parla la segretaria. La leggerezza con la quale vengono distribuiti gli avvisi di garanzia è evidentemente tale e tanta da non poter essere fermata solo da ipotesi di reato più chiaramente definite e meglio circoscritte: gli avvisi partirebbero comunque e uno dei problemi principali ammesso da tutti, la paura dei sindaci di firmare qualsiasi cosa per evitare ogni rischio, resterebbe inalterato. Non che sia un problema recente ma col Pnrr che segna il passo rischia di diventare adesso la pietra tombale al collo del Paese.
I primi cittadini targati Pd sono perfettamente consapevoli del problema da anni. Non a caso il ministro Nordio ricorda che “tutti i sindaci del Pd sono venuti in processione da me per chiedermi di cancellare l’abuso d’ufficio” e il sindaco di Milano Sala invita il Nazareno a “non guardare al problema in modo ideologico”. Il carico da 11 arriva dal governatore della Campania De Luca: “Sono 10 anni che mi batto contro questa ipotesi di reato. Sento di 5mila procedimenti aperti e 18 condanne. L’iniziativa del governo è importante e positiva. Mi è capitato di ascoltare in queste ore esponenti del Pd che sono esempi di trasformismo e opportunismo”.
L’area che nel congresso sosteneva Bonaccini era formata in buona parte dagli amministratori, dunque esponenti di quell’area sono oggi contro la linea ufficiale del partito e favorevoli alla cancellazione dell’abuso. Non si tratta però di una classica contrapposizione maggioranza-minoranza. La ex capogruppo Serracchiani, che al congresso sosteneva Bonaccini, per esempio, sostiene a spada tratta la linea della segretaria con parole quasi identiche a quelle di Elly, “revisione sì, cancellazione no”.
Lo scontro è tra due ottiche diverse: quella del centro, che ha deciso di non abbandonare la linea di totale appiattimento sulle posizioni della magistratura un po’ per non scontentare un elettorato nutrito da decenni di giustizialismo un po’ per paura della competizione con un M5S ovviamente scatenato, e quella degli amministratori che con il nodo scorsoio dell’abuso di ufficio fanno i conti ogni giorno.
Ma non ci vorrà molto perché la sfida diventi politica e non è affatto escluso che non echeggi nella direzione rinviata a lunedì prossimo per la scomparsa di Berlusconi. In fondo Bonaccini è a sua volta un amministratore e per Base Riformista. Però non è affatto vero regalare i centristi a Giorgia Meloni per non scontentare Conte certo non è ipotesi allettante.