La pena in comunità
Alberto Genovese si è sposato ai domiciliari: “Ci conoscevamo da bambini”
Cronaca - di Redazione Web
Si conoscevano fin da bambini, hanno avuto una relazione lunga quattro anni, un rapporto di tipo tradizionale. Alberto Genovese oggi ha 45 anni, è l’ex Re delle start up dopo che è stato arrestato e condannato per le accuse di violenze sessuali ai danni due modelle, drogate e abusate. Un caso molto mediatico, ricostruito con la notizia da Il Corriere della Sera Milano. Sta affrontando un percorso per uscire dalle dipendenze dalle droghe. Ha sposato una donna, D., che ha 46 anni, studi e lavoro importanti nel mondo dell’economia, e che conosceva da quando erano bambini. Il rito è stato celebrato lo scorso dicembre mentre lui era ai domiciliari.
La Procura generale di Milano ieri ha dato il via libera affinché l’ex imprenditore sconti la sua pena in una struttura per tossicodipendenti. È stato condannato con rito abbreviato a otto anni, quattro mesi e dieci giorni per violenza sessuale, anche di gruppo, e lesioni tra il suo attico vista Milano chiamato “Terrazza Sentimento” e “Villa Lolita” a Ibiza. Ha ammesso tutte le sue responsabilità. In carcere a Bollate ha avuto un comportamento irreprensibile. Può chiedere l’affidamento visto che la pena residua è scesa sotto i quattro anni. I suoi nuovi legali Antonella Calcaterra e Salvatore Scuto hanno chiesto al Tribunale di Sorveglianza che il loro assistito finisca di scontare gli anni che gli restano in una struttura specializzata.
Proprio durante il processo sarebbe rinato il rapporto con la sua ex. Con questa donna Genovese ci aveva già convissuto per anni. il rapporto si era interrotto anni fa. La nuova fidanzata di lui, Sarah Borruso, era finita anche al banco degli imputati per uno di quegli stessi episodi: in primo grado è stata condannata a due anni e cinque mesi. Genovese aveva continuato a frequentare come amico D. anche quando si erano lasciati, erano stati anche insieme in vacanza a Ibiza e a Formentera.
Secondo quanto ricostruito il punto di non ritorno nella vita dell’uomo è stato la cessione di Facile.it, la sua startup che gli aveva fatto incassare 200 milioni alla vendita. A D. l’imprenditore aveva confidato che un “problema alla fine della festa” con una ragazza “che si era sentita male, che c’era stato l’intervento della polizia a seguito della denuncia della ragazza e che gli avevano sequestrato la casa” era stato risolto. E invece. La donna aveva riconosciuto nei mesi precedenti all’arresto che le condizioni di Genovese erano andate peggiorando: “Ha cominciato a farsi trovare sempre più spesso in condizioni evidentemente alterate dall’assunzione di stupefacenti”.
Anche per questo “la frequentazione si era fatta più assidua, il suo stato di difficoltà certamente più evidente e la necessità di avermi vicino forse era aumentata (…). Come tutte le persone che gli vogliono bene speravamo in un evento che lo fermasse, ma certamente non pensavamo che sarebbe mai potuta accadere una cosa del genere”. Genovese rischia ancora un processo dopo la chiusura delle indagini su altre due violenze, sulla droga che circolava nelle sue case e per il materiale pedopornografico di cui è stato trovato in possesso.