Dopo l'invasione di Rafah
Hamas dice sì alla tregua, guerra di Gaza a una svolta
Il fronte palestinese ha accettato la mediazione di Qatar ed Egitto che prevede il cessate il fuoco. Biden in pressing su Netanyahu
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
Il capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ha informato il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, ed il capo dell’intelligence egiziana, Abbas Kamal, del sì del movimento palestinese alla proposta dei due Paesi arabi per un cessate il fuoco. Lo riferisce Hamas in una nota.
Al di là dello spiraglio che si è aperto nella serata di ieri, tutto però è già pronto per la mattanza finale. Il Gabinetto di guerra israeliano ha approvato domenica sera all’unanimità l’operazione a Rafah, di cui l’esercito ha preparato i piani.
Lo hanno riferito i media secondo cui, una volta evacuata la popolazione in un’azione definita dall’Idf “limitata e temporanea”, l’operazione militare dovrebbe cominciare entro pochi giorni. Le famiglie palestinesi hanno iniziato a fuggire dalle zone orientali di Rafah dopo l’ordine di evacuazione da parte dell’esercito israeliano. Lo riporta Sky News.
L’ordine israeliano precede l’attacco di terra da parte delle forze israeliane nella città più meridionale di Gaza. Alcuni residenti di Rafah hanno già raccolto le loro cose per allontanarsi dalla zona con carri trainati da cavalli, auto e anche a piedi. “ L’annunciata operazione militare a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, non sarà “un picnic” per le forze israeliane”.
Lo ha dichiarato in una nota Hamas, precisando che “la nostra resistenza coraggiosa, guidata dalle Brigate al-Qassam, è totalmente pronta a difendere il nostro popolo. Sono almeno 26 le persone uccise negli attacchi contro 11 edifici nella zona di Rafah nelle ultime 24 ore”. Lo riporta Haaretz citando fonti mediche a Gaza, secondo le quali tra le vittime ci sarebbero “11 bambini e otto donne”.
A frenare Netanyahu ci riprova Biden. Nella sua telefonata con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, il presidente Joe Biden ha ribadito le preoccupazioni degli Stati Uniti circa un’invasione di Rafah e ha detto che raggiungere un cessate il fuoco con Hamas è il modo migliore per proteggere la vita degli ostaggi israeliani detenuti a Gaza.
Nel colloquio telefonico tra i due, il presidente Usa ha chiesto al premier israeliano di riaprire subito il valico di Kerem Shalom chiuso domenica dopo l’attacco di Hamas che ha ucciso 4 soldati. Lo ha fatto sapere il sito Axios citando una fonte statunitense.
“Gli ordini di evacuazione di Israele ai civili di Rafah fanno presagire il peggio: più guerra e carestia. È inaccettabile. Israele deve rinunciare a un’offensiva di terra e attuare la risoluzione 2728 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. L’Ue, insieme alla Comunità internazionale, può e deve agire per evitare questo scenario”. Lo scrive su X l’alto rappresentante Ue Josep Borrell.
Parigi ha ribadito la sua “ferma opposizione” all’annunciata offensiva israeliana a Rafah, nell’estremo sud della Striscia di Gaza. “La Francia ribadisce che è fermamente contraria a un’offensiva israeliana su Rafah, dove più di 1,3 milioni di persone si rifugiano in una situazione di grande disagio”, si legge in un comunicato il ministero degli Esteri.
“Lo sfollamento forzato di una popolazione civile costituisce un crimine di guerra”, ha aggiunto il Quai d’Orsay, alla luce dell’avvio dell’evacuazione dei civili da Rafah Est. Intanto, l’Egitto ha aumentato il livello di preparazione dei suoi militari nel Sinai settentrionale, che confina con la Striscia di Gaza, dopo che Israele ha chiesto l’evacuazione della popolazione civile in alcune zone di Rafah in vista di un’operazione pianificata.
Lo hanno riferito fonti della sicurezza egiziana. Il Wall Street Journal ha riferito a febbraio che i funzionari egiziani hanno avvertito che il decennale trattato di pace tra Egitto e Israele potrebbe essere sospeso se le truppe delle Idf (Forze di Difesa israeliane) entrassero a Rafah o se alcuni dei rifugiati di Rafah fossero costretti a spostarsi a sud nella penisola del Sinai.
Con il via libera all’operazione militare di terra a Rafah, Israele si sta “preparando a commettere il più grave crimine di genocidio”. Lo ha dichiarato il portavoce della presidenza dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Nabil Abu Rudeineh, chiedendo agli Stati Uniti di intervenire per non esserne corresponsabili. “Con l’invasione di Rafah un milione e mezzo di cittadini palestinesi saranno sottoposti al massacro genocida e allo sfollamento”, ha detto citato dall’agenzia di stampa Wafa.