Parla il ministro russo
Guerra Ucraina, Lavrov ‘bastone e carota’: “Pronti a deterrenza nucleare contro gli Usa, ma possibile una soluzione politica”
Esteri - di Carmine Di Niro
Tra Stati Uniti e Russia si torna a toni e parole da “guerra fredda”. Il fronte sempre più ampio dei Paesi occidentali e del blocco Nato che sarebbero pronti ad autorizzare l’Ucraina ad impiegare armi e missili anche in territorio russo, per colpire le basi militari da dove partono le offensive contro i territori del Donbass e di Kharkiv da settimane nel mirino del Cremlino, ha provocato una reazione feroce di Mosca.
Mosca evoca la deterrenza nucleare
Sergei Lavrov, il ministro degli Esteri fedelissimo di Vladimir Putin, in una intervista all’agenzia stampa russa Ria Novosti ha sottolineato che il Paese può adottare misure nel campo della deterrenza nucleare se gli Stati Uniti dispiegheranno i loro missili in Europa o nella regione Asia-Pacifico.
“L’attuazione da parte degli americani dei piani di dispiegamento di missili terrestri a medio e corto raggio non rimarrà senza la nostra reazione – ha spiegato il ministro russo – non escludiamo ulteriori passi nel campo della deterrenza nucleare”.
Secondo Lavrov lo spiegamento di missili terrestri americani a medio e corto raggio in Europa e nella regione dell’Asia-Pacifico “creerà una seria sfida alla sicurezza per la Russia” ma tali azioni “diventeranno un problema non solo per Mosca”.
La soluzione “politica” per la guerra in Ucraina
Se da una lato Lavrov minaccia ritorsioni che ricordano i tempi sovietici, dall’altra il ministro ritiene ancora possibile una soluzione politica in Ucraina, dove ormai si combatte da 27 mesi.
Per il ministro degli Esteri russo “in teoria” è ancora possibile “accelerare” una soluzione che dovrebbe comportare un accordo tra le parti e la fine delle ostilità militari. “Per fare questo – ha spiegato Lavrov – è necessario che l’Occidente smetta di fornire armi aull’Ucraina e che Kiev interrompa le ostilità. Prima ciò accadrà, prima avrà inizio una soluzione politica”, le sue parole all’agenzia Ria Novosti.
Gli attacchi a Kharkiv
Intanto non si fermano le operazioni militari russe al confine con la regione di Kharkiv, da settimane ormai epicentro degli scontri col tentativo delle truppe di Mosca di avanzare nell’oblast con l’obiettivo, a detta del Cremlino, di creare una “zona cuscinetto”.
Secondo il capo dell’amministrazione militare regionale, Oleg Sinegubov, le forze militari russe hanno colpito la zona almeno cinque volte. Il sindaco della città di Khakiv, Igor Terekhov, ha riferito che 4 persone sono rimaste ferite ed è stata colpita un’infrastruttura critica in uno dei quartieri della città.