La pugile italiana
Come Angela Carini è diventata un’icona della destra mondiale: i messaggi di Meloni, Trump, Elon Musk, La Russa
Dall'esplosione del caso fino al ritiro al primo round della pugile italiana. La premier: "Un giorno guadagnerai quello che meriti in una competizione equa". Trump: "Terrò fuori gli uomini dagli sport femminili"
Sport - di Redazione Web
A malapena era finito l’incontro di pugilato tra Angela Carini e Imane Khelif che Ignazio La Russa, Presidente del Senato, invitava a Palazzo Madama la pugile italiana. Un caso mondiale, ben oltre le sedici corde, quello dell’atleta algerina esclusa dai mondiali dall’International Boxing Association (IBA), per presunti livelli di testosterone troppo alti e cromosomi XY, ma ammessa dal CIO alle Olimpiadi. È stata definita trans – nessuna prova, maschio biologico, intersessuale. Carini è salita sul ring e dopo pochi secondi, senza neanche arrivare alla fine del round di è ritirata. “Mi ha fatto malissimo”, ha detto all’angolo dopo aver preso un diretto destro dell’avversaria. Si è inginocchiata, ha pianto, ha più di una volta evitato di salutare l’avversaria. E così facendo è diventata un’icona, un simbolo.
Angela Carini, oltre a raccogliere la solidarietà della maggior parte dell’ambiente pugilistico – che naturalmente protegge l’atleta – è diventata un’icona della destra mondiale. La sua vicenda eletta a simbolo dello scontro tra civiltà che la destra vede più o meno ovunque: contro la supremazia della cultura di sinistra e l’ideologia woke – qualsiasi cosa vogliano dire, tirate in mezzo senza troppa cognizione di causa a ogni occasione buona. Esponenti del governo Meloni si sono affrettati da giorni a denunciare la lotta tra un trans e una donna, e quindi tra un uomo e una donna, senza alcuna prova a sostegno. E la vicenda ha fatto il giro del mondo: Carini ha raccolto la solidarietà della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in visita a Casa Azzurri a Parigi, e perfino dell’ex presidente e candidato alle elezioni del prossimo autunno Donald Trump e dell’imprenditore miliardario Elon Musk.
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La destra contro Imane Khelif
“So che non mollerai, Angela, e so che un giorno guadagnerai con sforzo e sudore quello che meriti. In una competizione finalmente equa”, ha scritto la Presidente Meloni in un post sui social in cui la si vede prendere il volto di Carini tra le mani. E Carini al TG1 si è detta amareggiata. “Ho incontrato il presidente Meloni, l’ho ritrovata più come una mamma quando incontra una figlia. Si è immedesimata in me e mi ha accolta come una figlia. Quando mi ha guardato e mi ha detto: non mollare, vai avanti e credi nei tuoi sogni. Questo mi ha dato una grande forza”.
So che non mollerai, Angela, e so che un giorno guadagnerai con sforzo e sudore quello che meriti. In una competizione finalmente equa. pic.twitter.com/bJ2GfAUTzq
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) August 1, 2024
Sui social è partito l’hashtag #IstandwithCarini. Elon Musk è stato tra i più attivi sul caso, fin dall’inizio. Ha pubblicato una serie di tweet nei giorni scorsi. “Terrò fuori gli uomini dagli sport femminili”, ha scritto Trump sul suo profilo Truth. Non si contano le reazioni dei politici italiani. Durissima anche J. K. Rowling, la scrittrice autrice della saga di Harry Potter, che sui social ha condannato: “A una giovane pugile è stato appena portato via tutto ciò per cui aveva lavorato e si era allenata, perché avete permesso a un maschio di salire sul ring con lei”. Alcuni media italiani continuano a definite Khelif trans senza alcuna prova. Carini a La Stampa ha dichiarato: “Dico ciao alla boxe” mentre lo youtuber e pugile statunitense Jake Paul l’ha invitata a partecipare nella undercard di una riunione della MVP Promotions per “dimostrare al mondo il tuo talento, su una scena adeguata e non contro un avversario maschile”.
⚠️ “Picchia troppo forte, non è giusto”. Brava Angela, hai fatto bene!
La nostra atleta si è dovuta ritirare contro Imane Khelif, prima di scoppiare in lacrime per tanti sacrifici andati in fumo.
Una scena davvero poco olimpica: vergogna a quei burocrati che hanno permesso un… pic.twitter.com/XMjYLSDOAb— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) August 1, 2024
Gli atleti sul caso Khelif
Più frammentata le posizioni tra gli sportivi. Martina Navratilova, riferimento della comunità Lgbtqia+ e leggenda del tennis, ha tuonato contro il Comitato Olimpico: “Questa è tutta colpa dei dirigenti e delle persone al vertice del Cio: voi avete fatto questo, spero siate orgogliosi”. La pugile irlandese Amy Broadhurst, che nella finale Mondiale 2022 sconfisse Khelif, ha postato il video del match scrivendo “cosa pensate, ora, dopo averlo visto?” pur riconoscendo che “se è un uomo e ciò sarà confermato al 100%, sarò disgustata dal fatto che io fossi sul ring e lo fossero anche molte altre”.
Deplorable. This will not end well for the people in power who allowed this to happen. https://t.co/9vR2ylnoJR
— Martina Navratilova (@Martina) August 1, 2024
Netta anche Federica Pellegrini sul tema atleti trans: “Khelif non appartiene a questa categoria, ha sempre gareggiato. Non c’è tema di protesta”, ha commentato a La Stampa. “La caccia alla streghe non si sopporta e mi fa vomitare”. Irma Testa, pugile italiana campionessa del mondo e uscita clamorosamente al primo turno dei Giochi all’ANSA ha commentato come “non c’è una linea chiara, se al Cio va bene che si misuri solo il livello del testosterone a noi non rimane che accettarlo e combattere, se queste sono le regole. Non sono un medico, non so perché l’Iba fa il test sul Dna e perché non lo faccia il Cio, però va fatta chiarezza una volta per tutte”.
Khelif aveva combattuto già alle Olimpiadi di Tokyo 2021, si era classificata quinta. In quell’occasione non era esploso un caso del genere. La campagna della destra italiana potrebbe aver fatto la differenza. La politica era entrata nelle Olimpiadi di Parigi già alla cerimonia di inaugurazioni, con performance definite blasfeme e offensive come quella accostata erroneamente all’Ultima Cena.