La politica sui migranti

Nell’Egeo ennesima strage, ora organizziamo le coscienze

Le decine di vittime, forse centinaia, tra loro molti bambini sono il prodotto di scelte, sconsiderate. Sono vittime di una strage

Editoriali - di Pierfrancesco Majorino

16 Giugno 2023 alle 13:00 - Ultimo agg. 16 Giugno 2023 alle 13:29

Condividi l'articolo

Nell’Egeo ennesima strage, ora organizziamo le coscienze

Non è una tragedia, non è un incidente. È l’ennesima strage. Le decine di vittime, forse centinaia, tra loro molti bambini, oggetto dell’ennesima macabra conta nelle acque greche, sono il prodotto di scelte, sconsiderate. Sono vittime, lo voglio ripetere, di una strage. E sono (ovviamente) il racconto perfetto e più tragico del contesto politico e culturale che si è determinato in questi anni. Quella al largo della Grecia che commentiamo oggi è allora un’altra pagina terribile dell’atteggiamento disumanizzante che ha reso “loro”, i migranti, una cosa sola: numeri.

“Loro”: l’oggetto di una rimozione collettiva sconcertante rispetto a cui è fin troppo facile ricordare, in queste giornate, come si dia un peso diverso alla vita dei disperati e a quella dei potenti. “Loro” che possono essere trattati come un ostacolo da rimuovere o un danno da ridurre perfino dalle istituzioni europee (e nel gioco che determina le scelte pure da governi retti spesso da componenti progressiste). Il senso dell’urgenza che questa strage – lo ripeto: strage – ci consegna è quindi quello di rovesciare le politiche che hanno prodotto il clima torbido nella quale si è realizzata.

Penso a cose molto nette e chiare: il bisogno di cambiare radicalmente il Patto europeo sull’immigrazione, che concepisce l’Europa come una fortezza da difendere da questi corpi di donne, uomini, bambini e che auspica di rintracciare territori oltre e fuori dall’Europa dove concentrare le persone. La necessità, di converso, di mettere in campo un piano continentale enorme che parli il linguaggio della buona accoglienza diffusa, dei canali d’accesso legali, degli strumenti temporanei per la ricerca del lavoro, della piena integrazione.

L’imponente obbligo – prima di tutto morale – di far saltare, a partire dai voti espressi al parlamento italiano, accordi osceni come quelli con la Libia (accordi laboratorio di quel che poi sarebbe venuto). Tutte cose rispetto a cui il ritardo e l’immobilismo, o il complice cinismo di governi come quello di Giorgia Meloni, hanno prodotto danni davvero incalcolabili. Il tempo è stato già perso. Ora si deve organizzare in azione politica coerente quel poco di coscienza che ha saputo resistere, e nonostante tutto, è rimasta.

*Responsabile immigrazione, segreteria nazionale Pd

16 Giugno 2023

Condividi l'articolo