La posizione del vicepremier

Salvini su Putin riscopre il “garantismo”: per la morte di Alexei Navalny si affida ai giudici russi

Esteri - di Carmine Di Niro

20 Febbraio 2024 alle 12:35 - Ultimo agg. 20 Febbraio 2024 alle 16:37

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Il ministro Matteo Salvini
Il ministro Matteo Salvini

La comparsa a sorpresa del capogruppo Massimiliano Romeo alla piazza convocata da Carlo Calenda lunedì pomeriggio a Roma davanti al Campidoglio in memoria di Alexei Navalny e per denunciare le responsabilità di Vladimir Putin non basta a disinnescare le polemiche sulle posizioni della Lega sulla morte del dissidente russo.

Se infatti Romeo, pesantemente contestato da chi gli chiedeva conto dei rapporti tra il Carroccio e Russia Unita, il partito di Putin con cui la Lega aveva anche stretto un patto politico nel 2017 e poi mai sciolto neanche dopo l’invasione dell’Ucraina, ha provato a spingersi a sostenere “sospetti” sulla morte di Navalny, il suo leader Matteo Salvini non molla la presa.

Salvini riscopre il garantismo per Putin

Con un insolito garantismo il vicepremier intervenendo stamane in radio a Rtl ha detto di “capire la posizione della moglie di Navalny, bisogna fare chiarezza. Ma la fanno i medici, i giudici, non la facciamo noi”. Una posizione bizzarra, per usare un eufemismo, considerato come la magistratura russa sia totalmente schiacciata sulle posizione del regime putiniano, come dimostrano le stesse condanne subite da Navalny e che gli sono costate la reclusione e la morte.

Segretario della Lega che poi, come il suo capogruppo Romeo, ha tentato di allontanare le accuse per la vicinanza del partito con Mosca. “Tutte le fesserie in questi anni sui legami con la Russia, i finanziamenti inesistenti sulla Russia, sono state archiviate, i giudici hanno detto che non è successo nulla, sono palle”, le sue parole in radio.

L’inchiesta su Savoini e l’hotel Metropol

Il riferimento, emerso anche durante le contestazioni alla delegazione leghista presente lunedì al Campidoglio, è all’inchiesta sul sul caso dell’hotel Metropol, l’albergo di Mosca in cui Gianluca Savoini, ex portavoce di Salvini, trattava con intermediari russi un finanziamento milionario al Carroccio. Indagine effettivamente archiviata dalla Procura di Milano, ma a causa della mancata collaborazione delle autorità russe, che non hanno mai risposto alle rogatorie inviate dai pm italiani per verificare se i russi con cui parlava Savoini fossero al Metropol su mandato del Cremlino.

Calenda contro Salvini

Salvini che ha ricevuto la pronta risposta di Carlo Calenda, il leader di Azione che ieri aveva convocato la piazza romana. “Adesso hai rotto le balle”, scrive Calenda su X rivolgendosi a Salvini. “1) Il giudizio dei magistrati di una dittatura non conta nulla. a) Ieri hai mandato i tuoi ad una manifestazione contro l’assassinio di Navalny. 3) Dacci evidenza che l’accordo con Russia Unita (il partito di Putin, ndr) è stato disdetto. 4) ora chiedo al mio ufficio studi di verificare uno per uno gli imprenditori che hanno finanziato la Lega che legami hanno con la Russia. 5) ricordati di querelarmi”. 

Leader di Azione che ha annunciato, in caso la Lega non smentisca il rinnovo del patto con Russia Unita, la presentazione di una mozione di sfiducia nei confronti di Salvini perché “un Ministro della Repubblica non può essere partner politico di un dittatore assassino e imperialista che vuole disgregare l’Unione Europea“.

Sempre su X interviene anche Lia Quartapelle, deputata del Partito Democratico, che attacca a sua volta le posizioni espresse dalla Lega e dal suo segretario: “Salvini non perde occasione di ricordare che la Lega ha un accordo ancora in vigore con il partito di Putin. E quindi non perde occasione di fargli da avvocato. Peccato che prima di tutto sia un ministro della Repubblica italiana”.

La risposta dell’Ue

A pensarla diversamente da Salvini è anche la Commissione europea, che con un portavoce ha di fatto replicato al leader della Lega ricordando che la posizione Ue è netta ed è stata sottoscritta anche dall’Italia.

La posizione dell’Ue sui dossier di politica estera, incluso quello relativo alla morte o all’assassinio di Navalny, è stata oggetto di una dichiarazione a 27. E vuol dire che è stata concordata anche dall’Italia”, le parole chiare di Peter Stano, del servizio dei portavoce della Commissione Ue. “Non servono indagini penali per definire che cosa ha esattamente causato la sua morte”, ha aggiunto, ricordando come Navalny sia stato oggetto “di continue intimidazioni”.

20 Febbraio 2024

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