Il conflitto in Medio Oriente
Lettera a Meloni sulla Palestina: basta con la logica dei due pesi e due misure
Editoriali - di Mario Capanna
Sono per uno Stato palestinese, perché questa è una via vitale. Tutte le altre portano alla morte.
(Amos Oz)
Gentile Presidente del Consiglio,
mi rivolgo a Lei in forma aperta, dato l’interesse pubblico del tema su cui mi permetto di richiamare la Sua attenzione.
Sul conflitto Palestina-Israele-Ue-Usa sono emerse due novità recenti della massima importanza. La prima è il pronunciamento ufficiale della Corte internazionale di giustizia, che ha sentenziato: “La comunità internazionale, in particolare gli alleati di Israele, devono intraprendere azioni inequivoche per assicurare che Israele ponga fine alla sua occupazione illegale, ritirando le sue forze da ogni parte dei territori occupati” (corsivi miei).
La seconda è la decisione del parlamento israeliano che, con appena 68 voti a favore su 120, ha deliberato ufficialmente il no alla costituzione dello Stato palestinese.
Due fatti eclatanti, indubbiamente. Sulla prima questione: che cosa aspettate, Lei e il governo italiano, a intraprendere, in sede Ue e Onu, le “azioni inequivoche” affinché Israele ponga fine alla sua “occupazione illegale”?
Sulla seconda questione: posto il no assoluto della Knesset allo Stato palestinese, Lei non ritiene doveroso chiedere a Netanyahu che cosa intende fare dei palestinesi? Sterminarli, come sta facendo a Gaza e con i pogrom in Cisgiordania? Oppure buttarli tutti in mare? Oppure ancora: deportarli… su un’isola artificiale da costruire magari in mezzo all’oceano?
Signora Presidente, Ella sa perfettamente, sebbene faccia ogni sforzo per non ammetterlo, che lo Stato di Israele ha il record mondiale di violazioni delle risoluzioni dell’Onu: è dunque, né più né meno, uno Stato fuorilegge della comunità internazionale. Eppure non ha mai ricevuto alcuna sanzione. Anzi: Netanyahu viene accolto dal Congresso americano che applaude le sue parole agghiaccianti: “Dateci più velocemente i mezzi e noi finiremo più velocemente il lavoro”.
Fino a quando Lei pensa che si possa andare avanti con la logica dei due pesi e delle due misure? La Russia invade l’Ucraina e giù sanzioni a iosa. Sanzioni all’Iran. Sanzioni da una vita alla povera Cuba. A Israele nemmeno un buffetto, ma anzi aiuti di ogni genere.
Il mondo guarda. E vede. Non a caso l’Occidente – super armato, ma netta minoranza, meno di un miliardo di persone su otto miliardi – è oggi la realtà più odiata al mondo.
Le dice niente il fatto che la causa palestinese, mai come oggi, abbia registrato una così massiccia solidarietà planetaria? E, per converso, Israele il più profondo isolamento della sua storia? Comprende? Il cerchio si stringe attorno alla prepotenza e l’ipocrisia, morale e politica, non ha più molta strada davanti.
Lei, sebbene votata da una minoranza degli italiani, ha il dovere di salvaguardare gli interessi fondamentali del nostro Paese. Voglio dire: gli Stati Uniti sono lontani, protetti dagli oceani. Ma noi siamo nel cuore del Mediterraneo e se il conflitto mediorientale si allargasse, con la possibile invasione israeliana del Libano e quindi il coinvolgimento dell’Iran, gravi rischi si addenserebbero su di noi.
Sicché l’Italia – più di altri Paesi nell’ambito stesso della Ue – è vitalmente interessata alla pace, raggiungibile solo con la creazione dello Stato palestinese che conviva con quello di Israele.
Lei dovrebbe finalmente riconoscere che la grande maggioranza dell’opinione pubblica mondiale, e degli Stati, non è d’accordo con il governo che presiede. La controprova è data dai 143 Stati che, nell’Assemblea generale dell’Onu, hanno votato a favore dell’ammissione della Palestina quale membro delle Nazioni Unite, con la pilatesca astensione del governo italiano.
Signora Presidente, tanto volevo dirLe. Sarei contento se solo servisse, questa mia modesta lettera, a farLe comprendere che dobbiamo considerare nostri fratelli sia i palestinesi sia gli israeliani. Ma, quando un fratello opprime l’altro, è dalla parte della vittima che bisogna stare. Aiutando così anche l’oppressore a non avere paura della pace. Per il bene di tutti.
Con cordialità
Mario Capanna