La decisione

Lavinia Trematerra, schiacciata e uccisa da una statua a Monaco: la procura tedesca archivia il caso

La tragedia risale al 26 agosto del 2022. I fatti accaduti dentro un albergo dove la piccola risiedeva con la famiglia in vacanza

Cronaca - di Redazione Web

28 Febbraio 2024 alle 16:48

Condividi l'articolo

Lavinia Trematerra, schiacciata e uccisa da una statua a Monaco: la procura tedesca archivia il caso

La magistratura tedesca ha archiviato l’indagine sulla morte di Lavinia Trematerra, la bambina napoletana di sette anni deceduta il 26 agosto del 2022 a Monaco di Baviera dopo essere stata schiacciata da una statua di marmo all’interno di un albergo dove si trovava in vacanza con la famiglia. È ancora aperto invece a Roma il procedimento avviato dopo il decesso: a gennaio, in base a quanto riferisce il padre Michele Trematerra, è stato depositato a piazzale Clodio l’atto di archiviazione fatto dai magistrati tedeschi. Gli inquirenti italiani stanno quindi analizzando l’incartamento per valutare i prossimi passi che sono anche legati al nodo della giurisdizione.

Chi è Lavinia Trematerra

Il procedimento venne avviato nella Capitale come modello 45, ossia senza indagati e ipotesi di reato. In pratica non ci sarà nessun processo e non sarà individuato nessun responsabile per ciò che è accaduto. Tutto il disappunto della famiglia è stato riportato da Il Corriere della Sera che ha pubblicato le dichiarazioni dei genitori Valentina PoggiMichele Trematerra. “Nella civilissima Baviera il gestore di un albergo non è obbligato ad adottare misure di sicurezza, nonostante esistano delle linee guida con regole chiare e precise raccomandazioni sull’importanza di verificare la stabilità tramite carichi di prova. Se fossero state rispettate queste norme, nostra figlia sarebbe viva e ciò viene affermato anche nella perizia redatta dal tecnico incaricato dal pubblico ministero tedesco.

Lavinia Trematerra: la famiglia e le indagini

Ci addolora che in tutto questo tempo non sia arrivato alcun messaggio di cordoglio dalla proprietà dell’albergo Admiral o dalle autorità statali e locali. Abbiamo accusato il colpo, ma continuiamo a credere nella giustizia, nonostante siamo rimasti basiti da questo provvedimento. La gente però deve sapere che la Germania non è un posto sicuro, neppure per fare una vacanza. Con la nostra associazione Il Mondo di Lalla, vogliamo portare il sorriso di nostra figlia nei posti più poveri del mondo. Abbiamo già costruito una scuola in Malawi per 50 bambini. L’arcobaleno di nostra figlia illuminerà altri posti, altri bambini. Non ci fermiamo, la nostra battaglia giudiziaria continua, ci sembra il modo migliore per onorare la memoria di Lalla“.

28 Febbraio 2024

Condividi l'articolo