L'ennesima tragedia

Intervista a Erri De Luca: “Quanto accade nel Mediterraneo peggio della deportazione degli schiavi nelle Americhe”

«I miserabili ostruzionismi dei governi, lo scarico di responsabilità, i processi a chi scippa alla morte manciate di vite: il Mediterraneo è diventato una fossa comune perché abbiamo falsificato le leggi del mare»

Interviste - di Graziella Balestrieri

16 Giugno 2023 alle 13:46

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Intervista a Erri De Luca: “Quanto accade nel Mediterraneo peggio della deportazione degli schiavi nelle Americhe”

Morti, su morti e ancora morti. Cadaveri di cui non sapremo nemmeno mai il nome e non avremo nemmeno mai i corpi. Gli ultimi che prevalgono sugli ultimi, una corsa nella disperazione e della disperazione, una scelta che ha del terrificante ma che è reale nel sistemare le persone a seconda di chi prima può – e nel caso – deve morire. Questa è la scelta: gli uomini sopra a salvarsi, e poi giù nella stiva, come bestiame ci sono donne e bambini. Adriana, questo il nome al femminile del peschereccio lasciato naufragare sulle coste del Peloponneso e che conta solo 108 sopravvissuti. Lasciato a naufragare sì, perché nessuno è voluto intervenire.

Più di 500 passeggeri, di cui 100 bambini con le loro madri, di cui non sapremo niente e non avremo niente, perché non riusciremo nemmeno a sapere chi erano, non sapremo le loro storie e di più non avranno loro un futuro. Non sapremo che cosa facessero, magari alcuni di loro ancora non avevano nemmeno il dono della parola. Tutti cadaveri e tutti a lavarsene le mani, tutti ad affidare la responsabilità al mare, perché il mare almeno il sangue dei corpi se lo porta via. E poi il mare non restituisce sempre e quando lo fa sono solo cadaveri che tornano a galla, corpi che riempiono il mare, il nostro, il nostrum che fu e che nelle parole di Erri De Luca suona terrificante, pauroso ma vero.

Ed è della verità che abbiamo bisogno perché «abbiamo falsificato le leggi del mare costringendo il Mediterraneo a essere una fossa comune». Il Mediterraneo è una fossa comune, non c’è destra, non c’è sinistra, la cosa peggiore è che non c’è più nemmeno l’umanità, in ogni sua forma e declinazione. E non è l’ennesima tragedia, qui non c’è nessun phatos, non c’è nessun finale liberatorio e chiarificatore, questa non è una tragedia è solo (solo?) un’omissione di soccorso. L’ennesima.

Tutti ancora a parlare di ennesima tragedia: a questo punto però non è da pensare che ai governi non importi niente delle vite umane?
I governi si occupano a stento e con insufficienza dei propri cittadini. Per fenomeni che non sanno gestire ricorrono al falso termine di emergenza, falso perché non può essere tale un fenomeno che si manifesta regolarmente da decenni. Per i naufragi però non si tratta d’incapacità. Si tratta di volontari ritardi, di omissioni di soccorso, di respingimenti illegali appaltati a varie piraterie libiche mercenarie. I naufragi a mare calmo sono tutti evitabili. Quando non evitati sono procurati.

Come mai gli Stati Uniti non intervengono, visto che sono presenti in tutte le guerre ma non quando si parla di aiuto umanitario?
Il Mediterraneo per gli Stati Uniti è stato strategico. Avevano a Napoli la Sesta Flotta e il comando Nato. Ora hanno basi militari come Sigonella ma il bacino conta meno per loro. Sostengono Egitto, Israele e poco più. Non hanno compiti umanitari che spettano ai paesi di Costa.

Anche la Grecia ha lasciato queste persone in mare, nonostante la richiesta di aiuti: alla fine non è più questione di destra o sinistra? E secondo lei non intervengono perché non vogliono responsabilità?
I governi credono di ridurre l’impatto dei flussi migratori con miserabili ostruzionismi e scarichi di responsabilità tra loro. Oggi nel Mediterraneo le navi commerciali se avvistano una imbarcazione in pericolo tirano dritto e si allontanano. Sanno che il soccorso comporta rappresaglia da parte delle autorità costiere. Abbiamo scritto leggi che sequestrano imbarcazioni per reato di concorso in immigrazione clandestina. Abbiamo falsificato le leggi del mare costringendo il Mediterraneo a essere una fossa comune.

Come si fa a lasciare morire dei bambini (anche fosse uno) che viaggiavano addirittura nella stiva con le loro madri?
Prima le donne e i bambini: non a salvarsi, ma a morire perché insaccati sottocoperta nelle stive. Si sono salvati solo uomini. Lei chiede: Come si fa? Si fa proprio così come predispongono le autorità. La domanda dovrebbe essere: come non si fa? Quale alternativa all’osceno “così” di questi trasporti.

Qual è la disperazione che porta queste persone, anche con i loro figli piccoli ad attraversare il mare in queste condizioni?
La disperazione è la forza motrice di questi viaggi allo sbaraglio. Disperazione è innanzitutto rinuncia esasperata a ogni speranza di ricevere aiuto, di startene in attesa. Quando scade il tempo delle speranze ci si butta nel massimo pericolo per liberarsi. Perciò questa disperazione è più forte perfino dell’istinto materno. Non si gestisce la disperazione, forza che travolge tutto.

86 morti (almeno fino ad ora) e non ci sono mai responsabili…nessuno paga, perché?
Accertare responsabilità è compito di magistrature. Per ora si procede da noi a incriminare organizzazioni che scippano manciate di vite umane dall’annegamento regolarizzato. Ma i naufragi non sono incidenti al vaglio di inquirenti. Sono tollerate infamie.

Cosa intendono in molti quando dicono “bisogna aiutarli lì”?
La Comunità di Sant’Egidio pratica corridoi umanitari con richiedenti asilo raccolti nei luoghi di partenza e ammessi regolarmente in Italia. Questo è aiuto sul posto.

Sembra che ora esistano solo gli scafisti, che vadano puniti solo loro e tutto è risolto: è proprio così?
Il corpo umano è diventato la merce più redditizia da trasportare sul Mediterraneo. I trafficanti sfruttano indisturbati un mercato nero creato dall’ottuso ostruzionismo degli Stati.

Che momento storico sta vivendo il Mediterraneo?
È sempre stato un bacino sia di conflitti che di commerci. Oggi è attraversato dal peggiore trasporto marittimo della storia umana. Peggiore della deportazione degli schiavi dall’Africa alle Americhe, perché quei corpi venivano pagati alla consegna, dunque dovevano arrivare in buone condizioni. I corpi di oggi pagano prima e sono un carico che può andare disperso. Questo mare chiamato un tempo “nostrum” ora è, per chi lo attraversa in cerca di scampo, un prolungamento del deserto.

Se la sente di dire qualcosa che non ci faccia girare dall’altra parte? Perché tra un paio di giorni la maggior parte di noi sarà già girata dall’altra parte.
Invito senz’altro a distogliere lo sguardo e voltarci tutti da un’altra parte, per poterci accorgere che non c’è nessun’altra parte.

 

16 Giugno 2023

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