Villa Pamphili, neonata forse strangolata e la presunta madre morta 4 giorni prima: l’attesa del Dna e la caccia al sospetto

Potrebbe essere morta per strangolamento la neonata di circa sei mesi trovata nel pomeriggio di sabato 7 giugno assieme al cadavere di una donna, probabilmente sua madre, nel parco di Villa Pamphili a Roma.

Sarebbe questo il risultato dell’autopsia eseguita domenica all’istituto di medicina legale della Cattolica: sembra dunque escluso che i segni sul corpo della neonata, traumi ad un braccio e alla gamba destra, siano stati così violenti da provocarne il decesso.

Altro dato fondamentale emerso dall’esame effettuato ieri è che la morte della donna, rinvenuta a poche centinaia di metri dalla neonata, risale ad almeno quattro giorni prima. Su di lei non risultano segni di una morte violenta: l’ipotesi è che la donna, una 40enne probabilmente dell’Est Europa, sia morta per overdose, ma anche in questo caso sarà l’esame tossicologico a confermarlo.

Gli inquirenti al lavoro sul caso, in Procura a Roma si è anche tenuto un vertice tra il capo della Squadra Mobile Roberto Pititto, il sostituto procuratore Antonio Verdi, il procuratore aggiunto Giuseppe Cascini e i vertici dei reparti investigativi che lavorano sull’inchiesta, aspettano ancora i risultati del Dna per dare una identità ai due corpi ancora senza nome.

Non aiutano le numerose segnalazioni arrivate nelle scorse ore agli inquirenti riguardanti persone scomparse: pochissime quelle realmente riferibili a dati già in possesso di chi indaga. Prossimamente verranno diffuse le immagini dei tatuaggi sul corpo della donna per aiutare le ricerche: sul corpo, scrive l’edizione romana del Corriere della Sera, vi sono vistosi tatuaggi tra cui un teschio e un disegno floreale.

Indagine che difficilmente potrà avere un aiuto dalle telecamere di videosorveglianza: negli oltre 180 ettari di verde del parco di Villa Pamphili non vi sono telecamere, presenti invece nelle strade intorno alla Villa.

Resta ancora in piedi la pista relativa alla segnalazione di un gruppo di ragazzini che hanno chiamato il 112 per riferire di aver visto venerdì sera un uomo passeggiare nel parco con un fagotto in braccio, tra gli alberi.