Travolto dal Partygate

Terremoto a Londra, Johnson si dimette da deputato e passa all’attacco: il governo Sunak a rischio

Esteri - di Carmine Di Niro

10 Giugno 2023 alle 09:56

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Terremoto a Londra, Johnson si dimette da deputato e passa all’attacco: il governo Sunak a rischio

Il Partito conservatore inglese è ancora una volta nel pieno della bufera, con ripercussioni ovvie anche sul primo ministro Tory, Rishi Sunak. Tutta colpa, e non è una novità, del suo predecessore Boris Johnson.

Il trionfatore delle elezioni del 2019, poi costretto alle dimissioni da Downing Street a suon di scandali e rivolte interne al partito, ha annunciato nella serata di venerdì 9 giugno le sue dimissioni con effetto immediato da deputato.

Un passo indietro che, come sottolineando diversi commentatori britannici, minaccia anche la sopravvivenza medesima del già debole governo di Sunak, suo successore ed ex ministro delle Finanze, ormai avversario interno.

Con una furibonda lettera resa pubblica in serata, Johnson non ha mancato di accusare il suo successore e la direzione intrapresa dal partito. BoJo ha puntato esplicitamente il dito verso l’esecutivo attuale e la direzione politica impressa al suo partito da Sunak, oltre che sull’opposizione laburista e sulle inchieste aperte in questi mesi contro di lui per il cosiddetto scandalo Partygate, le riunioni “clandestine” e in spregio delle normative anti Covid promosse dal suo stesso governo messe in atto dall’allora primi ministro Johnson.

Nella lettera trova spazio anche l’atteso rapporto della commissione parlamentare bipartisan incaricata di valutare se egli avesse mentito alla Camera a suo tempo proprio a proposito della questione Partygate.

Johnson nella sua missiva di dimissioni ribadisce di non aver mentito e taccia il rapporto finale messo a punto dalla presidente della commissione, la laburista Harriet Harman, di aver operato con un “vergognoso pregiudizio” nei suoi confronti.

Non ho mentito, e credo che in cuor loro alla commissione sappiano perfettamente – ha scritto l’ex premier riferendosi ai membri della commissione – che quando ho parlato ai Comuni stavo dicendo ciò che sinceramente credevo fosse vero“. Ma sono comunque determinati a cercare di “spingermi fuori dal Parlamento” in modo “anti-democratico”, scrive BoJo che ricordano quelli di Donald Trump.

Di fronte al rischio di venire umiliato dall’esito dell’indagine, l’ex primo ministro ha preferito quindi fare un passo indietro ‘volontario’, pur sottolineando che il suo addio al Parlamento avviene “almeno per ora”, facendo capire di essere pronto a ritentare la scalata ai piani alti della politica.

Come detto, gli strali di BoJo sono destinati in larga parte anche al suo partito. La maggioranza “da me conquistata” tre anni e mezzo fa, non ha mancato di sottolineare Johnson, “la più grande maggioranza (Tory) in mezzo secolo, è ora chiaramente a rischio”. Colpevoli, è il non detto, sono Liz Truss, premier per meno di due mesi in una paretesi di governo imbarazzante per il partito, ma soprattutto Rishi Sunak.

All’attuale inquilino di Downing Street 10 Bojo rinfaccia di aver rinunciato a “tagliare le tasse“, ha accantonato “troppo facilmente” i negoziati per un trattato di libero scambio post Brexit con gli Usa e avrebbe “bisogno di ritrovare urgentemente fiducia in ciò che questo Paese può fare“. Si tratta a tutti gli effetti di una piattaforma politica per una nuova candidatura alla guida del partito: vedremo se si realizzerà in occasione delle prossime elezioni, che vedono il Labour decisamente favorito e avanti nei sondaggi.

10 Giugno 2023

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