La guerra in Medioriente
Duello tra Biden e Netanyahu, sarà un ramadan di fuoco
“Mentre i musulmani si riuniscono in tutto il mondo nei prossimi giorni per interrompere il digiuno, la sofferenza del popolo palestinese sarà in cima ai miei pensieri”: così il presidente Usa Joe Biden. Netanyahu: “Un’azione a Rafah è inevitabile”.
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
Biden: “La sofferenza dei palestinesi è in cima ai miei pensieri”
“Mentre i musulmani si riuniscono in tutto il mondo nei prossimi giorni e settimane per interrompere il digiuno, la sofferenza del popolo palestinese sarà in cima ai pensieri di molti. È in cima ai miei pensieri”: così il presidente Usa Joe Biden in una dichiarazione diffusa la scorsa notte dalla Casa Bianca per l’inizio del Ramadan.
“Il mese sacro è un momento di riflessione e rinnovamento – prosegue – Quest’anno arriva in un momento di immenso dolore. La guerra a Gaza ha inflitto terribili sofferenze al popolo palestinese. Sono stati uccisi più di 30.000 palestinesi, la maggior parte dei quali civili, tra cui migliaia di bambini”.
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Netanyahu: «Biden ha torto, israeliani sostengono mie politiche»
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha replicato alle parole del presidente degli Stati Uniti Joe Biden che, durante un’intervista a Msnbc, lo ha criticato affermando che «sta danneggiando Israele più che aiutarlo».
«Non so esattamente cosa intendesse il presidente, ma se intendesse con questo che sto perseguendo obiettivi privati contro la volontà della maggioranza degli israeliani e che questo sta danneggiando gli interessi di Israele, allora ha torto su entrambi i fronti», ha detto Netanyahu, come riporta una clip video diffusa dall’ufficio del premier e ripresa dal Times of Israel.
«Queste non sono solo le mie politiche private», ha aggiunto, «queste sono politiche sostenute dalla stragrande maggioranza degli israeliani». E al detestato inquilino della Casa Bianca, “Bibi” ribadisce: “Un’azione a Rafah è inevitabile”.
Sanders, basta soldi a Israele, Usa non siano complici del massacro dei bimbi palestinesi
“Gli Stati Uniti non possono essere complici di questo massacro di bambini”. Così Bernie Sanders, il senatore leader della sinistra dem per due volte candidato alla Casa Bianca, è tornato a chiedere all’amministrazione Biden di mettere fine all’incondizionato sostegno militare ad Israele.
“Non sono solo le 30mila persone, due terzi delle quali donne e bambini che sono state già uccise, noi guardiamo alla possibilità di centinaia di bambini che moriranno di fame a Gaza”, ha detto Sanders intervistato dalla Cbs.
Secondo il senatore, l’amministrazione Usa non “può implorare Netanyahu, deve dirgli: se vuoi i soldi devi cambiare politica, devi permettere ai camion di entrare per dare da mangiare ai bambini”.
Pur ribadendo la necessità di distruggere Hamas, Sanders ritiene che Joe Biden debba applicare il Foreign Assistance Act, legge che afferma che gli Usa non possono sostenere Paesi che bloccano o limitano il flusso di aiuti umanitari.
“Israele sta violando questa legge – dichiara ancora – bloccare gli aiuti umanitari Usa è una violazione della legge, questo deve essere chiaro. Basta soldi alla macchina da guerra di Netanyahu per uccidere i bambini palestinesi”.
Guterres: «Con l’operazione a Rafah civili in un girone ancora più infernale»
Un’operazione israeliana a Rafah farebbe «precipitare la popolazione palestinese in un girone infernale ancora più profondo». Lo ha detto il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, che ha esortato Israele e Hamas a onorare il Ramadan «facendo tacere le armi» nella Striscia.
Guterres ha poi chiesto il rilascio degli ostaggi israeliani detenuti da Hamas e la rimozione di «tutti gli ostacoli per garantire l’invio di aiuti salvavita alla velocità e a livello massiccio necessario» a Gaza, dove le Nazioni Unite hanno avvertito che un quarto della popolazione è sull’orlo della carestia.
«Israele proverà a smantellare l’Unrwa a Gaza»
Le forze armate israeliane hanno deciso di smantellare l’Unrwa, l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, dalla Striscia di Gaza, per rimpiazzarla con un ente alternativo. Lo apprende The Times of Israel.