Il cantante sui social
Come sta Gigi Finizio e cos’è la sindrome di Stevens-Johnson: come si guarisce, i primi sintomi, i farmaci e la terapia
I fan allarmati dalla notizia del ricovero, sono stati tranquillizzati da un video pubblicato sul web dal cantautore e pianista
Salute - di Redazione Web

Ha contratto una patologia rara e particolare. Una malattia che causa forti e violenti “rush cutanei“, dovuti ad una reazione negativa dell’organismo a particolari farmaci. “Sono giunto in ospedale quando la sindrome era in una fase evolutiva importante. Si è scoperto cosa avevo grazie agli esami e agli accertamenti fatti al pronto soccorso. Adesso sto meglio e ringrazio tutti voi che vi siete preoccupati per me dimostrandomi il vostro affetto“. Queste le parole di Gigi Finizio, cantautore e musicista napoletano che ha pubblicato un video sui social per annunciare che ha contratto la sindrome di Stevens-Johnson.
Come sta Gigi Finizio
La sindrome di Stevens-Johnson (SSJ) è una reazione acuta da ipersensibilità che coinvolge la cute e le mucose e che può essere scatenata da malattie virali, batteriche o reazione avversa a farmaci. Attualmente è considerata una variante dell’eritema polimorfo, di cui costituisce una forma più grave. Altra sindrome con caratteristiche analoghe, ma molto più grave, è la sindrome di Lyell (o Necrolisi epidermica tossica – TEN). Colpisce prevalentemente le persone durante l’infanzia e i giovani adulti.
Cos’è la sindrome di Stevens-Johnson
Si tratta, secondo il Centro Studi Gised, di reazioni mucocutanee indotte da farmaci o idiopatiche, caratterizzate da dolorabilità cutanea e da eritema della cute e delle mucose, seguiti da esteso scollamento cutaneo e mucoso. Nella sindrome di Stevens Johnson lo scollamento dermo-epidermico è inferiore al 10%. La Sindrome di Stevens-Johnson (SJS) e la Necrolisi Tossica Epidermica (TEN) sono reazioni avverse gravi attribuibili a farmaci. Pur essendo rare possono causare elevata morbidità e mortalità.
La sindrome di Stevens-Johnson: come si guarisce
Secondo la definizione dell’OMS per Reazione Avversa da Farmaco (ADR Drug Adverse Reaction) si intende una risposta a un farmaco dannosa e non intenzionale che si verifica alle dosi normalmente utilizzate nell’uomo per profilassi, diagnosi e terapia. In alcuni casi la causa di queste reazioni non è direttamente correlata all’uso di farmaci. Inoltre è stata individuata in alcune popolazioni una associazione tra reazioni e genetica, ad esempio alcuni individui di origine asiatica portatori di una particolare variante dell’allele HLA-B*1502, sono fortemente a rischio di gravi reazioni cutanee in seguito all’assunzione di carbamazepina.
La sindrome di Stevens-Johnson: i primi sintomi
La SJS e la TEN richiedono, a causa della loro gravità, una diagnosi tempestiva con sospensione di tutti i farmaci possibili responsabili della reazione e un adeguato trattamento intensivo. È importante il precoce riconoscimento dei sintomi al fine di sospendere i farmaci potenzialmente responsabili delle reazioni e iniziare un trattamento intensivo che è simile a quello utilizzato nei confronti di un paziente ustionato includendo il sostegno del circolo, il mantenimento di un adeguato bilancio calorico, la correzione degli squilibri elettrolitici, la protezione delle aree erose e la prevenzione di complicanze settiche.
La sindrome di Stevens-Johnson: i farmaci e la terapia
Nella sindrome di Stevens-Johnson la cute presenta aree di necrosi e sfaldamento e le lesioni coinvolgono anche le mucose, dalla bocca (con degenerazione crostoso-erosiva delle labbra) alle congiuntive e all’uretra. Vi è compromissione sistemica con febbre elevata, faringodinia, vomito, diarrea, artralgieNon è dimostrata in modo chiaro l’efficacia di trattamenti farmacologici come immunoglobuline ad alte dosi per via endovenosa, ciclosporina, o steroidi sistemici. Tra questi farmaci sembra essere la ciclosporina quella dotata di maggior efficacia se utilizzata nelle fasi precoci. È importante prestare attenzione alle sequele oculari e genitali.
Le immagini pubblicate da Gigi Finizio dall’ospedale
