L'arcipelago nel Pacifico
Rivolte in Nuova Caledonia: perché le proteste e i disordini. Cosa sta accadendo
Il Presidente Macron ha disposto lo stato di emergenza. Le manifestazioni e la violenza sono esplose a causa della nuova riforma elettorale. Scontro tra la Francia e l'Arzebaigian
Esteri - di Redazione Web
L’esercito è stato dispiegato in Nuova Caledonia che ha trascorso una terza notte in preda a violenti scontri per la protesta contro una riforma elettorale controversa. Ieri il presidente Emmanuel Macron ha proclamato lo stato d’emergenza nell’arcipelago francese del sud Pacifico, dove i disordini e una grave crisi dell’ordine pubblico hanno provocato la morte di 4 persone, fra cui un gendarme, e centinaia di feriti. Il dispiegamento dei militari per “mettere al sicuro” porti e aeroporti caledoniani è stato annunciato ieri sera dal premier, Gabriel Attal. L’ultima nottata “è stata meno violenta” rispetto alle due precedenti, ha fatto sapere Louis Le Franc, il rappresentante dello stato in Nuova Caledonia, anche se gli scontri sono stati “molto importanti“.
Rivolte in Nuova Caledonia
A Nouméa, gli abitanti hanno eretto barricate nei quartieri per difendersi dai manifestanti più violenti. “Riporteremo la calma“, ha detto stamattina il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, su France 2: “Stiamo passando da 1.700 a 2.700 fra poliziotti e gendarmi“, ha precisato il ministro, lo stato conta di “riprendere il controllo nelle prossime ore“. Per il momento, il ministro ha assicurato che “la persona responsabile della morte di due kanaki” è stata arrestata. Darmanin ha puntato il dito contro il CCAT (Cellula di coordinamento delle azioni sul terreno), “organizzazione mafiosa, violenta“, la frangia più radicale del Fronte di liberazione kanako socialista (FLNKS). Per il ministro, si tratta di “un gruppuscolo che si dice indipendentista ma che in realtà compie saccheggi, omicidi e violenze. Non bisogna confonderli con i militanti politici“.
Perché le proteste e i disordini
Darmanin ha anche accusato l’Azerbaigian di ingerenza: “non è un’invenzione – ha detto a France 2 rispondendo a una domanda sull’ipotesi che paesi filorussi sobillino le proteste – è una realtà. Purtroppo una parte degli indipendentisti caledoniani ha fatto un accordo con l’Azerbaigian. È incontestabile e dà un’idea di cosa è a volte la democrazia, se si ascoltano certi leader. Ma oggi, anche se ci sono tentativi di ingerenza, nessun paese compie violenze in Nuova Caledonia. La Francia è sovrana in casa sua“. A Parigi, intanto, il presidente Emmanuel Macron ha annullato questa mattina un viaggio a Flamanville, sulla Manica, per presiedere una nuova “riunione” della cellula di crisi sulla situazione in Nuova Caledonia.
L’accusa all’Arzebaigian
Intanto, l’Azerbaigian ha respinto oggi le accuse di ingerenza nei disordini in Nuova Caledonia rivolte dalla Francia definendole “infondate” e “offensive“. “Respingiamo completamente le accuse infondate del ministro francese degli Interni” Gérald Darmanin, ha dichiarato la diplomazia azera in un comunicato sulla situazione nell’arcipelago francese nel Pacifico meridionale. “Neghiamo qualsiasi legame tra i leader della lotta per la libertà caledoniana e l’Azerbaigian“, ha aggiunto, criticando quelle che ha definito “dichiarazioni ingiuriose” e “una campagna di calunnie” condotta da Parigi contro il Paese.