Il caso di Nardò

Parla Tatiana Tramacere: “Non avevo previsto nulla, chiedo scusa a tutti: sono due anni che scappo per evitare di sapere”

Per la prima volta, a "Chi l'ha visto?", la 27enne ha rilasciato un'intervista e letto una lettera in cui ha spiegato le ragioni della sua sparizione volontaria. "Non ho agito con lucidità, travolta da emozioni forti e dalla fragilità". È stata ritrovata nello sgabuzzino dell'appartamento dell'amico

Cronaca - di Redazione Web

11 Dicembre 2025 alle 11:16

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SCREENSHOT DA CHI L’HA VISTO
SCREENSHOT DA CHI L’HA VISTO

Prima ha chiuso tutti i profili social, anche se seguiti da migliaia di persone. Successivamente ha rilasciato la sua prima intervista alla trasmissione di cronaca nera Chi l’ha visto”. Tatiana Tramacere ha chiesto scusa a tutti. “Alla mia famiglia, alle forze dell’ordine, a ogni cittadino di Nardò”. Ha protetto l’amico Dragos Ioan Gheormescu, che le ha permesso di rifugiarsi nella mansarda del suo appartamento. Non aveva mai spiegato le ragioni del suo gesto. “Queste parole nascono dal desiderio di essere compresa, non assolta”.

Tramacere era scomparsa lo scorso lunedì 24 novembre a Nardò, in provincia di Lecce, è stata trovata 11 giorni dopo nascosta nello sgabuzzino dell’appartamento di un amico. Ha 27 anni, studentessa di filosofia. La sua scomparsa aveva fatto temere per la sua salute, era stata al centro anche di un caotico caso giornalistico tra le notizie del ritrovamento del cadavere e le smentite subite successive, aveva suscitato astio nei confronti dell’amico da parte della comunità. In pochi giorni la scomparsa era diventata un caso nazionale, quando è stata ritrovata si è scatenata nei suoi confronti una quantità di odio che l’ha portata a chiudere i suoi canali social.

“So che il mio comportamento ha generato preoccupazione, confusione e paura e mi dispiace profondamente. La verità è che non ho agito con lucidità, mi sono lasciata travolgere da emozioni troppo forti e dalla fragilità che in quel momento non ero più in grado di gestire”, ha letto una lettera. “La mia scomparsa non è stata una bravata, né un gesto per attirare l’attenzione. È stata una battaglia interiore che porto avanti da quasi due anni, forse un po’ di più […] Una guerra silenziosa contro qualcosa che mi supera, che a tratti mi spezza e che non ho ancora imparato a dominare senza tremare”. Ha raccontato che avrebbe dovuto sottoporsi a degli esami per una diagnosi.

“Sono due anni che affronto qualcosa, quando si avvicina il giorno del controllo io scappo per evitare di sapere”. La Procura di Lecce continua gli accertamenti sulla vicenda, al momento la pista dell’allontanamento volontario sembra comunque la pista più verosimile. Al momento resta comunque sotto sequestro il telefono cellulare dell’amico 30enne. Non ci sarà nessuna denuncia nei suoi confronti, come ha confermato il legale della famiglia della ragazza. “La verità è che non ho agito con lucidità, mi sono lasciata travolgere da emozioni troppo forti e dalla fragilità che in quel momento non ero più in grado di gestire”.

 

11 Dicembre 2025

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