L'alieno
Lucio Corsi canta e suona per la gente che sogna
Cultura - di Antonio Lamorte

C’è chi dice che è un alieno, una scheggia luminosa nel panorama monotono e monocromatico della musica italiana. C’è chi dice che da tempo non assisteva a un concerto di codesta guisa rock. C’è chi dice che è il più forte e basta. Alla guida della sua Astronave Giradisco Lucio Corsi sta conquistando tutti, pigliatutto con il suo ultimo album La gente che sogna: meno imprevedibile, più elettrico ed esplosivo del precedente, è la conferma che questo Marc Bolan della Maremma ha ben presente, forse lo ha avuto da sempre, cosa farà da grande.
Cosa faremo da grandi – la titletrack un instant classic, con un video squisito in stile Wes Anderson nel Mediterraneo – era un disco luminoso che però aveva avuto la malasorte di uscire appena prima che esplodesse la pandemia da covid-19. I concerti che lo avevano portato in giro con tutte le precauzioni del momento avevano fatto vibrare ma erano stati rari. Che sfortuna. Daria Bignardi lo aveva voluto con la sua Banda artista fisso a L’Assedio, suo programma su canale Nove. Ancora troppo poco.
Per atterrare e scintillare e conquistare con la sua astronave Corsi è dovuto tornare sul palco. Due ore e mezza con tutta la banda – sei componenti: Marco Ronconi alla batteria, Giulio Grillo alle tastiere e all’organo elettrico, Tommaso Cardelli al basso, Iacopo Nieri al pianoforte, Gabriele Bernabò a chitarre e synth, Filippo Scandroglio alla chitarra elettrica e alla slide guitar – a intrecciare le canzoni di tre album e un EP e cover di Roxy Music e Lucio Dalla, T Rex e Lucio Battisti, Alberto Camerini e Randy Newman. L’astronave giradisco di Corsi procede a colpi di blues e cantautorato, folk e rock’n’roll. Festa glam rock dell’Appennino, microcosmo di personaggi bizzarri e favole, animali e sogni fuori dai paraggi.
Da subito è apparso come un universo inedito e riconoscibile, costruito a partire da una serie di influenze che il giochino giornalistico rende puntualmente retorico se non proprio sciocco. E allora: da Ivan Graziani a Marc Bolan, da Alberto Fortis a David Bowie, da Paolo Conte a Francesco De Gregori. Dalla fine all’inizio Corsi suona però unico, inimitabile, un ET con Les Paul che fugge dal racconto della quotidianità, dall’impegno come un compitino. E però non c’è in giro niente di simile a un articolo di giornale in canzone come Altalena boy, o a un saggio di pedagogia come Amico vola via, o all’amore per la natura del realismo magico di tutto il Bestiario Musicale, o al racconto del tempo che passa e tutto trasforma tranne la maturità di Cosa faremo da grandi. A partire da ambientazioni e personaggi pittoreschi queste favole straordinarie appaiono più profonde di tanti pipponi engagé.
“Mi è cambiata la realtà” è l’incipit di Radio Mayday, il primo pezzo dell’ultimo sfrenato e colorato disco partorito in pandemia, La gente che sogna. “Questo è un disco di atmosfere, di paesaggi interiori, sul conflitto tra realtà e immaginazione: il sonno è un trasporto pubblico verso luoghi sconosciuti, l’incubo è necessario per svegliarsi con sollievo. Più che personaggi, qui ci sono le entità con cui dialogavo durante il lockdown”, ha raccontato a Repubblica. La cover dell’album è come sempre un’opera della madre pittrice di Corsi. Lui, classe 1993, è cresciuto a Val di Campo di Vetulonia, in piena Maremma, dove la nonna ha gestito per quarant’anni un ristorante di cucina tipica.
Appena dopo il liceo si è trasferito a Milano. Prima alcuni gruppi in Toscana, poi un duo in città. Corsi è stato anche modello per Gucci nel 2018 a Palazzo Pitti. Sul palco trucco, paillettes e cambi di abito senza retorica a buon mercato. “Non sono un grido di battaglia, ma fanno parte del mio gusto fin da quando ero bambino, sono la componente di un racconto musicale. Il trucco ha un suo aspetto magico, come dice Renato Zero; anche io uso il make up ‘perché la vita mia non mi riconosca e vada via’”. I videoclip sono firmati dal sodale e amico Tommaso Ottomano, il suo Mick Ronson. Corsi è apprezzatissimo nell’ambiente musicale, appare ancora lontano dal mainstream e no, non è una buona notizia. C’è tutto un tour estivo, appena annunciato, da godersi però, tutti questi viaggi da fare sull’Astronave Giradisco.