Sol Levante
Totò Schillaci, l”Eroe dei due Mondi’: l’ex attaccante è stato il primo italiano a giocare in Giappone
Il calciatore nato a Palermo e che ha fatto la storia con la Juventus e la Nazionale è stato un divo per il pubblico nipponico
Sport - di Redazione Web
“Quando arrivai lì trovai un entusiasmo contagioso. Per loro lo Schillaci del mondiale non era mai finito e dimostrai con i miei gol quanto era forte il connubio“, sono state queste le parole che Salvatore ‘Totò’ Schillaci pronunciò per ricordare e commentare il suo arrivo in Giappone per giocare nella serie a nipponica con i Jubilo Iwata. Con quel trasferimento, avvenuto nel 1994, Schillaci divenne il primo calciatore italiano a giocare nel Sol Levante. L’ex attaccante nato a Palermo divenne presto un mito per il pubblico giapponese e i tifosi della sua nuova squadra. Il club gli mise a disposizione un interprete, un autista personale 24 ore su 24 e una bella abitazione. Schillaci ricambiò con 58 gol in 86 presenze e la vittoria del campionato nel 1997.
Totò Schillaci il primo italiano a giocare in Giappone
Di Schillaci la Treccani scrive che è stato “l’eroe di una sola stagione“, il protagonista di una favola, breve, ma indimenticabile. Le notti magiche di Italia 90, che avevano la colonna sonora di “Un’estate italiana” di Gianna Nannini ed Edoardo Bennato, portano il segno delle sue gesta e dei suoi occhi increduli, quasi spiritati e apparentemente spaesati, sgranati come fari micidiali puntati sulla rete avversaria. Totò Schillaci, morto alle 9.55 nel reparto di pneumologia dell’ospedale Civico di Palermo per un cancro al colon, avrebbe compiuto 60 anni il primo dicembre. Ex calciatore di Juventus e Inter, capocannoniere della nazionale ai mondiali di Italia 90, ‘manovale’ del gol e della vita, venuto faticosamente fuori dalla periferia di Palermo, dal quartiere San Giovanni Apostolo: il nome di un santo per un pezzo di città marginale, come si usa da queste parti, il Cep, Centro espansione periferica.
La carriera di Totò Schillaci
Il suo esordio in serie A è del 27 agosto 1989 (Juventus-Bologna, 1-1). Ma prima una lunga gavetta: 1981-82 con l’Amat Palermo; 1982-89 con il Messina. Fino ai grandi palcoscenici: 1989-92, Juventus; 1992-94, Inter; 1994-97, Jubilo Iwata. In nazionale: 16 presenze e 7 reti (esordio: 31 marzo 1990, Svizzera-Italia, 0-1. Nella sua bacheca una Coppa Italia (1989-90), due Coppe Uefa (1989-90, 1993-94). Chiamato dalla Juventus nel 1992 dopo 7 anni al Messina, il centravanti siciliano si segnalò con 15 gol nel suo primo Campionato di serie A, meritando per questo il ruolo di riserva di Vialli e di Carnevale ai Mondiali del 1990 disputati in Italia. Ma già al primo incontro, entrato in campo a pochi minuti dalla fine nella partita con l’Austria, realizzò la rete della vittoria. E non si fermò più: ogni partita un gol, quasi sempre decisivo, di rapina, d’astuzia, di potenza.
Messina, Juventus, Inter e il sogno Italia ’90
Segnò contro la Cecoslovacchia, l’Uruguay, l’Irlanda, anche contro l’Argentina, ma non bastò all’Italia per andare in finale. Segnò infine contro l’Inghilterra e l’Italia si classificò al terzo posto. A New York ribattezzarono la Venticinquesima Strada ‘Schillaci Boulevard‘. La sua favola poi assunse tinte meno esaltanti: nei successivi due campionati alla Juventus, 60 presenze e 11 reti. All’Inter, dove forse non venne mai accettato né capito, disputò appena 30 partite, facendo 11 gol in due stagioni. Lasciò l’Italia per tentare l’avventura giapponese dove nelle prime due stagioni segnò una cinquantina di reti. Tornato nel Belpaese ha aperto una scuola calcio a Palermo perché non ha mai dimenticato da dove è venuto.
La tv, la malattia e l’amore di Palermo
Quindi, la briosa esperienza televisiva all’Isola dei Famosi e a Pechino Express e il tumore che ha sfidato sino alla fine, nella sua partita più importante per la vita. Non ha mai indossato i colori rosanero, ma la città lo sente suo questo eterno ragazzo di periferia. Così è vero quello che dicono il Palermo FC “e tutta la famiglia City Football Group“, secondo cui Totò “ha scritto con i suoi gol pagine indelebili della storia del calcio, regalando pura gioia ai palermitani in tutto il mondo“.