Nel Pacifico
Alta tensione anche a Taiwan, il presidente annuncia nuove spese militari per 40 miliardi: “Cina si prepara, dobbiamo essere pronti”
Taipei punta a "raggiungere un elevato livello di prontezza" contro un'azione militare entro il 2027, l'anno del centenario della fondazione dell'Esercito popolare di liberazione cinese
Esteri - di Redazione Web
Se la Cina è pronta ad attaccare e a invadere con la forza militare, Taiwan si arma come mai prima. Lo ha detto in una conferenza stampa il presidente Lai Ching-te, che non solo ha lanciato l’allerta ma ha anche annunciato che presenterà un piano di circa 40 miliardi di dollari destinato alla difesa. Armi, sistema aereo, una difesa missilistica chiamata “Taiwan Dome” in grado di intercettare e neutralizzare missili. Proposta che arriva a pochi mesi dall’annuncio dello stesso presidente di aumentare la spesa militare fino al 5% del PIL entro il 2030.
È fin dalla fondazione della Repubblica Popolare Cinese, che Pechino rivendica l’isola come parte del proprio territorio e ha minacciato in più occasioni, anche recentemente, di conquistarlo militarmente. Spesso negli ultimi anni le esercitazioni cinesi hanno fatto alzare alle stesse la tensione nell’area, anche perché il principale alleato di Taiwan sono gli Stati Uniti, dai quali Taiwan compreranno le armi, come ha specificato il ministro della Difesa nazionale Wellington Ko.
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Il piano di aumento di budget sarà distribuito dal 2026 al 2033, l’obiettivo è “raggiungere un elevato livello di prontezza” contro un’azione militare della Cina entro il 2027, anno in cui si celebrerà il centenario della fondazione dell’Esercito Popolare di Liberazione di Pechino. Entro due anni Taiwan dovrà raggiungere un “elevato livello di preparazione al combattimento”, ha dichiarato Lai.
Secondo il ministero della Difesa di Taipei, Pechino ha inviato 20 aerei militari e cinque navi nei pressi di Taiwan nelle ultime 24 ore. Sarebbero 319 gli aerei militari e 156 le navi militari nello Stretto all’inizio di novembre. Al quadro, negli ultimi tempi, si è aggiunto il Giappone: la nuova prima ministra Sanae Takaichi, conservatrice, ha promesso che in caso di invasione cinese di Taiwan, Tokyo si sentirebbe minacciata e potrebbe rispondere militarmente. Dopo l’assedio della Striscia di Gaza da parte di Israele e le trattative sulla guerra in Ucraina, lo scenario sul Pacifico torna a bussare prepotentemente alla porta della politica mondiale.