Il titolo del giornale
Berlusconi a giudizio davanti al Padreterno: la gogna post-mortem del Fatto Quotidiano
Il commento di Gaia Tortora, figlia di Enzo: "Fate Schifo"
Giustizia - di Redazione Web
Devono immaginarlo così l’aldilà, il paradiso. Una sbarra enorme, un banco degli imputati imperituro, un tribunale infinito. E no, non sanno scherzare a Il Fatto Quotidiano. “Non sapete nemmeno scherzare” aveva scandito infatti lo stesso Silvio Berlusconi negli studi di “Servizio Pubblico”, trasmissione di Michele Santoro, dopo aver spazzolato la sedia dalla quale si era appena alzato Marco Travaglio, attuale direttore del quotidiano. Per dare la notizia della morte dell’ex Presidente del Consiglio e fondatore di Forza Italia a 86 anni Il Fatto ha optato per un’enorme e grottesca apertura in home: una sagoma opaca invita Berlusconi, il capo reclinato, a venire avanti. Il titolo: “L’ultimo Giudice”, il Padreterno in persona in homepage.
E certo che l’ex premier è stato il personaggio che più ha segnato gli ultimi anni di politica in Italia. Perciò amato e odiato, osannato e denigrato. Per tanti, tantissimi – per molti più di quelli che ammettevano di averlo votato – , è stato l’uomo del Sogno Italiano. Per altri l’uomo che ha distrutto un Paese, che ha inciso sullo Stato di diritto con la Legge Bossi-Fini sull’immigrazione, con l’inasprimento del 41-bis, con la Legge Biagi, con la Riforma Moratti, con le varie Leggi definite Ad Personam, con lo scandalo del Bunga Bunga. Lo stanno piangendo in queste ore in tantissimi, in tantissimi stanno ricordando controversie e contraddizioni di una personalità che ha segnato un’epoca.
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La giunta dell’Unione delle Camere Penali, l’organo di rappresentanza degli avvocati italiani, però è andata dritta: “Nessuno oggi può seriamente mettere in dubbio che Silvio Berlusconi sia stato oggetto di una aggressione politico-giudiziaria che non ha precedenti nella storia della Repubblica. Decine e decine di indagini e di processi, con accuse fino alla collusione mafiosa ed al ruolo di mandante di stragi, conclusesi con una sola condanna per elusione fiscale, ne sono la più evidente, impressionante conferma, che ci restituisce l’amara realtà di un Paese nel quale l’esercizio dell’azione penale è divenuto – e non solo nei confronti di Silvio Berlusconi – strumento privilegiato di lotta politica”.
Fate veramente schifo. pic.twitter.com/ulI2SKJ4Rw
— Gaia Tortora🐦 (@gaiatortora) June 12, 2023
Uno scontro lungo 40 anni con le toghe. Milano l’arena principale. Fino a quattro cinque udienze a settimana al Palazzo di Giustizia, in certi periodi, soltanto per il Cavaliere. 36 processi, un’amnistia per le dichiarazioni sulla P2, una sola condanna per frode fiscale nel processo Mediaset sulla compravendita dei diritti televisivi e cinematografici con società statunitensi per 470 milioni di euro. Pena scontata ai servizi sociali. La storia giudiziaria di Berlusconi ha segnato per anni il dibattito sulla Giustizia, su riforme e storture, garantismo e giustizialismo, accuse di leggi “ad personam” e di persecuzione. Il 26 febbraio 2023 l’ultima assoluzione “perché il fatto non sussiste” nell’ambito del processo Ruby Ter. “Dopo undici anni di fango e danni politici incalcolabili sono stato assolto perché ho avuto la fortuna di incontrare magistrati che hanno saputo mantenersi indipendenti e imparziali”.
Sarebbe stato ingenuo aspettarsi un atteggiamento conciliante, accomodante da parte de Il Fatto Quotidiano. Giornalisticamente parlando è certo legittimo. Azzannare alla morte, nel giorno del giudizio del “primo dei populisti, recordman di inchieste dalla corruzione alla mafia, mago della comunicazione”, per brevità Nosferatu ma sempre o quasi assolto, è parso francamente a tanti, tantissimi fuoriluogo. Piuttosto indicativo che nell’articolo sulla morte si faccia riferimento a “una sfera privata che in un momento come questo non è il caso di rievocare”. Ancora più indicativo il commento al titolo di Gaia Tortora, giornalista e figlia del protagonista del più clamoroso caso di malagiustizia italiana, Enzo Tortora. “Fate veramente schifo”.