Parla lo Zar
Ucraina, gli affondi di Putin: “Leader europei isterici porcellini. Donbass sarà russo, con negoziati o con la forza”
Dopo aver parlato tramite i suoi fedelissimi, dal portavoce Dmitry Peskov al viceministro degli Esteri Sergej Ryabkov, passando per il consigliere per la politica estera Yuri Ushakov, oggi è Vladimir Putin in prima persona ad allontanare la pace in Ucraina e soprattutto ad attaccare a testa bassa i leader europei principali alleati di Volodymyr Zelensky nell’obiettivo di portare a casa un accordo che rispetti le prerogative di Kiev.
Il leader del Cremlino ha parlato durante una riunione al Collegio del ministero della Difesa in cui Putin ha parlato a ruota libera dell’andamento del conflitto, dei rapporti con Stati Uniti ed Unione Europea, delle prospettive di pace e dell’economia del Paese.
Il fronte di guerra e il Donbass russo “liberato”
Per quanto riguarda la situazione sul fronte, Putin ha espresso “soddisfazione” per i risultati delle sue truppe impegnate in particolare sul fronte est dell’Ucraina, nel Donbass che il Cremlino esige dagli accordi di pace. “L’esercito russo ha conquistato e mantenuto saldamente l’iniziativa strategica su tutta la linea del fronte. Le nostre truppe avanzano con sicurezza e annientano il nemico“, ha detto durante la riunione allargata del Collegio del ministero della Difesa. “Siamo orgogliosi delle imprese dei nostri soldati e ufficiali che combattono in prima linea, di tutti coloro che difendono la Russia e la sicurezza dei nostri cittadini”, ha aggiunto poi Putin, giudicando il 2025 una “pietra miliare per il raggiungimento degli obiettivi dell’operazione militare speciale” in Ucraina.
Un Donbass che finirà in mani russe, con la diplomazia o con la forza. Lo Zar lo ha detto senza mezzi termini nel vertice con la Difesa, sottolineato che “i territori storicamente russi” oggi in Ucraina torneranno a essere russi. “Ci assicureremo che i territori storicamente russi siano liberati, con mezzi militari se il dialogo fallirà“, è stata la minaccia nei confronti di Kiev e dei suoi alleati.
L’attacco all’Europa e ai leader “maialini”
Quest’ultimi, in particolare in Europa, sono finiti nel mirino del Cremlino con una raffica di insulti. Putin ha definito “false e assurde” le affermazioni di un possibile attacco della Russia all’Europa. “I politici in Europa stanno aumentando il livello di isteria e inculcando paure riguardo l’inevitabilità di uno scontro con la Russia”, ha detto il presidente russo.
Tornando indietro nel tempo di un anno, Putin torna poi ai rapporti tesi con la precedente amministrazione statunitense di Joe Biden. Per il leader russo gli Stati Uniti a guida Dem e i loro “porcellini europei” erano convinti di poter distruggere rapidamente la Russia e trarne profitto: “I porcellini europei si sono subito uniti all’amministrazione Biden nella speranza di trarre profitto dal crollo del nostro Paese, recuperando ciò che era andato perduto nei periodi storici precedenti e tentando di vendicarsi”, è stata “l’analisi” di Putin.
Da Mosca sono arrivati altri paletti nelle trattative proprio a causa delle attuali leadership europee. Putin ha infatti sottolineato che una ripresa del dialogo con le potenze europee è possibile ma solo con un cambio delle attuali élite politiche in Europa.
I rapporti con Trump
Al contrario, nonostante i tentativi europei di portare la Casa Bianca ad appoggiare con maggiore convinzione le proprie proposte di pace per l’Ucraina, più vicine alle esigenze di Kiev, per Putin la Russia “accoglie con favore i progressi compiuti nel nostro dialogo con la nuova amministrazione americana” guidata da Trump.
Per questo il Cremlino, ha aggiunto Putin, “è in dialogo” con l’amministrazione Trump ed è “pronta a negoziare una soluzione pacifica per l’Ucraina”.