Atletica
Usain Bolt, vita e carriera dell’uomo più veloce di sempre: i record, le Olimpiadi, la moglie e i figli, il patrimonio cosa fa oggi
L'infanzia in Giamaica, i record detenuti ancora oggi, un unico rimpianto, la carriera nel calcio dopo l'atletica
Sport - di Redazione Web

Per brevità: l’uomo più veloce al mondo. Anzi no: l’uomo più veloce della storia. Usain Bolt, “Lightning Bolt”, 11 medaglie d’oro ai Mondiali, 8 ori alle Olimpiadi, l’unico ad aver vinto tre ori nei 100 metri l’oro nei 100 e 200 metri in tre edizioni consecutive (Pechino 2008, Londra 2012 e Rio de Janeiro 2016) e in tre edizioni dei Mondiali (Berlino 2009, Mosca 2013, Pechino 2015). Ancora oggi detiene i record mondiali di 100, 200 metri e nella staffetta 4×100 metri. Ha sempre raccontato di non avere rimpianti. Comprensibilmente.
Nato nella parrocchia civile di Trelawny, una delle 14 suddivisioni della Giamaica, con capoluogo Falmouth, aveva cominciato con il cricket che era soltanto un bambino. Fu un allenatore, al liceo, che lo invitò a partecipare a gare di atletica. La prima medaglia, un secondo posto, ai 200 metri piani nel campionato scolastico. Ai CARIFTA Games, nello stesso anno, due argenti sui 200 e 400 metri piani. Ai Mondiali juniores di Kingston oro in finale: il più giovane campione mondiale juniores di sempre all’età di 15 anni.
Passò professionista con il nuovo tecnico Fitz Coleman, dal 2004 si confermò uno dei velocisti più talentuosi di sempre con il nuovo primato nei juniores, primo juniores a scendere sotto i 20 secondi sulla stessa distanza. A Pechino, alle Olimpiadi estive del 2008, è diventato una leggenda vivente vincendo l’oro nei 100 metri, nei 200 metri e nella staffetta 4×100. I record sui 100 e 200 metri sono arrivati ai Mondiali di Berlino del 2009. Altre tre medaglie olimpiche nel 2012, altri cinque titoli internazionali tra il 2013 e il 2015.
Soltanto un rimpianto, forse. Quello di non esser riuscito a scendere sotto il muro dei 19 secondi nei 200 metri. “È stata la mia distanza preferita – aveva dichiarato in un’intervista a Eurosport UK – Se fossi riuscito a scendere sotto i 19 secondi, sarebbe stato un grande traguardo e mi sarebbe piaciuto farlo. Se avessi un rimpianto nella mia carriera, sarebbe quello di non aver corso i 200 sotto i 19 secondi”.
Uno degli ori olimpici gli è stato tolto a causa della positività al doping di un compagno di squadra. “Aver vinto otto ori olimpici, per me, ha un significato ben superiore ai record del mondo. Ho dominato per diversi anni, come non era mai stato fatto prima, e non sarà affatto facile, per gli altri, replicare quello che ho fatto. Vincere otto medaglie d’oro olimpiche nel corso della mia carriera, per me, significa molto di più dei vari record mondiali”.
Dopo la carriera nell’atletica, con l’addio nel 2017, per un breve periodo si era dato al calcio: un provino al Borussia Dortmund, una parentesi in Norvegia e in Australia. Oggi è uomo immagine, brand ambassador di diversi marchi e società di prestigio mondiale. Secondo Forbes, il suo patrimonio è stimato in circa 34 milioni di dollari. Sposato con la modella Kasi Bennet, Bolt è padre di tre figli: Olumpia Lightning nata nel 2020, i gemenlli Saint Leo e Thunder nati nel 2021.