La strage a Bondi Beach

Quello che ci dice la strage di Sydney, l’odio per gli ebrei è un orrore ancora tra noi: è colpa anche di Netanyahu

Sydney è un caso classico di terrorismo, non di lotta armata. Cioè l’attacco a persone inermi e innocenti per colpire un governo o un esercito che non si è in grado di colpire direttamente.

Cronaca - di Piero Sansonetti

16 Dicembre 2025 alle 07:00

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AP Photo/Mark Baker
AP Photo/Mark Baker

“Sento questo odio addosso da quando sono nata”. Lo ha detto ieri la scrittrice Edith Bruck in una intervista al “Corriere della Sera”. Parla dell’odio antisemita. Edith Bruck è ebrea, ha 94 anni, quando era una ragazzina di 13 anni finì ad Auschwitz insieme al padre e a tutta la famiglia. Fu tra le pochissime persone ad uscirne viva.

La sua famiglia fu sterminata. Lei era ungherese, dopo la guerra diventò italiana. Scrive in Italiano. Alla sua intervistatrice, Alessandra Arachi, ha detto di ritenere che l’antisemitismo non morirà mai. “La colpa nostra è di essere ebrei. Veniamo perseguitati semplicemente per il nostro essere ebrei”. La giornalista le ha chiesto se in questo riesplodere dell’antisemitismo c’è una responsabilità di Netanyahu. Lei ha risposto senza esitazione: “Sì, certo”. Ma ha anche detto che l’intensità e la frequenza delle manifestazioni pro palestinesi contribuiscono ad alimentare l’odio contro gli ebrei. L’odio contro gli ebrei, ha spiegato Edith Bruck, è contro tutti gli ebrei. Contro la razza ebraica. Sta qui il razzismo. Nell’incapacità di giudicare le persone, nel chiudere in unica condanna tutto un popolo colpevole di esser rappresentato dal governo di destra israeliano.

Penso che Edith Bruck abbia ragione. Non ha ragione perché è un’icona, perché ha sofferto la fame, la sete, l’isolamento, la perdita della famiglia, il pianto di bambina, la morte dei compagni: sì, certo, anche per questo. Ma ha ragione perché sa denunciare l’antisemitismo per quello che è in tutte le sue sfumature. La strage di Sidney non può essere liquidata banalmente come effetto dell’azione di due folli isolati. O della troppa facilità che c’è in alcuni paesi ad entrare in possesso di armi da guerra. È troppo evidente che a dare spinta e carburante a quella azione terroristica è stato il grande ritorno dell’antisemitismo in questi due anni, dopo l’infamia del 7 ottobre e dopo lo sterminio dei palestinesi ordinato da Netanyahu. Sidney è un caso classico di terrorismo, non di lotta armata. Cioè l’attacco a persone inermi e innocenti per colpire un governo o un esercito che non si è in grado di colpire direttamente. Questo è il terrorismo. Esiste una differenza tra terrorismo e lotta armata.

Personalmente sono contrario anche alla lotta armata, ma il terrorismo è un’altra cosa. Fa terrorismo il governo israeliano quando bombarda le case, le scuole e gli ospedali. Terrorismo feroce. Fa terrorismo Hamas, seppure su scala minore, quando colpisce i civili israeliani. E il terrorismo non è una forma degenerata di lotta armata. Il terrorismo è una attività vile e oscena. C’è un legame diretto tra antisemitismo e terrorismo? No, è chiaro chela connessione non è diretta. Però l’antisemitismo è una malattia sociale che fornisce ossigeno e argomenti al terrorismo. E l’antisemitismo è una forma antichissima di razzismo che spesso si manifesta in forme non dichiarate. Ora si è soliti mascherarlo con l’antisionismo. Che è una forma particolare di antisemitismo.

L’antisionismo è il pensiero di quelli che credono che gli ebrei possano anche esistere e vivere tranquilli, purché facciano e dicano e pensino le cose che decidiamo noi. Oggi si usa il termine antisionismo facendo credere che sia semplicemente opposizione a Netanyahu. Ma non è così. Quando per opporsi a Netanyahu si propone l’abolizione dello Stato di Israele si cade in pieno nell’antisemitismo. E in questo clima politico, dominato a destra dalla xenofobia e dai nuovi razzismi – contro gli africani, contro gli islamici, contro i poveri – l’antisemitismo diventa un fuoco che rischia di annientare la nostra civiltà e ottant’anni di crescita della cultura occidentale.

16 Dicembre 2025

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