L'alluvione

Meloni dà 2 miliardi all’Emilia Romagna ma stoppa Bonaccini

Stanziati i primi soldi per l'emergenza, ma lo scontro è sulla ricostruzione

Politica - di David Romoli

25 Maggio 2023 alle 08:50 - Ultimo agg. 25 Maggio 2023 alle 09:19

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Meloni dà 2 miliardi all’Emilia Romagna ma stoppa Bonaccini

Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia-Romagna colpita al cuore, rivale sconfitto di Elly Schlein nella corsa alla leadership del Pd, entra a palazzo Chigi quando il cdm con all’odg le “prime misure” per fronteggiare l’emergenza è appena terminato. Con lui ci sono i rappresentanti dei sindacati e quelli dell’imprenditoria. Nella cartella ha un documento che enumera diverse richieste, una su tutte: la nomina immediata o quasi di un commissario per la ricostruzione. Per l’incarico il governatore ha in mente un nome solo, il suo, e lo fa chiaramente capire nel video congiunto che lui e la premier diffondono dopo il cordialissmo incontro. “Per il terremoto, con 12 mld di euro di danni, abbiamo ricostruito quasi tutto. L’Emilia ce l’ha fatta, la Romagna ce la farà”, proclama dopo aver ringraziato il governo “per la velocità e lo sforzo”.
La premier lo aveva accolto con un biglietto da visita di lusso. Alla vigilia si prevedeva uno stanziamento di 100 mln per le prime emergenze, i più ottimisti speravano in una cifra 4 volte più alta. Il governo ha stanziato a sorpresa 2 mld, “raschiando il fondo del barile” come aveva chiesto di fare la stessa Meloni. Bonaccini non può che essere soddisfatto e nel colloquio, assicura, quasi tutte le richieste della Regione sono state accolte.
Sulla nomina a commissario per la ricostruzione, invece, la strada di Bonaccini è in salita. Nella serata precedente erano circolate voci in libertà sull’ostilità di Salvini anche ad affidargli la gestione dell’emergenza. Ma su quel fronte non c’erano dubbi di sorta e i primi ad ammetterlo, a cdm in corso, sono stati proprio leghisti di peso come il governatore del Veneto Zaia e Massimo Garavglia, con parole quasi uguali: “A gestire l’emergenza è sempre il presidente della Regione colpita”. In ogni caso Bonaccini era già commissario dal 9 maggio scorso, eliminarlo dalla gestione dell’emergenza sarebbe stato impossibile.
Per la Ricostruzione il discorso cambia. La cifra in ballo lieviterà, ci vorranno ben più dei pur sostanziosi 2 mld sborsati ieri. Il ruolo sarà poi di enorme importanza, anche perché il commissario non dovrà ricostruire solo la Romagna ma anche le aree delle Marche e della Toscana colpite dal maltempo. La Lega, ma anche un pezzo di FdI, qui puntano i piedi davvero: “Una carica così importante non può andare a un rappresentante dell’opposizione”.
Il governatore ha uno sponsor di un certo peso: Giorgia Meloni. Lei, pare, sarebbe favorevole ad affidare l’incarico al governatore nonostante la tessera del Pd e la si può capire. Il dialogo e la collaborazione con chi guida non una Regione qualsiasi ma l’Emilia rossa, cuore e vetrina del Pd, smusserebbe inevitabilmente la contrapposizione frontale sulla quale punta invece la segretaria Schlein. Già nel video di ieri la perfetta intesa tra lei e Bonaccini era in contrasto piuttosto stridente con lo scontro che nelle stesse ore andava in scena in Parlamento per la nomina della presidenza dell’Antimafia, con il Pd che abbandonava l’aula per protesta contro la scelta di Chiara Colosimo. Non a caso la premier ci ha tenuto a specificare che confida “in un confronto che rimarrà costante anche nella seconda fase, quella della ricostruzione. Continueremo a fare questo lavoro insieme”. Di fronte alle resistenze della Lega, però, la premier si sarebbe già rassegnata.
I 2 mld stanziati ieri serviranno a coprire varie voci: la sospensione dei versamenti tributari fino al 31 agosto, 700 mln per le imprese stanziati dal ministero degli Esteri, 300 per le aziende esportatrici colpite dall’inondazione, altri 400 per tassi agevolati a fondo perduto. Altri 580 mln finanzieranno la cassa integrazione in deroga fino a 90 giorni, il fiore all’occhiello della premier che lo ha rivendicato con Bonaccini: “La cig emergenziale è uno strumento del tutto nuovo: ce lo siamo inventato in poche ore”. Infine un una tantum di 3mila euro per tutti gli autonomi costretti a interrompere l’attività, copertura 300 mln.
Per la ricostruzione, chiunque sia il commissario, però ci vorrà molto di più e da quel punto di vista il governo naviga ancora al buio. Il miraggio di poter investire una parte di fondi del Pnrr è destinato a svanire. Non si può fare, la Ue non lo permette. Per il governo sarebbe stata una doppia mano santa: da un lato avrebbe permesso di reperire facilmente i soldi per ricostruire, dall’altro avrebbe reso più facile la missione impossibile di Raffaele Fitto, spendere i soldi del Pnrr. A tutt’oggi il principale problema del governo, il burrone in cui rischia di precipitare è quello.
L’aiuto dell’Europa sarà comunque essenziale e, anche senza poter disporre del Pnrr o del Fondo di coesione, gli strumenti possibili ci sono, a partire dal Fondo di solidarietà europeo. Giovedì, ha annunciato lo stesso Bonaccini, sarà in Emilia-Romagna la presidente della Commissione europea von der Leyen. I conti sui fondi per la ricostruzione si cominceranno a fare subito e Bonaccini sarà della partita. Per il commissariato ambito, si vedrà.

25 Maggio 2023

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