Iodio “di origine sconosciuta"
Radiazioni nucleari rilevate in Norvegia, allarme in mezza Europa: cosa sta succedendo e quali sono i rischi
Esteri - di Redazione Web
In tempi di guerre su più fronti e di continue minacce soprattutto da parte della Russia di utilizzare armi nucleari, scatta l’allarme radiazioni, questa volta nel cuore dell’Europa: A Tromso, uno dei punti più alti della Norvegia, sono state misurate piccole quantità di radiazioni nucleari dovute a un isotopo radioattivo, lo iodio 131. Nonostante le rassicurazioni da parte di Oslo sul fatto che questo non costituisca un rischio per la salute, l’allarme è scattato in tutta Europa. Cosa sta succedendo? In realtà l’autorità norvegese per la sicurezza nucleare ha spiegato che rilevazioni come questa avvengono in realtà 6-8 volte l’anno.
Le radiazioni nucleari rilevate in Norvegia
“La Dsa ha recentemente misurato livelli molto bassi di iodio radioattivo (l-131) presso la stazione di filtraggio dell’aria a Tromsø. Le misurazioni sono state effettuate nella settimana dal 21 al 26 marzo 2024”. Inizia così il comunicato con cui l’Autorità per la sicurezza nucleare norvegese (Dsa) ha comunicato la scoperta di radiazioni nucleari nel rilevatore di una delle cittadine più a Nord della Norvegia. L’Autorità spiega anche che concentrazioni di questo isotopo misurate nell’aria sono troppo basse per costituire un rischio per la salute o per l’ambiente. Al momento però non è nota l’origine della fuga di materiale radioattivo.
Quando lo Iodio smetterà di essere radioattivo
Il “tempo di dimezzamento” dello Iodio 131, il periodo necessario perché decada la metà dei nuclei dell’isotopo presenti all’inizio, è di appena otto giorni. Quindi se la quantità di Iodio 131 presente nell’ambiente è modesta (come nel caso segnalato dall’Autorità norvegese), in poche settimane i suoi effetti radioattivi scompariranno, con la trasformazione in Xenon.
Radiazioni in Norvegia non sono una rarità: il caso del razzo vicino alla Russia
Secondo quanto riportato da Geopop, le rilevazioni di radiazioni non sarebbero una rarità. Secondo quanto riportato dall’Autorità norvegese per la sicurezza nucleare, nel Paese scandinavo vengono rilevate piccole quantità di iodio radioattivo tra le 6 e le 8 volte all’anno, tipicamente senza che la fonte dell’isotopo sia chiara. Un caso che ebbe una particolare diffusione mediatica fu nell’agosto 2019, quando la rilevazione di iodio radioattivo nel nord della Norvegia fu collegata all’esplosione del motore di un razzo durante un test militare al non distante confine con la Russia. Si tratta sempre di piccole quantità di radioisotopi minime da non destare nessuna preoccupazione per la salute o l’ambiente.
Che cos’è l’isotopo Iodio 131
Si Tratta di un isotopo instabile dell’elemento chimico dello Iodio. Come riportato da Repubblica, nel suo nucleo ci sono 53 protoni e e 78 neutroni, contro i 74 neutroni della versione stabile (Iodio 127). Il decadimento, cioè la trasformazione dello Iodio 131 in Xenon 131(54 protoni e 77 neutroni) è all’origine della sua radioattività: nel processo un neutrone si trasforma in protone con l’emissione di raggi beta (tipicamente un elettrone) ad alta energia. Le particelle beta penetrano moderatamente nei tessuti viventi e possono causare mutazioni spontanee nel Dna. Per questo le sorgenti beta possono essere utilizzate nella radioterapia per distruggere le cellule tumorali.
I rischi dello Iodio 131
L’assorbimento incontrollato dello Iodio 131, possono a loro volta produrre, come detto, mutazioni del DNA e quindi l’insorgere di cancro alla tiroide. In caso di incidente, si consiglia di assumere Iodio (la versione stabile), che andando a saturare la tiroide impedisce l’assorbimento da parte della ghiandola dell’isotopo radioattivo. Per le caratteristiche delle radiazioni emesse, perché produca effetti cancerogeni lo Iodio 131 deve essere inalato o ingerito, mentre l’esposizione del corpo umano all’isotopo presente nell’aria non provoca danni.
Lo Iodio 132 e il caso Chernobyl
Il termine “Radiazioni nucleari” portano subito la mente al disastro di Chernobyl. Lo Iodio 132 è anche un sottoprodotto dei processi di fissione nei reattori nucleari e nei test sulle armi atomiche. Nel catastrofico incidente di Chernobyl dell’aprile 1986, per esempio, l’isotopo radioattivo fu rilasciato in grandi quantità, soprattutto in Ucraina, Bielorussia e Russia occidentale. Quello che sta succedendo in Norvegia non ha nulla a che vedere con Chernobyl perché le notizie arrivate fin ora sottolineano che non c’è alcun rischio per la salute.