I fatti nel 2017

Sub e 13enne morti dopo un’immersione a Ischia, assolti in appello Ornella Girosi ed Edoardo Ruspantini

La sentenza arrivata a tre anni dal giudizio in primo grado. I giudici hanno confermato l'innocenza di entrambi gli imputati. La tragedia, avvenuta nella Secca delle Formiche, ha causato il decesso del 42enne Antonio Emanato e della giovane Lara Scamardella

Cronaca - di Andrea Aversa

11 Luglio 2024 alle 12:08

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Sub e 13enne morti dopo un’immersione a Ischia, assolti in appello Ornella Girosi ed Edoardo Ruspantini

Ornella Girosi è stata assolta anche in appello. La sentenza è stata emessa lo scorso 4 luglio dalla Corte d’Appello di Napoli. Stessa decisione per il proprietario e istruttore del Diving Subaia di Baia-Bacoli (in provincia di Napoli), Edoardo Ruspantini sul quale, invece, pesava una condanna emessa in occasione del verdetto di primo grado. Per i giudici Girosi, collaboratrice e guida del centro sub flegreo, era innocente anche alla fine del primo processo monocratico, conclusosi nel 2021. Epilogo che vide l’assoluzione anche di un altro imputato, Francesco De Luca, aiutante a titolo gratuito e occasionale della stessa struttura per le attività subacquee. Ma il magistrato Francesca De Renzis, al termine del dibattimento, non soddisfatta dell’esito finale, ricorse – appunto – in appello. L’accusa era di quelle pesanti: duplice omicidio colposo.

Antonio Emanato e Lara Scamardella deceduti dopo un’immersione a Ischia: le assoluzioni e l’innocenza di Ornella Girosi

Facciamo un salto indietro nel tempo e cerchiamo di ricostruire i fatti. Una vicenda tragica che ha avuto uno strascico giudiziario difficile e travagliato. Era il 13 agosto 2017, quando l’esperto istruttore di sub, il 42enne Antonio Emanato, portò con sé l’allieva e amica di famiglia Lara Scamardella, 13 anni e originaria di Bacoli, per un’immersioneIschia nella Secca delle Formiche. Purtroppo l’escursione si rivelò drammatica: i due restarono bloccati in una grotta sott’acqua e annegarono perdendo la vita. Nell’organizzare quella giornata avventurosa dalla triste conclusione, Emanato – che aveva l’attrezzatura necessaria per l’immersione – chiese a Ruspantini la possibilità di un passaggio barca per raggiungere la Secca. Così, EmanatoRuspantini, i suoi collaboratori GirosiDe Luca e la giovane Scamardella, salirono insieme sull’imbarcazione messa a disposizione dal Diving Subaia e raggiunsero Ischia.

Il dramma nella Secca delle Formiche

Considerata che tale escursione marina, in quel punto specifico, fu considerata estremamente semplice, le indagini e il processo hanno fatto emergere alcuni elementi: i possibili errori di valutazione fatti da Emanato, la probabile impreparazione di Scamardella, i video dell’immersione ricavati dalla go pro indossata dall’istruttore (che hanno mostrato l’immersione dei due sub deceduti, fino al momento immediatamente precedente all’ingresso nella grotta e agli ultimi istanti di vita) e l’ipotesi avallata dalla pm sulle presunte responsabilità di Ruspantini, dei suoi collaboratori e dello stesso Emanato, al quale il magistrato addebitò un profilo di cooperazione colposa in omicidio, ritenendolo erroneamente sprovvisto da un anno del patentino da istruttore perché scaduto.

Il primo grado e l’unica condanna poi cancellata a Edoardo Ruspantini

Nel marzo 2021, Ruspantini – difeso dall’avvocato Oronzo Vizzi – fu condannato a due anni e mezzo di reclusione per il solo decesso di Scamardella. Fu invece assolto per la morte di Emanato. Sette giorni fa, la I sezione penale, collegio B del Tribunale di Napoli, presieduta dalla Presidente Daniela Critelli, ha ribaltato quella sentenza, assolvendo da tutti i reati sia Ruspantini che Girosi (già giudicata innocente tre anni fa). Il legale difensore di quest’ultima, Marco Napolitano, ha dichiarato a l’Unità: “Finalmente si è concluso questo tortuoso percorso durato ben sette anni. Sette anni che hanno rappresentato una ferita sanguinante per i parenti delle vittime e un incubo per gli imputati che hanno visto compromettere sia la loro vita personale che professionale. Mi auguro che con questa sentenza si possa mettere definitivamente la parola fine a questa tragica storia, evitando accanimenti giudiziari – a discapito delle famiglie delle vittime e delle persone imputate nella vicenda giudiziaria appena terminata – già smentiti dalla decisione presa dai giudici“.

11 Luglio 2024

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