La leader dem all'attacco della manovra
Governo Meloni in panne, altro che “uniti e compatti”: la fronda leghista sulla Manovra e i richiami di Mattarella sui poveri
La legge di Bilancio, che è la chiave di volta delle politiche dei governi, una specie di carta d’identità, ha fatto saltare gli accordi tra i partiti e anche l’unità all’interno dei partiti
Politica - di Piero Sansonetti
Il Centrodestra ogni giorno ci ripete la stessa litania: “Siamo uniti, siamo compatti”. E in questo modo giustifica il fatto di non avere ancora combinato niente, in questi tre anni, tranne che un po’ di pacchetti sicurezza, il blocco dei soccorsi in mare, e qualche sgombero di centri sociali. Ora però diventa difficile anche ripetere la formula della grande unità della coalizione. Sulla manovra di Bilancio sta succedendo il finimondo. Disaccordo totale. Specialmente sulle pensioni, e cioè su una piccola questione che riguarda svariati milioni di italiani. Tutti quelli che lavorano (e mandano avanti “la Nazione”...).
Elly Schlein ieri pomeriggio, durante una conferenza stampa, è stata durissima con Giorgia Meloni. “Atreju è finita – ha detto – e la maggioranza si è rotta. Fino all’altro giorno Meloni faceva la spavalda e sbandierava unità. Ora rischiamo l’esercizio provvisorio. Gli emendamenti della maggioranza alla legge di Bilancio vanno a pezzi, e comunque l’età pensionabile aumenta per il 96 per cento dei lavoratori. Meloni aveva detto che sulle pensioni ci metteva la faccia. Dov’è adesso? È sparita. Quello sulle pensione è un vero e proprio alto tradimento delle promesse elettorali”. La legge di Bilancio, che è la chiave di volta delle politiche dei governi, una specie di carta d’identità, ha fatto saltare gli accordi tra i partiti e anche l’unità all’interno dei partiti. Non solo c’è lo scontro tra Lega e governo, ma anche nella Lega è scoppiata la rissa, con il loro ministro-immagine, Giancarlo Giorgetti, che è finito sotto il tiro di gran parte dei suoi compagni di partito. Compreso il segretario. E Giorgetti certo non è una figura secondaria. Dagli osservatori politici indipendenti è considerato forse l’unico ministro di un certo livello e possessore di alcune competenze. Senza Giorgetti il governo traballa e perde molto prestigio.
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Schlein ha chiesto alla maggioranza di accogliere l’emendamento delle opposizioni sulle pensioni, perché forse è quella l’unica via d’uscita. È improbabile però che Giorgia Meloni possa accettare. A questo punto la situazione del centrodestra diventa delicatissima. I tempi sono molto stretti, le mediazioni difficili, le necessità economiche sono parecchie. Del resto presentarsi al paese con una pagella nella quale c’è scritto che la pressione fiscale è aumentata e le pensioni hanno ricevuto un colpo serio, non è il modo migliore per restare in linea con l’autoincensamento che è stato la caratteristica principale di Atreju. L’impressione è che la grande festa nazionale di FdI, caratterizzata da molte kermesse e dal rifiuto del faccia a faccia con Elly Schlein, non sia stata il trionfo che è sembrato a gran parte della stampa.
P.S. In serata un nuovo colpo per il governo. Il Presidente della Repubblica ha ricordato che il numero dei poveri è in aumento. Sono cinque milioni e n on si può ignorare questo dramma. (La manovra di Bilancio, così com’è, è destinata comunque ad aumentarne il numero).