I cori della piazza
Papa Francesco ricorda i migranti e a San Pietro risuona ‘Bella ciao’
News - di Aldo Torchiaro
Che Papa Francesco avesse plasmato il suo magistero sulla interpretazione più attenta della dottrina sociale della Chiesa è cosa nota. Un fatto sul quale si agganciano però spiragli e spunti nuovi, ogni giorno. Gli ultimi, i malati, gli emarginati, i migranti sono sempre al centro delle sue riflessioni. Come nell’udienza pontificia di ieri, dove ha radunato in piazza San Pietro alcune centinaia di fedeli per un discorso che non ha disdegnato un contorno velatamente politico. Iniziato ricordando la storia di San Francesco Saverio, l’evangelista che partì dalla Navarra spagnola, dopo aver incontrato Ignazio di Loyola, per portare la predicazione delle scritture oltreoceano. Sfidando le onde. “E allora era difficile, mettersi in mare. Affrontare lunghi viaggi era pericoloso. Oggi è pericoloso solo per i migranti: nel Mediterraneo continuano a esserci troppe morti”, scandisce. E fa una pausa. Si capisce che sta parlando non con sofferenza ma di sofferenza. Un applauso si alza, spontaneo.
Quando Francesco buca il protocollo, sfora il testo e parla a braccio fa immediatamente breccia in chi lo ascolta. Ed è stato questo il caso del passaggio sui migranti. La compassione sposa l’indignazione. Il dolore diventa sdegno davanti alla morte indotta dalla povertà. Francesco si trasfonde in Francesco Saverio: torna a raccontarne la navigazione verso la Cina, allora come ora cruccio della cristianità, scoglio impenetrabile non per la fede ma per la Chiesa di Roma. E poi saluta un gruppo di militari polacchi. “Un pensiero ai militari che difendono la Polonia e con loro, un pensiero al martoriato popolo dell’Ucraina”.
Chi si aspetta una parola di condanna esplicita dell’invasore non ne sentirà. A questo punto non servono. La visita di Zelensky è ancora vivida, l’Ucraina è sulla bocca di tutto il Vaticano, dal grande cardinale al giovane cadetto della Guardia Svizzera. E sono loro ad accompagnare Francesco nel piccolo bagno di folla che gli è consentito. Arriva il momento in cui Francesco lascia il leggìo, si allontana dal palco e torna tra la gente: sorride nelle foto con i gruppi di pellegrini, abbraccia i bambini, stringe mani. Sono le 10.20 quando il sistema della megafonia di Piazza San Pietro lancia a tutto volume una canzone che non deve risultare sgradita alle orecchie del Papa: Bella Ciao. Un grande altoparlante bianco a pochi metri dal Pontefice intona: “Una mattina, mi son svegliato – O bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao”, e Francesco sorride, muove le labbra, forse canticchia. La canticchiano, per non restare indietro, anche i cardinali. E i fedeli, soprattutto gli italiani. Vivere è essere partigiani, diceva Gramsci, e lo è anche vivere da Cristiani. E quel punto tra le nuvole che fanno da sfondo al Cupolone si fa largo un raggio di luce calda. Anche in piazza San Pietro c’è un po’ di Sol dell’avvenire.